Turismo di Massa.

  

Un interessante articolo di Beppe Grillo sul Turismo di Massa.

Citiamo il testo integrale dell'intervento sulla homepage del blog di Beppe Grillo di Oggi, che ricorda come la scelta di un viaggio porti inevitabilmente alla morte dei luoghi oggetto di "culto". Proprio questa estate ragionavo con la mia compagna sulla finzione dei luoghi di villeggiatura. Ovunque vai, da Alberobello a Bronte, tutto quel che trovi sono souvenir dei trulli, barattoli di pistacchio DOC (in tutto il mondo c'è il pistacchio di Bronte; ma quanto pistacchio c'è in pochi ettari di terreno?).

Non riusciamo a trovare più da nessuna parte il gusto di entrare in un luogo che non sia stato costruito con l'intento di vendere qualcosa al turista. Non esistono più luoghi in cui gli abitanti possano continuare a farsi gli affari propri, vivendo una vita originale, e che il turista può godersi a distanza, ammirandoli nella loro vera essenza.

Gallipoli, Otranto, San Vito Lo Capo, ecc... tutte mete che costruiscono quel che lì non c'è mai stato, ossia la vita notturna per il turista. Ed ecco qui che nascono ristoranti e discoteche dove non ce ne sono mai stati, dove il cemento arriva ingombrante e sporco.

La vera vacanza è nei paesini di montagna lontani dal night life, dove quando arrivi ti guardano pure male, e dove se sei gentile puoi ritrovarti a chiacchierare con un novantenne rincoglionito ancora capace di raccontarti storie vere e autentiche, senza proporti finte favole legate alla sua zona per poi venderti il souvenir di turno legato al culto locale.


Odio il turismo di massa,
le cavallette che arrivano con i voli charter
in luoghi mai visti prima e che non vedranno mai più.
Odio il turismo di massa che trasforma gli agricoltori in camerieri,
i pastori in uomini delle pulizie e
il territorio in un campo giochi per bambini e per adulti.
Odio il turismo di massa che ruba l'acqua dai campi di grano
per le piscine e per i cessi dei grandi alberghi e che, però,
lascia in ogni camera le istruzioni per non distruggere il pianeta.
Odio il turismo di massa inconsapevole delle culture,
dell'alimentazione, della storia dei posti in cui si muove
frenetico e cieco con in mano una improbabile guida.
Odio il turismo di massa che trasforma posti antichi
e meravigliosi in una fotocopia delle periferie urbane in cui
trascorre la sua miserabile vita.
Odio gli ecomostri, le villette sul mare, i porticcioli
trasformati in una sequenza interminabile di ristoranti, pizzerie e bar.
Odio i mozziconi delle sigarette che hanno sostituito le conchiglie nelle spiagge.
Odio le bottiglie di plastica e le cannucce per le bibite che spuntano dalla sabbia,
al posto delle chele dei granchi e degli ossi di seppia.
Odio questo turismo grasso, sudato, ignorante con gli spettacolini
la sera e il buffet sempre aperto con cibi importati da chissà dove.
Odio il turismo di massa, il supermercato dell'estate con il carrello pieno
di cose inutili da mettere in vista al rientro nel salotto di casa.
Odio il turismo di massa che cancella i paesi, i linguaggi,
i visi antichi dei popoli, la gentilezza di chi non ha ancora subito la globalizzazione.
Odio il turismo di massa che omologa ogni cosa.

Tratto da: http://www.beppegrillo.it/2011/08/il_mondo_a_una_dimensione/index.html


   

  
  


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