Dio è una gomma.

  

Nessuno ce ne voglia per l'affermazione che segue. E' una battuta di spirito che niente ha a che vedere con il Dio dei cristiani. E' generica e ovviamente scherzosa e contiene una componente geniale di sillogismo che la rende simpatica.

"Dio cancella i peccati.
I peccati sono errori.
La gomma cancella gli errori.


ergo

Dio è una gomma.
Dio Gomma."

Per riparare dal torto fatto a Dio, ecco di seguito una fantastica storiella riparatrice.

La gomma di Dio, storia di Franco Colizzi.


C'era una volta, in una graziosa cittadina dell'Italia meridionale, le cui bianche e antiche case erano dipinte a calce, una bambina il cui nome era Ivana. Aveva appena compiuto otto anni, era piuttosto alta, con dorati e lunghi capelli, slanciata e gentile nel portamento, quasi sempre sorridente.

Come tutte le altre bambine, coltivava tante idee e tante fantasie. Spesso, cercava di dar corpo alle idee e vita concreta alle fantasie. Questi tentativi,come potete anche voi certamente immaginare, destavano stupore negli adulti e producevano effetti che talora si propagavano oltre le mura domestiche arrivando a contagiare le amiche e le compagne di scuola.

Ma la volta di cui sto per raccontarvi, miei piccoli ascoltatori e lettori, il risultato dell'ennesima, per quanto semplice, fantasia fu una scoperta così mirabolante, ma così mirabolante che sicuramente stenterete a crederci. Se pensate che io sia un racconta balle, beh, fuochino!, eppure in questo caso dovete sapere che alcuni scienziati, dopo anni e anni di laboriose ricerche su antichi libri e dopo essersi spremute le meningi fino a farsi venire il mal di testa, hanno fatto esattamente la stessa scoperta.

Insomma, mi crediate o no, ormai ho deciso di narrarvi comunque questa incredibile storia, questa quasi favola affinchè tutti possiate conoscere - fate bene attenzione - da dove viene la bellezza del mondo. Grazie a questo sapere, che non si insegna a scuola, potrete provare un briciolo di gioia quotidiana in più e perfino, talvolta, profondi sentimenti di gratitudine e di beatitudine.

Come tutti voi, e come me anche se non ho più la vostra meravigliosa età, Ivana era molto curiosa di tutto ciò che la vita ci squaderna dinanzi. In quel periodo della sua intensa ma ancor breve esistenza, perciò, a furia di giocare con le bambole, di lavarle, vestirle,ordinarle e renderle più belle, di farne persino dei modellini colorati quasi fosse una modista, arrivò ad odorare di nascosto i profumi della mamma, a scoprire le differenze tra i diversi saponi e dentifrici, a manipolare e spruzzare dopobarba ed acque di colonia, a tentare mescolanze di shampoo, bagnischiuma, latti per il corpo, balsami, gel e altre diavolerie del genere. Soprattutto la affascinavano le confezioni sempre nuove dei prodotti di bellezza che trovava in casa, che metteva sossopra al supermercato quando accompagnava la mamma a fare la spesa e che agognava senza ritegno dalla parrucchiera (ottenendone invariabilmente dei campioni). Le nacque così la fantasia di realizzare da sé una gamma di prodotti di bellezza da tenere in bella mostra nella propria stanza. Eh sì, sarebbe stato stupendo! Ma come fare? Questa volta era per davvero una pura fantasticheria! Ivana dovette rassegnarsi all'impossibile, ma le restò dentro un grande desiderio insoddisfatto. E forse fu proprio quell'enorme, appassionato desiderio, una mattina, in classe, a spingere un'idea semplice, ma geniale, a far capolino nella sua mente. La superficie del suo banco - era l'ora di disegno - era tutta ricoperta di residui grigi e colorati delle sue gomme per cancellare. Questo tappetino di briciole le parve come la manna dal cielo di cui parlava la Bibbia. Raccogliendolo di volta in volta si sarebbero potuti riempire vasetti, flaconi, boccette, ampolle e bottigliette.

