Tra aneddoti, racconti e storie vere con un bel bicchier di vino.

  

Tra vino e racconti in un piccolo paese di campagna.


Le radici degli individui, siano essi uomini o donne, ad un certo punto della vita, diventano importanti, questo perchè la provenienza e l'appartenenza ad un certo popolo ed alla sua cultura ci aiuta a crescere con maggiore sicurezza, quasi come una guida, un supporto che ci rende più agevole il cammino.

Questa sensazione è ancor più intensa quando si torna al proprio paese natio, dove si è trascorsa una porzione di vita e i ricordi sono lì, basta ripercorrere un sentiero di campagna e torna in mente di quella volta che, passeggiando e raccogliendo more, all'improvviso attraversò la stradina una vipera e tutti ci mettemmo a urlare di paura.

I racconti degli anziani poi, erano una vera delizia, la ricerca degli aneddoti che riguardavano i miei antenati si faceva sempre più accanita, desiderosa di apprendere e conoscere meglio quale tipo di vita avevano condotto in quel piccolo, sperduto angolo di mondo.

Nella mia famiglia, ad esempio, ci fu una tragedia che ricorda un pò la vita alla corte del Re Sole. Secondo quanto raccontato da miei anziani parenti, il mio bisnonno rimase orfano all'età di otto anni perchè suo padre che era al servizio del Re d'Italia nella tenuta di Castel Porziano, con la qualifica di primo fattore del re, fu avvelenato per invidia dai suoi colleghi che ambivano al suo posto.

Venuto a conoscenza dell'accaduto, il re fece chiamare il mio bisnonno rimasto orfano e gli fece confezionare un bel vestito nuovo, come risarcimento per la grande perdita.

Si raccontavano anche storie molto divertenti ed aneddoti esilaranti sui vari personaggi che popolavano il paesino, trovavo straordinario il modo che avevano i narratori, di far rivivere i personaggi dei loro racconti, coloriti e vivi, con i loro difetti, virtù, vizi, ma incredibilmente umani.

Questi momenti riuscivano ancor meglio dopo aver gustato un bicchiere di vino, magari dalla propria botte, nella cantina sotto all'abitazione. Andavano orgogliosi del proprio prodotto anche se era vino con scarsa gradazione e piuttosto acidulo, a causa dell'altitudine.

Non di rado qualcuno più generoso, ad un certo punto della serata, e per non bere a stomaco vuoto, si decideva a staccare dal soffitto un salame o un prosciutto, quasi sempre di nascosto dalle mogli, che su quelle prelibatezze avevano già messo l'ipoteca.

Si andava avanti così per ore, e ad un certo punto un altro partecipante faceva l'offerta di spostare il resto della serata nella propria cantina, naturalmente l'invito era subito accettato e così ci si avviava un pò barcollanti verso un'altra botte, ma il vino era sempre dello stesso tipo, cioè brencio (acidulo).

Le storie che ascoltavo, vere o inventate che fossero, fanno ormai parte di me, e ogni volta che aggiungo un piccolo pezzo della vita vissuta dai miei antenati, è come se aggiungessi tessere ad un mosaico che alla fine formerà il quadro completo della mia vita.

Mi piacerebbe poter riuscire a trasmettere questi miei ricordi e sensazioni ai miei discendenti, ma mi rendo conto che questi hanno già iniziato autonomamente ad accatastare ricordi, grazie all'attaccamento che anch'essi dimostrano per le loro origini,
e grazie anche un pò a me.

Evviva la campagna!


   

  
  


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