CAF INPS e problemi con la legge 104
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Stavolta sono qui a indignarmi per la lentezza dell'amministrazione pubblica. Voi direte: "che novità!". Lo so, in Italia funziona così, è ormai noto, ma se chiudiamo gli occhi e facciamo finta che tutto va bene, allora va tutto a scatafascio.
Se vado in un ufficio CAF per istruire una pratica che mi consenta di far usufruire mia figlia della legge 104, legge secondo cui un parente prossimo per tre giorni al mese può assentarsi dal lavoro per assistere un familiare con gravi problemi fisici, si presume che dopo un paio di mesi al massimo si possa arrivare ad avere questo servizio.
Magari!
Dopo aver fatto la domanda, non avendo avuto nessuna comunicazione da parte dell'INPS, ho mandato un'amica al CAF presso il quale avevo inoltrato la domanda e questi mi mandarono a dire che avrebbero fatto un sollecito all'istituto di previdenza e comunque era strano che ancora non chiamassero.
Trascorsi altri giorni senza notizie mandai una mail al CAF per sollecitare di nuovo la pratica e mi fu risposto che avrei dovuto provvedere io a fare il sollecito al numero verde INPS, così mi sono armata di pazienza ma a tutt'oggi mi è stato impossibile contattarli.
Ora io dico: se devo andare in ospedale a fare delle visite mediche, come posso fare se non ho nessuno che mi possa accompagnare? Devo prendere un taxi e questo lo potrei fare, ma poi, all'interno dell'ospedale chi mi aiuta a raggiungere i vari piani e le stanze, dal momento che devo camminare con le stampelle?
Ma perchè fanno leggi che poi non rispettano? Sono cinque mesi che è stata presentata la domanda, ma dove stanno tutti gli impiegati INPS? Secondo un servizio che ho visto in TV potrebbero essere nel supermercato all'interno del complesso INPS dell'Anagnina, dove il mercoledì c'è la porchetta calda che arriva da Ariccia.
Io non vorrei disturbare mentre sono intenti a far la spesa ma qualche volta potrebbero svolgere le pratiche così vitali per le persone che oltre alla sofferenza devono subire questi incomprensibili colpevoli ritardi.
Mammut
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Il Vino e le Viole: nuovo sito su scrittura e comunicazione. Dall'uso del "piuttosto che", a come si scrive un Curriculum Vitae.
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Il sito, seppur relativamente giovane, ha già un pagerank di 3 punti su 10. Un risultato ottimale per un sito ancora acerbo ed in via di sviluppo.
Forse tra gli algoritmi segretissimi di Google c’è anche quello della creatività e dell’entusiasmo che vede le sue giovani creatrici ed ideatrici sempre attive con nuovi post e contenuti di spessore e divertenti.
Il sito ha una chiave di interpretazione: la parola. Le categorie sono “Parole creative”, “Parole a lavoro”, “Parole&Psiche”, “Dillo con parole tue” e il blog vero e proprio, che si chiama “In altre parole”, in cui le due riflettono sull’evolversi del blog e dove postano temi marginali. Attraverso il filo conduttore delle parole le due autrici, Helios e Petra - nomi d’arte ispirati alle viole – riescono a parlare in maniera trasversale di lingua, usi scorretti, varietà dialettiche, comunicazione, pubblicità e linguaggi. Ne il Vino e le Viole non mancano né spazi “creativi” dedicati alla poesia, all’analisi dei sogni, a monologhi interiori, né spazi dedicati a tematiche più empiriche: la differenza tra viaggio e vacanza, il mestiere di scrivere, l’analisi del curriculum vitae e dell’uso scorretto del piuttosto che con valore disgiuntivo.
I consigli su come si scrive un Curriculum Vitae proposti da Petra vengono resi chiaramente ed in maniera frizzante e divertente. I 10 consigli utili per scrivere un Curriculum Vitae offrono, da un lato, il supporto a chi vuole apprendere a scrivere un Cv, dall’altro, una lettura gradevole per chiunque.
