Ministeri separati nella disinformazione via spot televisivo. Sale e cellulari.

  

Sembra proprio che il ministero della salute sia leggermente fuori forma. In un nuovo spot firmato proprio dall'ente nazionale di salvaguardia della zalute pubblica, presentato in anteprima in data 5 agosto 2009, alle ore 10.22 su RAI UNO, si affronta il tema del sale negli alimenti.

Fin qui, nulla da ridire; sono felice che ci sia una spiegazione chiara, al pubblico italiano del fatto che il sale in cucina sia un reale rischio per la nostra salute. Basti pensare (E questa è una mia semplice considerazione che non si evince dallo spot) che il sale nasce originariamente per conservare gli alimenti, cosa che oggi, grazie alle celle frigorifere non è più necessario.

Il problema di fondo è che lo spot dura circa 5 minuti, in cui non viene fatto altro che far vedere cinque donne di mezza età sedersi a tavola e parlare dei fatti propri. Solo alla fine, dopo circa 4 minuti di telenovela inutile e sicuramente costosa (e chi paga come sempre?) una delle signore prende la saliera e fa nevicare sul proprio piatto. Al chè una delle altre non fa altro che dirgli "ma lo sai che troppo sale fa male a questo quest'altro e quello?". Lo spot finisce così, con il classico logo del ministero.

La cosa che preoccupa, non è soltanto il fatto che non esiste alcuna spiegazione o approfondimento sui danni del mangiare salato, ma il fatto che una delle cinque signore del pranzo, arriva sulla sua porsche fiammante mentre parla al cellulare (senza auricolare). Parcheggia l'auto a finestrino aperto e ad evidente cellulare sorretto presso l'orecchio con mano sinistra.

Il tutto è confermato, e non è stata una mia visione, dal fatto che quando scende dall'auto è ancora al cellulare, e che tutte le amiche esclamano "sta sempre al telefono".

Non si capisce come uno spot firmato dal ministero della salute e della sicurezza sul lavoro (SICUREZZA soprattutto), possano mettere la firma sul benestare di una pubblicazione INUTILE, COSTOSA e DISEDUCATIVA.

Complimenti ancora una volta alla nostra classe politica, che sperpera soldi nostri in spot demenziali e diseducativi.


   

  
  


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