A Lorenzo Noti, l'amico silenzioso.

  

E così te ne sei andato!

Silenzioso amico e compagno di tante escursioni, sei voluto partire come facevi sempre, al mattino, alle prime luci dell'alba prendevi il tuo zaino, lo riempivi di quello che ritenevi indispensabile per affrontare la salita su verso le cime delle nostre amate montagne.
Non dimenticavi mai il tuo ombrello, anche se il sole spaccava le pietre e noi, meno esperti di te ti prendevamo in giro per questo. Ma avevi sempre ragione tu, prima o poi il temporale ci sorprendeva ed allora tutti noi speravamo che il tuo ombrello potesse ammantarci allargandosi a dismisura.

Ci sorprendevi e ci divertivi con le tue rarissime, geniali, battute ironiche, e stimolavi in noi la tenerezza, quando, solo soletto, ti avviavi verso la tua casa, vuota di affetti e ti accingevi a preparar la cena che da solo consumavi.

Ma poi tornavi tra noi e, guardando le stelle, seduti sulle scale della mia casa, o lungo il ciglio della strada, vagheggiavamo di antiche storie e aneddoti succosi, pianificando il domani.

Ci eravamo dati un nome, lo sai, in memoria delle nostre escursioni affollate di fastidiosi insetti e a te piaceva preparare gli scacciamosche che avrebbero tenuto lontano i tafani che in montagna ci assalivano numerosi.

Provasti, una volta, a scacciarmeli di dosso con un bastone, ma poi pensando che potesse essere peggiore il rimedio del male in sè, decidesti che era meglio continuare con l'innocuo ramoscello fronzuto.

Apprezzai questa tua gentilezza e non mi arrabbiai neanche quella volta che mi spaventasti imitando il verso del cinghiale, quando, sola sola me ne andavo a camminare verso il bosco e dovetti fuggire correndo all'impazzata.

Ora mi congedo da te, unitamente agli altri componenti della BANDA DEL TAFANO; ti chiedo solo di tenere compagnia a colui che per primo si è avviato su per l'erta strada, e non dimenticare il ramoscello fronzuto.

Un abbraccio

Elisa


   

  
  


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