Esilarante anche la guerra che le due fanno all’uso improprio del piuttosto che. Un’analisi linguistica ed una profonda riflessione sulla normale evoluzione linguistica sono utilizzate come supporto per rispondere e contrastare l’uso invalso nelle classi agiate e medio alte del settentrione: l’uso del piuttosto che con valore disgiuntivo, appunto. Le due con ironia riportano esempi e discutono con i lettori sulle motivazioni che le spingono a contrastarlo. Non escludo che, se mai l’uso del piuttosto che improprio sarà sconfitto definitivamente, non sia anche merito delle due peperine autrici e amiche.
Il sito non è mai noioso, ripetitivo o lento, ma sempre pieno di energia e positività. Lascia uno sguardo aperto alle nuove idee, alle nuove proposte e alle riflessioni che continuamente le due autrici lanciano ai lettori e a loro stesse. Come citato nella Homepage la ricetta è sempre “leggerezza, ironia ed appena un pizzico di serietà! ”, l’unica formula per “ condividere anni di pensieri e riflessioni sul tema della scrittura, sul testo (scritto o parlato) e sul modo in cui comunichiamo con noi stessi e con gli altri”.
Interessantissima anche la (non)spiegazione che danno del nome. Perché il Vino e le Viole? Perché è un’etichetta, un nome che suonava bene.
Ai lettori più acuti però si lascia intuire quel sottile parallelismo con il famoso slogan femminista degli anni 70: “vogliamo il pane e anche le rose!”.
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Morro do Pai Inácio in Chapada Diamantina Brasile
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Il Morro do Pai Inácio è situato nella Chapada Diamantina (Brasile), al confine con il parco nazionale a 7 ore di pullman nell'entroterra da Salvador de Bahia, lungo la strada che collega Lencois al West.
Si tratta a tutti gli effetti di una di quelle formazioni rocciose che si vedono nei deserti australiani, americani e dei film western (girati in Spagna per la maggior parte).
Storia e Nome
Morro significa "montagna, collina", mentre "Pai Inácio", a quanto dicono e raccontano le guide, è un nome che viene ereditato da una leggenda locale che racconta di uno schiavo, Inácio, che fuggì dalla piantagione e che si nascose sulla montagna.
Inácio era buono, e si fece ben volere dalla popolazione locale a cui spesso faceva favori, aiutandoli in caso di difficoltà con bestiame e carri. Inácio divenne anche molto apprezzato dai bambini della zona, ai quali portava sempre dell'ottima frutta fresca. Fu così che tutti iniziarono a chiamarlo Pai Inácio, ossia Padre Inácio .
Un film degli anni '80 stravolge leggermente la storia e la riedita in romanzo, raccontando dello schiavo Inácio costretto a fuggire perché sorpreso in comportamenti poco consoni con la moglie del proprio padrone. Inácio fuggì e si arrampicò sul monte, ma inseguito e messo alle strette, si lanciò dalla vetta e, aprendo l'ombrello regalatogli dalla sua amata, riuscì a salvarsi dal precipitare e dagli inseguitori, scappando e guadagnando la propria libertà.
La montagna era inizialmente chiamata Morro Estrada (Montagna Strada), poiché la strada che taglia l'Est e l'Ovest dello stato di Bahia, passa a pochi metri dalle pendici del monte.
Caratteristiche della montagna
Pai Inacio ha un'altezza massima di metri 1150, ma si eleva dall'altopiano su cui sorge, per soli 250 metri. La recente introduzione di un'antenna televisiva sulla montagna, ha avuto come conseguenza la creazione di una strada percorribile da automobili e bus turistici che porta a raggiungere il monte in macchina, a meno un centinaio di metri dalla vetta.
