La televisione fa male, il telefonino fa male e i bambini crescono soli.

  

Quando i bambini sono soli davanti alla televisione.

Ho letto la notizia di Repubblica riguardante la solitudine dei bambini, supertecnologici e super accessoriati, ma comunque soli. Vivono in appartamenti, inscatolati ed esiliati, magari con un solo genitore, al massimo con un fratello, con nelle orecchie le cuffiette musicali e tra le mani telefonini, giochi elettronici e via dicendo.

Allora il mio pensiero va all'infanzia dei bambini di una volta, quelli che avevano una famiglia "normale" composta da un padre, una madre e qualche fratello. Molto spesso nella stessa casa vivevano anche dei nonni, inesauribile fonte di saggezza e di storielle, sempre pronti a sfornare qualche dolcetto fatto con ricette d'altri tempi.

Quando i bambini non avevano telefonini e televisioni

Ricordo, quando non c'era la televisione, le serate trascorse ad ascoltare i racconti dei vecchi, magari attorno al camino acceso, noi bambini assonnati ma incantati dalle storie tramandate dai grandi, tra loro vi erano veri e propri poeti, grandi appassionati di antichi scritti, conoscitori di brani della Divina Commedia a memoria, vecchi che al massimo avevano frequentato la quarta elementare.

Quanta magia scaturiva dalla voce del narratore e più il sonno si impadroniva degli occhi, più le orecchie restavano vigili e una volta sotto le coperte, proseguiva nel sogno il finale della storia, cosicché al risveglio tutto si confondeva, tra sogno e realtà.

All'arrivo del giorno, in estate si viveva all'aperto, si saliva sugli alberi, si raccoglievano i frutti selvatici, magari si tornava a casa con le ginocchia sbucciate, ma l'allegria era genuina e prodotta da cose semplici, come tirare i sassi in uno stagno, o sfidare i compagni ad una improvvisa corsa fino al prossimo albero.

Tornando a casa si poteva incorrere in qualche rimprovero per aver rotto il pantalone o per essersi sporcati i vestiti, ma poi tutto veniva perdonato e la vita scorreva, naturalmente, con la certezza che il domani sarebbe stato ancora meraviglioso.

Ora i nostri bambini sono costretti alla solitudine e, in alternativa a questa, a stressanti impegni forzatamente imposti, in nome dell'attività fisica a tutti i costi, anche contro la loro volontà, nel nome del culto del corpo, piccoli emuli di giovani Narcisi che trascorrono un terzo della loro giornata a fare dei loro muscoli un'attrazione.

Che tristezza!

Mammut


   

  
  


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