Baarìa di Giuseppe tornatore con Francesco Scianna e Margareth Madè

  

BAARìA

Il film Baarìa di Giuseppe Tornatore nella recensione di Neversleep.



"Un tempo località di villeggiatura per le classi agiate di Palermo, oggi è poco più di un quartiere satellitare(...). Il paese è stato rovinato dallo sviluppo urbanistico moderno, ma se volete ammirare un edificio veramente straordinario, dirigetevi a villa Pelagonia".

Una frase, o poco più, è quello che si dice di Bagheria in una guida turistica del 2002.
Forse per questo nel corso dei miei viaggi in Sicilia,è stata sempre scartata tra le varie tappe. Peccato davvero!

Perchè adesso, se fosse estate e se fossi in Sicilia, correrei veloce lungo quel corso
che porta alla piazza dove una chiesa regna sovrana, chiuderei gli occhi e proverei ad immaginare quello che non c'è più, ma che è stato rievocato magistalmente da Tornatore.

Baarìa è il film che il regista avrebbe voluto girare compiuti i 60 anni, ma che alla fine, ha presentato allo scorso festival del cinema di Venezia (non vincendo nessun premio!) e racconta la vita del paese e dei suoi abitanti, a partire dagli anni '30 fino agli anni '60.

Le case erano poco più che stalle, le condizioni igieniche ed il cibo scarsi, eppure la dignità era enorme:
"Morti sì ma sparlati MAI!". Proprio dalla bis-nonna del regista inizia il racconto, disoccupata vedova, con una figlia da crescere. In reatà la situazione di quasi tutti i compaesani.

La figlia troverà lavoro, si sposerà e darà alla luce la madre del regista, Mannina, rappresentata in tutto il suo splendore ( e in tutta la sua magrezza!!) dall'attrice Margareth Madè. La sua bellezza sarà presto notata da Peppino, pastore con forti aspirazioni politiche. Peppino è un personaggio chiave: ragazzo e uomo dal carattere docile, si sforzerà per tutta la vita di ottenere dei riconoscimenti in ambito politico che arriveranno
solo sul finire della sua esistenza (diventerà sindacalista della CGIL). Dall'unione della coppia nasceranno 4 figli.

Francesco Scianna veste il ruolo di Peppino rendendolo molto credibile, crescendo con lui nel corso degli anni, mostrandosi stanco, deluso e disilluso attraverso sguardi e parole catturati e conservati dal futuro regista della sua vita, suo figlio.

Ogni immagine di Baarìa è, per me, un quadro.

E' così difficile pensare che in realtà, la sabbia che avvolge i protagonisti per gran parte del film, sia una sabbia africana! Il set infatti è stato completamente ricostruito a 20 km da Tunisi.
Ogni singolo mattone, ogni oggetto in casa, tutto ciò che si vede, è stato preso da foto dell'epoca.
Anche gli scorci di vita sono tipici di quegli anni ed è questa la forza del film.

Situazioni quali: un cinema muto ed uno "speaker" in sala capace di interpretare le frasi scritte sullo schermo che NESSUNO, altrimenti, saprebbe leggere!

L'intera famiglia che si sdraia nuda sul pavimento (pulitissimo) per trovare un po' di sollievo dalla calura estiva! La mancanza di coraggio di Peppino che lo porta a chiudersi nella casa della sua amata, invece di organizzare la più comune fuitina, aspettando l'aiuto del padre! La loro prima notte d'amore in una camera bordo strada con l'acqua che penetra da ogni minima fessura del tetto! La soluzione? Aprire l'ombrello sopra il letto!

Geniale poi e veramente emozionante, l'incrocio finale nella loro corsa di padre e figlio ancora bambini.
Una corsa nel tempo che perde la sua cronologia e li fa incontrare a pari livello, solo per un istante.
Mentre l'orribile Bagheria di adesso chiassosa, violentata e grigia, torna nel suo color sabbia delle case basse, della terra senza asfalto alzata da gente che dà VITA alla STRADA.

Non so se questo film meriti l'Oscar o no. So che la fotografia lascia senza parole e che il regista ci ha messo il cuore: un bambino che cresce in tale povertà e riesce a credere che dentro una trottola possa sopravvivere una mosca viva, per me, ha già vinto!

P.S. Bravissimi e davvero non l'avrei mai detto, Ficarra e Picone. Non mancano camei di diversi attori famosi e la SISA della Bellucci, senza la quale non potremmo vivere!

NOTE STRETTAMENTE PERSONALI

- So di una polemica riguardo la cruenta scena di un bovino sgozzato realmente e ripreso durante il film. Ovviamente mi dissocio da questa decisione. Durante certe scene porto sempre le mani agli occhi quindi non so dire altro!

- Mi chiedo se un giorno un film italiano "esportato" potrà essere un po' più internazionale e originale, o dovrà SEMPRE parlare del tempo di guerra, di Mussolini e di povertà (vv Ciociara, La vita è bella etc.)

- Una triste consapevolezza mi ha assalita dopo qualche ora: i nonni contemporanei e quelli futuri (non tutti ovvio) frequentano palestre, hanno i SUV o le Smart, vanno in vacanza in Sardegna e si sforzano di rimanere giovani. Cosa ne sarà della figura che la parola NONNI ci evoca? Chi porterà avanti i ricordi negli anni futuri? QUALI saranno le cose da ricordare?
Chi si sdraierà per terra invece di accendere l'aria condizionata? Chi ci dirà che un tempo si andava dal macellaio per chiedere gli avanzi per il gatto che invece erano destinati a saziare una famiglia intera? Dove finiranno queste voci? Come possiamo tenerle con noi?
Come abbiamo fatto ad arrivare a questo vuoto emotivo?


Il film Baarìa di Giuseppe Tornatore nella recensione di Neversleep a cura di Roby.


   

  
  


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