Vaccino Anti influenza A a bassa mortalità. Domande e mezze verità.

  

Ormai la situazione è chiara: l'epidemia d'influenza è in corso, la malattia si rivela per quello che è (10 volte meno letale dell'influenza normale – dice il Viceministro della Salute, e noi siamo d'accordo) anche se colpisce più i bambini degli adulti. Ma il vaccino tanto atteso non è ancora arrivato.

E non poteva arrivare: 24 milioni di dosi non si producono così, da un giorno all'altro; ce ne sono giusto un paio di milioni (e ci vorrà tempo per somministrarle tutte).
Quindi la vaccinazione, progettata per arginare il dilagare del contagio (ma non per proteggere da gravi conseguenze che, l'avevamo detto e lo stiamo verificando, non ci sono) non potrà mai assolvere il suo compito.

Anche se arrivassero veramente entro novembre le dosi mancanti (22 milioni), ci vorrebbero almeno due mesi per somministrarle tutte e ciascuna dose ha bisogno di alcuni giorni per suscitare nel soggetto vaccinato la risposta anticorpale: perciò, a occhio e croce, l’immunità diffusa capace di arginare il contagio non si potrebbe raggiungere prima della fine di gennaio, quando l’influenza sarà ormai passata.

E se è vero, come è vero, che il virus si diffonde velocemente, prestissimo il picco di incidenza sarà raggiunto e la frequenza del contagio calerà.
Ci troveremo così a spendere l’ira di dio di soldi, ad impiegare le risorse del Sistema sanitario in uno sforzo mai finora realizzato per avere un risultato uguale a zero.

Non sarebbe allora più sensato che il Viceministro della sanità salisse di nuovo sul podio su cui è salito ieri sera per la conferenza stampa e dicesse così:

"L'influenza è arrivata prima del previsto, ma per fortuna non è pericolosa. Questa estate pensavamo di poterla arginare con una campagna di vaccinazione di massa, ma non avevamo fatto bene i nostri conti. Il contagio si diffonde in fretta, per produrre i vaccini ci vuole tempo e ancora più tempo ci vuole per distribuirli e somministrarli. D'altro canto, detto fra noi, il vaccino che avevamo ordinato non era poi un gran che. Abbiamo deciso allora di vaccinare solo i soggetti a rischio e gli addetti ai servizi essenziali (anche se il vaccino non li proteggerà proprio tutti, probabilmente ne aiuterà molti). Domani chiederemo alla ditta farmaceutica a cui avevamo ordinato di produrre il vaccino di fermare le macchine: il vaccino ormai non ci serve più."


Fonte articolo http://www.uppa.it/articolo.php?id=43


Perché quindi non viene chiesto lo storno dell'ordine per la parte ancora non prodotta?

Una risposta potrebbe essere che così facendo si risparmierebbero soldi che non potrebbero altrimenti essere spartiti tra chi lo ha ordinato e chi lo sta producendo. O forse ci sfugge il vero motivo, che sicuramente esiste, ma che dovrebbe essere spiegato alle masse dal viceministro per evitare legittimi pensieri maligni come quello dell'inciucio.

E soprattutto... perché in merito all'influenza A e al suo vaccino, a parlare non è mai il ministro della salute ma sempre e soltanto il viceministro? Che abbiano trovato una testa di legno da far fuori qualora venisse a galla l'inciucio tra governo e casa farmaceutica?

E ancora... perché siamo costantemente bombardati dai media che parlano di virus terribile e di "ancora un altro morto qui, muore un altro bambino lì" quando la mortalità di questa forma influenzale è più bassa delle influenze tradizionali?

E ancora una volta, senza una risposta plausibile, lasciamo ai passeri l'ardua sentenza...


   

  
  


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