Il ragazzo della via gluck dov'è ?
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Report fa una puntata clamorosa sul mondo delle costruzioni e degli abusi edilizi.
Una società in cui non va più nulla nel verso giusto e in cui, per la ricchezza e il benessere dei palazzinari, una città di milioni di persone è arrivata al punto di vedere i propri cittadini perdere 3 ore al giorno nel traffico.
Gruppi imprenditoriali ammanicati con la politica da 40 anni fanno affari d'oro e continuano a costruire palazzi verticali da 300 famiglie intorno al grande raccordo anulare di Roma senza essere in grado di fare un semplice calcolo matematico che proietterebbe facilmente davanti ai loro occhi il caos che un tale selvaggio dissesto edilizio potrebbe generare.
C'era un ragazzo che dalla campagna è andato in città, e tornando in campagna non trova più nemmeno quella, perchè invasa dal cemento. Uno dieci mille centomila ragazzi nella via Gluck sono destinati a rivivere la stessa storia indecente.
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Il fatto, nuovo giornale di Travaglio e Co.
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http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/2009/05/28/abbonatevi_a_il_fatto.html
dettofatto@ilfatto.info
telefono 02-66506795
fax 02-66505712
A quanto pare ci risiamo. Il giornale di carta stampata viene messo in produzione. Perchè, nell'era di internet si pensa però ancora alla carta? L'informazione è veramente libera se il supporto primario è qualitativamente basso e inquinante? Da uno staff come quello de Il Cannocchiale, geniale 365 giorni l'anno, mi aspettavo una soluzione diversa.
In merito ai contenuti che si spera di raggiungere, niente in contrario. Sicuramente un giornale in più, che informa secondo il punto di vista estremamente critico non fa male al popolo, soprattutto perchè non prenderà finanziamenti dallo stato. Diciamo che potrebbe essere il primo giornale a sfidare realmente il mercato come azienda.
Staremo a vedere, ma l'idea della carta non mi va proprio giù.
Forse entro settembre cambieranno idea.
Intanto mi abbono.
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Terremoto e ricostruzione
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Non vorrei essere pessimista e neanche vorrei insinuare il dubbio nelle popolazioni che hanno subito il terremoto ultimo scorso, ma, quando ripenso al tempo che è occorso per ricostruire le case del paesino in cui sono nata, nelle Marche, ho come l'impressione che non sia servito a nulla.
Dodici anni fa ci fu il terremoto dell'Umbria e delle Marche, ed a seguito di questa catastrofe, mia madre che in quel periodo si trovava nella nostra casa per trascorrere un periodo estivo, fu costretta ad abbandonarla.
Quella casa e quel paesino era tutta la sua gioia, quando era lontana da lì le si stampava in viso una espressione triste che tornava a cancellarsi soltanto quando la riaccompagnavamo nella sua piccola reggia.
In attesa della ricostruzione, per molto tempo, questo non fu possibile e, più gli anni passavano in attesa della ricostruzione, più lei deperiva e si intristiva, fino a che, nel bel mezzo dei lavori di rifacimento delle case, lei morì.
Dopo dieci anni dal terremoto le case sono state riconsegnate ai proprietari, ma, per ironia della sorte, questi non ci sono più, considerando che erano quasi tutte persone anziane, non hanno avuto la gioia di poter rientrare tra le amatissime quattro mura.
Ora, a distanza di dodici anni, siamo ancora in attesa che vengano ripristinati i cavi elettrici e le condutture dell'acqua, le poche volte in cui ho l'occasione di andare a vedere la mia casa, pur se posta in un contesto bellissimo, provo la sensazione di essere in un paese fantasma, completamente avvolto in un groviglio di cavi elettrici che penzolano dai muri esterni.
Non voglio dire che tutte le ricostruzioni sono uguali, il mio timore non è infondato, questi piccoli paesi si spopolano perchè i giovani tendono ad andarsene in cerca di lavoro, ma almeno agli anziani che vorrebbero trascorrere gli ultimi anni della loro vita nei luoghi a loro tanto cari, diamogli la possibilità di farlo.
Magari con la stessa celerità con cui si ricostruiscono le chiese.
Evviva i nonni nostalgici!
Articolo a cura di Mammut
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Ristorante Mimì di Ponza
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Il miglior ristorante di pesce a Ponza è da sempre il Mimì.
Cornice splendida sul porto turistico con vista mare e tramonto, il ristorante Mimì è da sempre il riferimento per i navigatori che approdano sull'isola di Ponza.
Il menù è il più rappresentativo dell'isola: cernie, pesci spada, spigole, calamari, gamberi, cozze e un crudo di salmone e di altre specialità di mare che rimarrà per sempre nel vostro cuore.
Benchè non sia necessaria la prenotazione, vi consiglio vivamente di prenotare per non rimanere in piedi.
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Ristorante 40 a Fiumicino
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Mangiare spendendo poco in un posto carino ma il cui cibo è senza infamia e senza lode. Non è sempre buono spendere poco. Da Rosso Fisso a Fiumicino si mangia divinamente spendendo quindici euro a testa. Qui, da 40, se ne spendono circa 18 a testa e non si mangia male, ma nemmeno "da urlo". Direte mai, perchè allora ne parli? Perchè il posto è carino e da visitare, considerando comunque che per una birra, un antipasto di 5 pezzi fritti, una pizza margherita napoletana alta, dell'acqua e un amaro ho speso 18,00 euro.
La cornice è bellina, e la vista sul ristorante si apre appena si entra in una traversa di via Trincea delle Frasche di cui non ricordo il nome. Lo spazio esterno è curatissimo in ogni dettaglio, piante, fiori e prati molto ben manutenuti. L'entrata, oltre ad essere fornita da due parcheggi molto ampi (che però di sabato sera sono comunque pieni alle ore 20.30 per la grande affluenza). Cortesia nel servizio e ottima birra.
Voto: 7 +
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