Il "bamboccione" una tantum, figli a casa di passaggio.

  

Siamo abituati a sentire storie di madri che compiono gesti innaturali verso i propri figli, purtroppo siamo costantemente aggiornati sulla crudeltà momentanea o cronica di certi genitori, ma poi, più raramente, abbiamo notizia di qualche "madre coraggio" che dona la vita o magari qualche organo, per rimediare agli errori commessi dalla natura.

Ma, molto spesso, mi ritrovo a riflettere sul "silenzio" intorno a quelle madri che, annullando a volte la propria femminilità, la propria esistenza, trascorrono la vita accanto ai figli bisognosi di cure, chiuse nella penombra della loro casa, quasi a voler ergere un muro tra il mondo esterno e la loro ricerca quotidiana del benessere dei propri figli.

E poi ci sono quelle madri, più fortunate per ever figli sani e che, anche da adulti e magari "sistemati", di tanto in tanto si recano a far loro visita. Queste donne, la maggior parte credo, ed io poco modestamente mi ci rispecchio, traggono attimi di felicità nell'accudire i propri rampolli, anche se, a detta di qualcuno, molto in alto, ma non molto alto, fa di loro dei "bamboccioni".

Trascorrere la mattina della domenica in silenzio, per non svegliarli, come quando erano bambini, e attenderli in cucina, per vederli ancora una volta insieme, coccolarsi e giocare come ai vecchi tempi, beh, sfido ogni mamma degna di essere chiamata tale, a non gongolare a questo tenero spettacolo.

E preparare una crostata per addolcire la colazione, magari consumata quando normalmente si pranza, e assistere alle loro scaramucce innocenti e tornare a far da paciere, per non turbare la serenità ristabilita, queste piccole cose fanno di una domenica autunnale, un giorno di festa.

Evviva la famiglia riunita!


   

  
  


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