I ristoranti turistici in centro città, sempre da evitare. Fregature e qualità scadente.
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Tutti noi prima o poi siamo vittime della terribile categoria dei "ristoranti turistici", quella cerchia di ristoranti scadenti e incapaci di proporre piatti di qualità e che hanno fatto della loro pessima cucina il modo migliore per abbattere i costi, poiché tanto, i malcapitati turisti, ignari della scarsa qualità del cucinato, finiscono sempre nella tela del ragno.
Il ragionamento è semplice e confermato nel 99% dei casi (la percentuale in questo caso è d'enfasi e non rappresenta di certo una misurazione statistica basata su grandi numeri); per quale motivo, io ristoratore del centro storico di Roma, Gallipoli, Firenze, dovrei spendere molti soldi per produrre cucina di qualità quando tanto i turisti "e chi li rivede più?"
E "tanto se hanno mangiato male il problema è il loro".
Questo ragionamento ci porta a preferire di gran lunga i posti di periferia, che invece devono lottare quotidianamente contro il mercato per conquistare e mantenere una clientela che ritorni periodicamente nel luogo a pranzo o cena. In questi posti la sopravvivenza del locale passa attraverso più qualità e maggiore cortesia, prezzi più onesti (e non da rapina, come i reportage delle Iene ci mostrano nei ristoranti turistici).
Ogni volta che, per necessità o presi dall'estro di qualche tavola esteticamente ben imbandita, ci siamo recati a mangiare nei ristoranti de centro storico di borghi turistici spinti come Gallipoli o i centri città storici italiani, la fregatura non si è fatta attendere.
Il consiglio è quindi sempre quello di girare la periferia e soprattutto di chiedere agli abitanti del posto dov'è che veramente si mangia bene. La risposta sarà quasi sempre "fuori porta".
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