Ivana avviò immediatamente la raccolta dei filuzzi e delle particelle di scarto che via via, in quantità ormai crescenti, andava producendo. Ma i risultati non la soddisfacevano: uffa!, ci voleva troppo tempo perché si colmasse una sola boccetta! Presto, però, con uno spirito da piccola imprenditrice, trovò il modo per ammassare grandi quantità di frammenti di gomme in breve tempo, chiedendo alle compagne di scuola di fare la sua stessa operazione di raccolta e di darle le montagnole in tal modo ricavate. L'idea si rivelò ben presto fruttuosa ma, quando le altre bambine si misero di buzzo buono per realizzare anch'esse i prodotti di bellezza di gomma riciclata, ne venne stravolto il normale funzionamento della scolaresca. Chi fosse entrato in aula in quelle ore si sarebbe trovato di fronte non tanto ad una classe di alunni quanto piuttosto ad una fabbrica in miniatura: oramai si cancellava solo con l'obiettivo di produrre materiale di risulta! Le maestre osservavano con sgomento l'imprevisto affermarsi della catena di montaggio a scuola, fortunatamente ancora con allegria e senza alcuna caratteristica di sfruttamento della manodopera. Tuttavia il loro atteggiamento saggiamente tollerante cambiò bruscamente quando qualcuno - ora nessuno ricorda più esattamente chi - introdusse una deflagrante innovazione teconologica: la grattugia. Era, in effetti, un modo semplice ma efficace di passare dalla produzione, per dir così, puramente passiva dei materiali ad una produzione attiva e praticamente su scala industriale. Anche perché ben presto qualsiasi superficie ruvida e rugosa venne adoperata per la bisogna. Il processo produttivo, per giunta, era stato perfezionato con l'utilizzo dei colori a pastello, anch'essi grattugiati al fine di ottenere miscele ben più odorose e variopinte per i prodotti di bellezza delle operose bambine. La rivoluzione industriale venne dunque, seppur a malincuore, stroncata in classe dalle maestre del modulo. Ma il lavorio proseguì indefessamente fuori della scuola, lentamente assestandosi su livelli meno ossessivi.

Alcuni mesi dopo l'inizio di tutto questo pandemonio, arrivò il periodo della prima confessione di Ivana. La bambina imparò il "Confesso" e l'"Atto di dolore" e si preparò diligentemente e con tutto il cuore a spiattellare al prete i suoi peccati. Nel cercare di immaginare bene quali mai potessero essere le sue mancanze, si interrogò a lungo su come sarebbe avvenuta poi l'annunciata cancellazione dei peccati. Il giorno fatidico, in chiesa il sacerdote illustrò per bene la faccenda e Ivana finalmente la comprese con chiarezza. Dio, spiegò il ministro di culto ai bambini (e ai genitori) convenuti per la prima confessione, fa esattamente come fate voi a scuola quando cancellate gli svarioni sul quaderno. Il Signore, però, possiede una matita grande grande e una gomma molto speciale. Con questa gomma cancella qualsiasi peccato, ogni cosa negativa di cui l'uomo si penta e con la matita scrive e disegna per noi, al posto delle cattiverie e delle brutture, tante cose belle. Ivana non potè fare a meno di pensare che con quella gomma magica i suoi prodotti di bellezza sarebbero stati veramente eccezionali, anzi divini. Ma subito si disse rispettosamente che quella era l'unica gomma che proprio non si poteva grattugiare. "Se no poi Dio come farebbe?" ammise con preoccupazione. Ciò nonostante, la notte stessa della confessione (ormai i suoi peccati erano stati tutti cassati) Ivana sognò a lungo di stare al settimo cielo estasiata a grattugiare la gomma di Dio. Che bello! Non si finiva mai... la gomma era infinita e le particole cadevano giù come stelle filanti. Quanti colori mai visti, quante boccette riempite fino all'orlo ... ormai il pulviscolo della gomma di Dio traboccava dai contenitori e si spargeva per ogni dove, lontano lontano, su tutto il mondo, e tutte le cose diventavano fascinose e splendenti, ovunque non c'era altro che luminosità e bellezza accecante, il verde era brillante, il giallo era raggiante, l'azzurro era lucente, le voci della gente suadenti, i sorrisi soavi, i dolori addolciti, la malvagità e la violenza rivestite di bontà e di tenerezza fraterna.

Il mattino dopo, Ivana si svegliò completamente rilassata, consapevole del sogno e del suo essere parte del mondo. Comprese che non è vero che la gomma di Dio non si può sbriciolare. Anzi, aveva scoperto che la gomma di Dio è l'unica che si può grattare per sempre, all'infinito, senza mai esaurirsi. Ora capiva perché il mondo è così bello, ora sapeva che per ogni atrocità, per ogni nefandezza, per ogni orrore, per ogni dolore che l'uomo mette nel mondo e per la stessa misteriosa nostra morte c'è redenzione. Perché c'è in cielo una bambina senza tempo che continua amorosa a grattugiare la gomma di Dio e a spanderne ovunque la religiosa bellezza di vita.

Oggi Ivana è cresciuta, non è più una bambina e non sa nemmeno se Dio c'è ("e se ci avessero preso in giro?"). Ma da allora ella continua a scorgere in ogni cosa, in ogni pianta, in ogni animale e in ogni persona la bellezza instillata dalle invisibili particole della gomma di Dio che una bambina in cielo, la stessa che è custodita nella sua persona adulta, non smetterà mai di grattugiare per lei.

Miei cari ascoltatori e lettori, ora sapete da dove ha origine la bellezza del mondo. Ora sapete anche che essa non si vende e non si compra ma la si ottiene gratuitamente imparando a riconoscerla ovunque.

Quando, nella vostra vita futura, vi capiterà di incontrare il male, non scoraggiatevi dunque. Ricordate che ognuno di voi ha in cielo un bambino o una bambina che sta grattugiando la gomma di Dio. Presto la bellezza del mondo tornerà a sorridervi.

Franco Colizzi

http://www.cittavivaostuni.it/creativa/gommadidio.htm


   

  
  


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