Dall'ampio parcheggio in terra rossa si raggiunge la vetta in 15 minuti a piedi. Per la salita non sono necessarie scarpe da trekking, ma esclusivamente un paio di scarpe da ginnastica o scarpe da corsa. Il sentiero è ben chiaro e costituito da lastroni di roccia con poca pendenza e qualche piccolo passo in cui è comodo arrampicarsi anche con l'aiuto delle mani.
Vegetazione
In cima a Pai Inácio troverete un altopiano ventoso cosparso da una vasta quantità di piante nate sulla dura roccia granitica, dalle orchidee, alle bromelie, ai cactus. Il periodo migliore per vedere le orchidee fiorite in Brasile è settembre, ma abbiamo avuto la fortuna di incontrarne alcune fiorite anche a febbraio.
La croce in ferro
In cima alla vetta, oltre a poter ammirare la famosa vista da cartolina usata per pubblicizzare la zona della Chapada Diamantina. Sulla vetta troverete una croce in ferro alta circa 8 metri. La guida di Lencois, che ci ha accompagnato in auto, Cezar, ci ha spiegato che le croci in passato venivano erette come segno di ringraziamento dai Garimpeiros (cercatori di diamanti), quando rinvenivano grandi diamanti grezzi nella loro attività di scavo. L'attuale croce di ferro (con un braccio disastrato) ha sostituito qualche decina di anni fa, la precedente croce in legno, la cui datazione da parte dei locali non è certa.
La vista del panorama
Sicuramente bella è la vista, anche se chi soffre di vertigini fa bene a rimanere lontano quanto più possibile dai bordi poiché, soprattutto nella zona della croce, vi troverete a camminare a due passi dal baratro che vi condurrà a morte certa (a meno che non abbiate con voi un ombrello, ovviamente). Il forte vento che soffia sulla cima spinge a una cauta e attenta camminata sul tetto del Morro, anche perché il terreno è accidentato e si inciampa facilmente. A 360° vedrete solo bellissimi scorci e se sarete fortunati da non avere il cocente sole a picco sulla vostra testa, potrete anche rilassarvi sedendovi e gustandovi il carosello delle nuvole e le loro ombre sulle pendici dei monti e delle valli di fronte a voi.
Rimanendo vicino alla croce in ferro potrete vedere la BR-242, la superstrada che porta a Salvador. L'immensa roccia che si estende a sinistra della strada è chiamata Chapadina. A destra della superstrada trovate Campo Alegre. Immediatamente a destra dall'altro lato della strada, la montagna Bacia, ed in fondo, a distanza nella valle, la Montagna Morrao. Sulla vostra sinistra, a circa 1500 metri di distanza vedrete un altra montagna solitaria, il Morro Cammello, per la forma che ha guardandolo da una delle angolazioni, che ricorda un cammello, come se ne trovano praticamente dappertutto nel mondo. Tutta l'area intorno è rappresentata da terreni fertili, anche se secchi e aridi, sia per la mancanza di corsi d'acqua che di precipitazioni, rare in queste zone.
Geologia dell'area
L'area è estremamente interessante. Si tratta di una vastissima estensione calcarea, ricca di grotte (oltre 400) di altissimo valore naturalistico e geologico, come Lapa doce, Pratinha e la cava Blu.
Tutte le montagne della zona sono caratterizzate da grandi strati orizzontali di roccia. Il terreno sabbioso della zona e la base delle montagne viene dall'erosione di questi strati orizzontali. Il versante orientale di Pai Inácio è costituito da una facciata verticale, mentre il versante occidentale, da cui si accede per l'arrampicata, è molto meno ripido.
Circa un miliardo e mezzo di anni fa, non c'erano montagne in questa zona, che era costituita principalmente da un terreno piano su cui si sono poggiate le sabbie provenienti dai venti, fino a creare, complice la pressione degli strati e gli anni, le migliaia di pianali di roccia che oggi si vedono. Nelle ere successive le deformazioni del terreno hanno innalzato queste zone di lastre che si sono inarcate, spezzate e frantumate, dando vita alle forme che oggi vediamo. Il processo è ancora in movimento. Nei prossimi milioni di anni le montagne continueranno a sgretolarsi e a trasformarsi in sabbia, lasciando spazio nuovamente alle vallate.
