La formazione Continua: facciamo il punto con l'Isfol
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L'Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori) ha pubblicato e reso noto da poco il suo XII Rapporto sulla Formazione Continua. Il rapporto analizza i dati della formazione continua relativi al biennio 2010-2011.
Il primo dato emerso è un dato allarmante: nel 2011, gli adulti di età compresa tra i 25 ed i 64 anni che hanno affrontato percorsi d'istruzione sono calati dal 6,2% al 5,7% . Il numero è molto basso sia rispetto all'obiettivo europeo del 12%, sia rispetto ai livelli di altri paesi europei, in particolare del Nord Europa (il 32,3% della Danimarca, il 25% della Svezia, il 16,7% dei Paesi Bassi).
La decrescita osservata dall'Isfol si inserisce nel trend negativo iniziato nel 2008, anno in cui la crisi economica e finanziaria ha fatto la sua prima apparizione. Nei quattro anni precedenti, il numero di persone inserite in un percorso d'istruzione si era mostrato in costante ascesa.
Disaggregando i dati del 2011, l'Isfol ha messo in evidenza una partecipazione femminile maggiore rispetto a quella maschile. Questo fenomeno è stato spiegato come il riflesso di una grave anomalia. Si legge ad esempio sul sito dello IAL ? uno degli Enti più attivi nel campo della Formazione continua ? che anche in Italia “come negli altri paesi mediterranei e dell'Est Europa, (...) le donne, per essere competitive sul mercato, sono costrette ad alzare livello di istruzione e formazione, ma trovano ugualmente minori sbocchi occupazionali”.
Un altro dato interessante è quello che riguarda la distribuzione geografica dei partecipanti: percentuali più elevate al Centro e nel Nord-Est (6,3% e 6%), più basse invece nel Nord Ovest (5,6%), nel Sud (5,1%) e nelle Isole (5%).
Nella ricerca Isfol emerge anche l'importanza assunta ormai dai Fondi paritetici interprofessionali, che hanno approvato tra il gennaio 2011 e il giugno 2012 ben 29.700 piani formativi, destinati a 2 milioni e 300 mila partecipanti appartenenti a più di 61 mila imprese. Gli occupati (in particolare del settore privato) sono stati coinvolti in attività formative grazie alle richieste delle aziende ai Fondi paritetici. I disoccupati, invece, hanno beneficiato maggiormente delle iniziative formative organizzate dalle Regioni.
Per approfondimenti sul tema visitare la pagina dello IAL dedicata alla formazione continua
Per scaricare il XII Rapporto Isfol sulla Formazione continua visitare l'apposita pagina Isfol
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Le antenne dei cellulari sui tetti dei palazzi fanno male?
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Questo articolo è dedicato a tutti coloro che vogliono in qualche modo sapere se le antenne dei cellulari, quelle installazioni che si vedono sopra i palazzi, fanno male a chi vi sta sotto.
Per chi non lo sapesse, i condomini prescelti dalle compagnie telefoniche per ospitare gli impianti, ricevono delle proposte di installazione delle antenne corredate da offerte economiche per l'affitto dello spazio e per il disturbo. Ad avanzare l'offerta è la compagnia telefonica di turno che necessita di snodi per la telefonia cellulare in una determinata zona, per ampliare la copertura della propria offerta di telefonia mobile.
Molti cittadini credono erroneamente che il proprio cellulare si colleghi alla rete tramite il satellite in cielo, quel macchinario che ruota in orbita nell'atmosfera terrestre. Niente di più errato!
Le antenne a cui si collegano i telefoni cellulari sono queste che vedete nella seguente foto, e che oramai sono in tutte le città (e ovunque prenda un cellulare).
La proposta di installare l'antenna sul tetto del condominio viene presa sempre in malo modo dai condomini abitanti del palazzo, che pensano giustamente di venire così posizionati proprio sotto al un fascio di radiazioni. Tutto questo però sarebbe ricompensato dalle compagnie telefoniche che pagherebbero il condominio (e quindi i condomini) per la presenza dell'installazione.
Come si vede anche dalla foto però, l'emissione di onde elettromagnetiche non avviene verso il basso, ma verso l'esterno del palazzo, per cui paradossalmente proprio gli abitanti del palazzo che ospita l'antenna, non sarebbero raggiunti dal cono di radiazioni, mentre i palazzi accanto sarebbero riccamente colpiti.
Morale della favola?
Conviene installare le antenne sul proprio tetto, accettando la proposta economica e guadagnare soldi, rimanendo sotto l'ombrello del cono d'ombra che copre il palazzo sotto l'antenna, piuttosto che rifiutare l'offerta e trovarsi poi le antenne installate sul condominio di fronte, che oltre a guadagnare, sparerebbe su di noi le sospette pericolose radiazioni.
