Quando la natura si ribella agli alpinisti, nel nome del rischio.

  

La stagione invernale si avvicina e gli amanti della montagna e della neve iniziano a preparare l'attrezzatura per affrontare le vette o le discese più o meno colorate, in base al grado di difficoltà. E' sempre piacevole trascorrere una giornata al sole facendo una passeggiata con gli scarponi che affondano nel manto nevoso.

Per i bambini poi, queste sono esperienze indimenticabili, ma anche gli adulti amano la magia del bianco.

Ma si sa, in montagna, sia in estate che in inverno, ci sono pericoli a volte improvvisi quali una tormenta di neve inaspettata o un temporale estivo intenso ed allora la preparazione è indispensabile, a volte può salvare la vita.

Ora, a fronte di tutte le disgrazie verificatesi nel corso degli ultimi anni, si è arrivati a pensare di creare una sorta di norme comportamentali che prevedono sanzioni per chi non le rispetti, ma OVVIAMENTE gli interessati non ne sentono il bisogno.

Gli scalatori dicono in coro NO, non vogliamo sanzioni, vogliamo essere lasciati liberi di RISCHIARE, ma andatelo a raccontare ai genitori di tutti quei bellissimi ragazzi che sono morti lo scorso inverno per andare a soccorrere degli idioti che avevano il DIRITTO DI RISCHIARE, o a tutti quei poveri sherpa che si arrampicano sull'Everest dietro a quei figli di papà che non sanno come trascorrere il tempo.

Ma andate a lavorare, e lasciate che gli uomini della protezione civile o del soccorso alpino vengano impegnati in salvataggi più umani, meno gloriosi ma più equi! La stupidità umana ha già provocato troppi danni al pianeta, e questi incoscienti anzichè porre rimedio agli scempi che "provocano" il risentimento della natura, continuano nell'errore, anzi dopo aver insozzato tutti i mari e le pianure, hanno portato immondizia anche sulle vette più alte, in nome del DIRITTO DI RISCHIARE.

Abbasso l'alpinismo!


   

  
  


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