Curiosità
Qualche decennio fa, un businessman comprò la cima della montagna e impose una tassa di ingresso ai turisti, recintando l'area con filo spinato e costruendovi un negozio di souvenir. Si racconta che coloro che si rifiutavano di pagare e che tentavano comunque la scalata passando fuori dai recinti, ritrovavano al termine della discesa, le gomme delle proprie automobili sgonfiate.
Negli corso degli anni il businessman fece il pieno di azioni che lo portarono ad essere talmente popolare, che la polizia federale infine decise di distruggere la baracca, espropriare il terreno e riportare tutto alla condizione iniziale. Oggi il Morro di Pai Inácio è propietà dello stato e assegnato ad un ente nazionale di preservazione delle risorse naturali e geologiche.
Considerazioni
Morro do Pai Inácio rappresenta una delle mete turistiche più famose dell'intera zona della Chapada Diamantina, complice la sua vicinanza alla cittadina Lencois (base turistica per eccellenza), e la semplicità di raggiungimento della vetta rispetto ad altre aree del parco nazionale. Tuttavia, non rappresenta assolutamente l'unico punto di interesse della zona, costellata da centinaia di meravigliose vedute, fiumi, grotte, valli, cascate, e passeggiate da fare con guide. Sicuramente Pai Inácio, proprio per la sua facile raggiungibilità è un luogo da non farsi scappare se si visita la Chapada.
Guide specializzate
La nostra esperienza, decisamente positiva, è stata fatta con il gruppo Fora Da Trilha www.foradatrilha.com.br (fuori dal sentiero), di Lencois:
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Asili nido Infernetto
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Per tutti coloro che cercano un asilo nido in cui portare i propri figli, consigliamo la seguente lista di strutture convenzionate e non in cui approfondire la possibilità di collocarvi i vostri pargoli:
Asilo nido "Nido Bianconiglio"
Via Anterivo 31, Roma (traversa di Via Torcgegno - Infernetto)
Tel: 3483154051 - 3802667403
Asilo nido "Giochi e Coccole"
(Privata)
Via Ernesto Boezi - 00124 Infernetto (RM)
Tel: 06 50911231
Asili nido infernetto: Asilo nido "Kinder Happy 2"
Via Sammartini 59 - 00124 Infernetto (RM)
Tel: 06 50934013
Asilo nido "La Caracolita"
Via Maurice Ravel 408 - 00124 Infernetto (RM) | mappa
Tel: 06 98876912
Asilo nido "Scoula Materna"
Via Francesco Cilea - 00124 Infernetto (RM)
Tel: 06 50932665
Asilo nido "Mickey mouse"
Via Aldino 35 - 00125 Infernetto (RM)
Tel: 06 50917435
Asilo nido "La coccinella"
Via Giambattista Viotti 16 - '00124 - Infernetto (RM)
Tel: 3385040317
Asilo nido "Il bruco e la farfalla"
Via Tucidide 31 - 00124 - Casal Palocco (ROMA)
Tel. 0664008957
Asilo nido "Farmacap"
(Privata) Via Marco Enrico Bossi, 16
Asilo nido "Grandi dentro"
(Privata) Via Guido Cantelli, 16
Asilo nido "Le Querce"
(Comunale) Via Erneso Boezi, S.N.C.
Asilo nido "Paideia"
(Privata) Via della Cacciuta, 64
Asilo nido "Nel mondo dei piccoli"
(Privata) Via Gaetano Luporini, 32
Asilo nido "Sole e luna"
(Privata) Via Bedollo, 147
Asilo nido "L'aurora"
Via Tommaso Traetta, 70
Tel: 06.50916331
Asilo nido "Bimbi crescono - La bacchetta magica"
Via Alessandro Bustini,39 (Infernetto)
Tel: 3318083714
Asilo nido "Guarda come dondolo"
Via San Candido, 44 - angolo Via Dorsino - Roma (Infernetto)
Tel. 0660666211
Asilo nido "Mandarino"
Via Eutidemo di Chio, 49 (Casal Palocco)
Tel: 06.50916331
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Lyrica o Gabapentin?
