"Sono stata Alice" di Melanie Benjamin: la vita (romanzata) di Alice Pleasance Liddell, la bambina che ispirò "Alice nel paese delle meraviglie"

  

Sono stata Alice di Melanie Benjamin.

Lo scorso marzo è uscita nelle sale cinematografiche l'attesissima versione di Tim Burton di "Alice in wonderland". Il risultato? Un enorme flop, almeno per me (e per molti critici!). Il film si è rivelato un'operazione palesemente commerciale e senza pathos. Rendere scontata e scadente una storia UNICA nel suo genere era un'impresa davvero dura e LUI c'è riuscito. La sensazione che ho provato è stata di inganno e tradimento; la firma di Burton alla regia è infatti servita come specchio per le allodole ed io sono stata una di queste.

Insieme al film sono usciti gadget di ogni genere,dal merchandising a libri rispolverati e ripresentati in nuove edizioni.

Lo scorso luglio, intenta nella spesa settimanale, vengo attirata dallo scaffale libreria del mitico Carrefour e cosa ci trovo? "Sono stata Alice". Non una biografia ma un "racconto" sulla vita di Alice Pleasance Liddell, l'amica-bambina di Charles Dodgson (Lewis Carroll) alla quale lui dedicò il suo libro più famoso. La tentazione iniziale è stata quella di ignorare il richiamo: non volevo essere di nuovo un'allodola! Ma poi lo sconto di €3 mi ha convinta!

Il libro ha accompagnato la mia estate con grande piacere.

Partendo dalle vere notizie riguardo la protagonista, l'autrice descrive la storia di una donna in epoca vittoriana, dall'infanzia più o meno spensierata, passando all'adolescenza, ai primi amori fino allo scontro con la dura realtà: il libro che renderà Alice immortale sarà, infatti, la sua condanna.

Ciò che rende questo libro speciale, è il fatto che l'autrice azzarda (e lo fa davvero, verso la fine, quando ormai non ci speravo più) nel descrivere un episodio che possa aver portato alla rottura nel rapporto della famiglia del decano di Oxford (padre di Alice) con mr Dodgson, insegnante di matematica ed amico intimo della famiglia. Oxford era allora, un piccolo paese e durante l'epoca vittoriana era davvero facile creare scandali.

Lewis viene descritto come un timido balbuziente pieno di fantasia; i suoi 20 anni più di Alice, non gli impediranno di subire il fascino di questa donna-bambina così sicura di sè.
Egli continuerà a cercarla sempre, in tutte le altre bambine-amiche che fotograferà per il resto della sua vita. La fotografia, in particolare con soggetti di bambine, era una passione dello scrittore: sembra che egli richiedesse sempre la presenza dei genitori durante le pose, come impaurito da qualche spaventosa pulsione.

Charles Dodgson (Lewis) rimane, quindi, sullo sfondo della storia, come un attento osservatore, un angelo custode, mentre Alice proseguirà la sua vita crescendo agli occhi di tutti, tranne ai suoi.

Una vasta gamma di emozioni può investire il lettore romantico: Alice, anche se molto (troppo?) tardi, troverà la propria felicità, quando Sir Dodgson che, senza volerlo, l'aveva maledetta, sarà la sua salvezza.

Il libro racconta una breve e passionale relazione di Alice col principe Leopold: la presenza di una spilla di diamanti regalatale dal Principe e indossata da Alice sul proprio vestito da sposa in occasione del matrimonio con Reginald Hargreaves, ne avvalora l'ipotesi. Alice e Leopold daranno, inoltre, ai propri figli (avuti con i rispettivi sposi) l'uno il nome dell'altra.

Lascio che il resto della storia venga scoperto dai tanti lettori, appassionati ed incuriositi come me, dalle origini di un capolavoro.

Dopo aver cercato a lungo un legame tra l'Alice personaggio e l'Alice persona, è stata una gioia riconoscere la MIA Alice nelle pagine di Melanie Benjamin.


   

  
  


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