La pericolosità delle radiazioni dei cellulari
Studi precisi in merito non sono mai stati resi pubblici. Di sicuro c'è che i telefoni cellulari fanno male alla salute, come anche mostrato dalla trasmissione televisiva LE IENE. Qualcuno direbbe che questo non dimostra che anche le antenne facciano male, anche se la domanda sorge spontanea: "perché non dovrebbero far male visto che emettono radiazioni centinaia di volte più potenti di quelle di un cellulare?".
Par condicio
La Repubblica pubblica uno studio che afferma che le antenne sui palazzi non fanno male. Per equità diamo anche informazioni opposte al nostro punto di vista. Potete trovarle qui.
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Come allenare i glutei: quali esercizi funzionano meglio?
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L'estate si affaccia alle porte e il pubblico femminile si prepara al rimorchio con sfoggio del sedere in spiaggia. In generale però, le donne amano e tengono molto al loro posteriore. Sicuramente più degli uomini, che in palestra statisticamente praticano più l'allenamento delle braccia, perché è la parte che fuoriesce dalle magliette e che più di tutte esprime la potenza maschile.
Le donne invece iniziano il loro allenamento nei primi mesi dell'anno, verso gennaio o febbraio, con l'obiettivo dei glutei perfetti entro tre o quattro mesi, in tempo in tempo per andare al mare in costume e far fuori quei chili di troppo accumulati durante l'inverno e sotto le feste natalizie.
Ma quale è il modo migliore per allenare i glutei?
Sicuramente recarsi in palestra e fare un programma di allenamento con il personal trainer o con l'allenatore della palestra, ma anche l'home fitness (allenamento in casa) non è da sottovalutare, soprattutto perché l'allenamento dei glutei richiede uno spazio ridottissimo in casa, e un semplice tappetino da poche decine di euro.
E il programma di allenamento?
Online, soprattutto su Youtube, oramai spopolano con centinaia di migliaia di visite, i video di esercizi mostrati in 3D da manichini che spiegano correttamente come eseguire esercizi snellenti con tanto di "un, due, un due" per dare il ritmo e tenere il tempo dell'allenamento. Piccole pillole in video di massimo un qurato d'ora al giorno, e che in pochi mesi vi porteranno ad avere un buon lato B da mostrare ad amici e perché no... ai bei tipi da spiaggia!
L'approfondimento consigliato per esercizi allenanti per i glutei è disponibile QUI.
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Andare long e andare short: cosa significa?
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Nel trading online, è sovente trovare l'espressione "andare long" oppure "andare short". Il riferimento è all'azione di aprire delle posizioni azionarie di due tipi differenti, sempre nominate operazioni long e short. Per chi sta agli inizi nel vasto mondo degli investimenti online, sono espressioni che non danno una chiara idea del loro significato.
Andare long e andare short: cosa significa?
Cosa vuol dire esattamente andare long nel Forex? In sostanza, dare vita ad una posizione LONG, vuol dire fare un acquisto di titoli con l'idea che saliranno, quindi in cui si dovrà attendere la crescita del valore delle azioni o della valuta che si è acquistata. Nel Forex è possibile inoltre fare margini anche qualora il valore dell'azione scendesse, vendendo azioni che non si posseggono, per ricomprarle quando il valore scende, facendo margini sulla differenza. In questo caso, si tratta di operazioni SHORT, ossia l'apertura di una posizione di vendita.
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Come fare backup database mysql in plesk 10: guida
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La rapida guida illustrata mostra i passi per esportare (sinonimo di backuppare, salvare, eseguire il DUMP), del vostro database MySql legato al vostro dominio ospitato su server Linux e gestito con pannello Plesk 10.x
1 - Eseguire il login sul pannello Plesk 10.x
2 - Cliccare su "Domini" sul menù di sinistra
3 - Scegliere il dominio e accedere al pannello di controllo dedicato al dominio
4 - Cliccare sul tab in alto Website & Domains
5 - Accedere alla sezione Database
6 - Cliccare sul nome del database che si vuole esportare qualora ve ne fosse più di uno
7 - Aprire il pannello web admin per la gestione del database da interfaccia Web
8 - Cliccare su ESPORTA in alto
9 - Finalizzare il salvataggio del file SQL del database (verrà generato un file unico che può essere aperto da qualsiasi lettore di file di testo, anche se le dimensioni di un grande database richiedono notepad++, poiché il notepad rischia di crashare in quanto non nasce per aprire e gesire file di grandi dimensioni. Volendo, potrete anche attivare l'opzione ZIP nel download del database, per ridurre i tempi di download di grandi database.
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