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La vita di ciascuno di noi si svolge, inconsapevolmente, tra giorni rosa, giorni grigi, giorni neri e giorni così bui da non riuscire più a pensare ad altro che alla perduta serenità. Così ci troviamo a lottare, improvvisamente, contro il male fisico e spirituale, acquistando la consapevolezza che i giorni che in passato, avevamo visto dipinti di grigio, in effetti erano rosa, forse un po' sbiadito, ma rosa.
Ci viene da pensare che la nostra vita è finita, proviamo invidia per le persone che godono di quella spensierata e mai apprezzata vitalità, quello che per gli altri è una passeggiata a piedi per andare a comprare il latte, per noi è un miraggio, una cosa irraggiungibile, ma c'è sempre qualcuno che ci viene a spronare, a dire che tutto passerà, e che poi in fondo, siamo fortunati, perché poteva andare peggio.
Si, ma io chissà perché, non mi sento di far parte della categoria dei fortunati, infatti, dopo essere stata travolta da qualcuno che non aveva fatto attenzione alla guida della sua autovettura, mi sono ritrovata in una sala operatoria, dopo varie peripezie. Poi, il risveglio e la presa d'atto di ciò che è accaduto.
Terminati gli effetti dell'anestesia e degli antidolorifici post operatori, ho iniziato a sentire strane sensazioni alle gambe, fastidi, all'inizio, ma che man mano che trascorrevano i giorni, diventavano sempre più forti ed allora chiesi ai medici il perché. Loro molto semplicemente, mi dissero che essendo stata operata alla spina dorsale, il midollo era in qualche modo stato toccato e che ero fortunata di "sentire" i dolori neuropatici alle gambe, perché questo significava che non ero paralizzata.
Io, non so perché, ma continuavo a non sentirmi fortunata e comunque iniziai a prendere il LYRICA, ma questo mi provocava fastidi alla vista ed allora mi dissero che potevo assumere il GABAPENTIN, simile all'altro ma con minori effetti collaterali. Iniziai con un dosaggio minimo, 100 mg al giorno ma poi, col passare del tempo dovetti aumentare di molto il dosaggio, fino ad arrivare a 600 mg, con effetti a dir poco scarsi. Su una scala da 1 a 10, ho vissuto momenti di forte dolore, paragonabile ad un 8.
Mi sono recata da un neurologo, il Dott. Truini del Policlinico di Roma, il quale mi ha prescritto di nuovo il LYRICA; ho cominciato di nuovo gradualmente fino a raggiungere il dosaggio di 300 mg al giorno e, dopo circa due settimane di trattamento, ho iniziato a sentire miglioramenti, che ad oggi, 28 dicembre 2012, dopo un mese di LYRICA, in una scala da 1 a 10, posso dire di dover sopportare ancora dolori di valore 5, con riacutizzazioni nel corso della giornata, anche se in alcuni giorni posso dire di aver sperimentato un sollievo inaspettato, con dolori 2-3, quindi quasi (QUASI) assenti.
Vi terrò aggiornati sulle evoluzioni dei dolori proseguendo questo trattamento e cercando di capire quanto prima se i dolori neuropatici stanno diminuendo da soli (lo saprò solo interrompendo la cura per un paio di settimane), o se il beneficio è solo dovuto al cambio di farmaco.
Io continuo a non sentirmi fortunata, anche perché non so se questi dolori prima o poi spariranno, quanto tempo occorrerà e quanti effetti collaterali dovrò sopportare.
Mammut
Prosegue con Lyrica, smettere o proseguire?
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