Il latte fa male.
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Il latte fa male?
Dallo studio eseguito da Allen Carr sul proprio saggio sull'alimentazione "è facile controllare il peso se sai come farlo" (dallo stesso autore di "è facile smettere di fumare se sai come farlo"), e da altri studi interessanti sugli ambienti acidi, emergono interessanti punti di vista su uno degli alimenti più consumati dagli esseri umani in età adulta: il latte.
In particolare, il ragionamento di Carr parte dall'assunto che l'essere umano è l'unico animale che, una volta svezzato, continua a bere il latte, mentre gli altri animali bevono latte solo in fase di allattamento, rinunciando completamente all'alimento in età adulta. Questo naturale rifiuto per il latte in età adulta deriva dalla modifica radicale che subisce l'apparato digestivo nelle specie animali in fase adolescenziale (uomo compreso), portando l'intestino e l'apparato digerente di tutte le specie animali a perdere completamente la capacità di digerire il latte.
Questo ragionamento potrà in apparenza sembrare banale, soprattutto per l'apparente evidenza che ciascun essere umano riesce a digerire il latte (solo gli intolleranti al lattosio si trovano ad avere problemi nel digerire una mozzarella).
In realtà i danni da assunzione di latte, lattosio e latticini, in età adulta sono subdoli e altamente invasivi. Di seguito analizziamo questo particolare ed innovativo punto di vista, che porta a poter dire che il latte faccia male.
Siamo nati con il dogma che il latte "fa bene alle ossa" poiché ricco di calcio. In realtà chi afferma questo dovrebbe informarsi meglio.
Il latte è uno strozzino della peggior specie, quegli strozzini che vi fanno un prestito di calcio ma poi, se non gli restituirete il totale con elevatissimi interessi, vi presentano il conto e a "spaccarvi le ossa".
E' vero, il latte contiene calcio, utile alle ossa, e per questo viene da dottori e dietologi consigliato in modo insistente, per la cura dell'osteopenia e dell'osteoporosi. Il che sarebbe anche vero, se il latte non contenesse anche proteine animali, acide, che, per essere smaltite, necessitano un forte consumo di calcio da parte dell'organismo, che viene sottratto dalle ossa.
Come uno strozzino, il latte vi presterà inizialmente una buona quantità di calcio, ma alla fine del ciclo digestivo e di assimilazione, ne consumerà più di quello che vi avrà dato. Le proteine del latte, sommate a quelle provenienti dalla carne rossa, obbligheranno il vostro organismo a sottrarre calcio alle vostre ossa per poter provvedere allo smaltimento delle proteine.
Esiste dunque quello che viene in gergo chiamato "bilancio del calcio": è importante che il calcio acquisito con la dieta sia maggiore di quello perso. In caso di bilancio in negativo si aggraverà l'osteoporosi negli anziani, o si innescherà il processo di generazione di osteoporosi nei giovani.
In generale, nelle nazioni in cui si fa grande uso di latte l'incidenza di osteoporosi è elevata, mentre è rara nei paesi dove non si fa uso di latte. É riscontrato che tra gli esquimesi, che assumono oltre 2.000 mg di calcio derivato dal latte al giorno, l'osteoporosi raggiunga livelli elevatissimi.
Ancora una volta Allen Car, dopo essere riuscito a salvare oltre 9.000.000 di fumatori, ha fornito un nuovo spunto di approfondimento su un argomento decisamente poco comune.
Un importante approfondimento ulteriore è quello legato al follow up di pazienti con osteoporosi che rimuovono il latte e latticini dalla propria alimentazione, mostrando come per la prima volta, si inverte il progredire dell'osteoporosi, proprio eliminando il latte dalla dieta.
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