L'eleganza del riccio, film e libro diversi dalla media.

  

L'eleganza del riccio di Muriel Barbery

Questa volta non abbiamo letto il libro, ma visto il film.

Spettacolare film diverso da tutti gli altri. Quanto è raro trovare un film che stupisca in tutto quel che il regista ci mette dentro? Interessante in ogni sua scena, in ogni suo momento, diverso e con un substrato simpatico e gioviale su cui poggiano le vicende piatte della vita di una portiera, di un signore giapponese e di una bambina di 8 anni fuori dal comune, occhialuta e vispa come una serpe, dotata di un cinico senso del commento e armata di una videocamera da reporter.

Tutto si svolge in un luogo perfetto per accogliere il rapporto tra gli strani personaggi della vicenda, tratta dal libro omonimo "L'eleganza del riccio", di Muriel Barbery.

L'avevamo sentito dire che era un libro fuori dal comune e che ha causato non pochi pianti per la fine così intensa che la storia porta con se.

E così, distrattamente su sky, mi sono sparato tutti i 150 minuti di film, senza preoccuparmi del finale, della catastrofe imminente che ci si attende da un momento all'altro, perché la storia, ha in se la magia, la magia di trasformare le paure e le preoccupazioni in una fiaba incantata dai personaggi mai scontati, umili e finalmente una volta per tutte, BRUTTI.

Ecco cos'è l'eleganza del riccio, un film e una storia in cui non vi è la bellezza esteriore, in cui l'essere diversi e lontani dalle mondane futilità è un pregio, un dono per pochi.

"Tutte le famiglie felici si somigliano, ma le famiglie infelici, lo sono ciascuna a modo suo".


   

  
  


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