Tiscali ADSL non funziona cosa fare

  

Oggi Tiscali sembra non funzionare e non sono il solo. Ci sono altri utenti che come me hanno lo stesso problema? Se si, dove e come?
Io sono su Roma da una postazione in zona San Giovanni.

Che fare se Tiscali non funziona?

Prima di tutto, le prove da fare sono le seguenti:

1) Fare il riavvio del router modem e vedere se la connessione si ripristina.

2) Fare l'hard reset del modem, con la punta di una penna o un chiodo sul bottoncino rotondo nel buchetto.

3) Fare un controllo per capire se il problema è del PC.
Come?
Provando, se il modem è WI FI a connettersi con il cellulare al modem.
Qualora la connessione a Tiscali funzionasse, allora avrete un problema con il PC che non si connette.
Qualora anche con il cellulare non riusciste a connettervi con Tiscali, allora è confermato un problema alla linea per cui aprite una segnalazione all'assistenza tecnica, che potrete trovare cliccando qui.

4) una volta trovato il numero di telefono del supporto di Tiscali (cambia in continuazione, ecco perché vi abbiamo consigliato il link di Google e non l'attuale numero, che tanto cambierà), per prima cosa chiedete se sono stati già segnalati guasti di zona (se è saltata una centralina ecc...). L'operatore molto probabilmente, in caso di malfunzionamenti di una porzione estesa della rete Tiscali, ci informerà del fatto che i tecnici sono già all'opera per risolvere.

5) qualora il problema interessasse solo la nostra abitazione, allora converrà aprire seduta stante una segnalazione di guasto, e nel mentre, risolvere con una connessione tampone, perché i tempi saranno sicuramente più lunghi. Personalmente inizio a usare il telefono come modem (tethering hot spot) grazie alla connessione della TRE o alla connessione TIM del cellulare della mia compagna, per rimanere connessi ad internet in modo alternativo con le connessioni internet dei cellulari.

Nell'attesa che Tiscali ritorni a funzionare, prendetevi un break da internet. Fa sempre bene!


   

  
  


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Il latte fa male.

  

Il latte fa male?

Dallo studio eseguito da Allen Carr sul proprio saggio sull'alimentazione "è facile controllare il peso se sai come farlo" (dallo stesso autore di "è facile smettere di fumare se sai come farlo"), e da altri studi interessanti sugli ambienti acidi, emergono interessanti punti di vista su uno degli alimenti più consumati dagli esseri umani in età adulta: il latte.

In particolare, il ragionamento di Carr parte dall'assunto che l'essere umano è l'unico animale che, una volta svezzato, continua a bere il latte, mentre gli altri animali bevono latte solo in fase di allattamento, rinunciando completamente all'alimento in età adulta. Questo naturale rifiuto per il latte in età adulta deriva dalla modifica radicale che subisce l'apparato digestivo nelle specie animali in fase adolescenziale (uomo compreso), portando l'intestino e l'apparato digerente di tutte le specie animali a perdere completamente la capacità di digerire il latte.

Questo ragionamento potrà in apparenza sembrare banale, soprattutto per l'apparente evidenza che ciascun essere umano riesce a digerire il latte (solo gli intolleranti al lattosio si trovano ad avere problemi nel digerire una mozzarella).

In realtà i danni da assunzione di latte, lattosio e latticini, in età adulta sono subdoli e altamente invasivi. Di seguito analizziamo questo particolare ed innovativo punto di vista, che porta a poter dire che il latte faccia male.


Siamo nati con il dogma che il latte "fa bene alle ossa" poiché ricco di calcio. In realtà chi afferma questo dovrebbe informarsi meglio.

Il latte è uno strozzino della peggior specie, quegli strozzini che vi fanno un prestito di calcio ma poi, se non gli restituirete il totale con elevatissimi interessi, vi presentano il conto e a "spaccarvi le ossa".


Il latte fa male e fa venire osteoporosi.

E' vero, il latte contiene calcio, utile alle ossa, e per questo viene da dottori e dietologi consigliato in modo insistente, per la cura dell'osteopenia e dell'osteoporosi. Il che sarebbe anche vero, se il latte non contenesse anche proteine animali, acide, che, per essere smaltite, necessitano un forte consumo di calcio da parte dell'organismo, che viene sottratto dalle ossa.

Come uno strozzino, il latte vi presterà inizialmente una buona quantità di calcio, ma alla fine del ciclo digestivo e di assimilazione, ne consumerà più di quello che vi avrà dato. Le proteine del latte, sommate a quelle provenienti dalla carne rossa, obbligheranno il vostro organismo a sottrarre calcio alle vostre ossa per poter provvedere allo smaltimento delle proteine.

Esiste dunque quello che viene in gergo chiamato "bilancio del calcio": è importante che il calcio acquisito con la dieta sia maggiore di quello perso. In caso di bilancio in negativo si aggraverà l'osteoporosi negli anziani, o si innescherà il processo di generazione di osteoporosi nei giovani.

In generale, nelle nazioni in cui si fa grande uso di latte l'incidenza di osteoporosi è elevata, mentre è rara nei paesi dove non si fa uso di latte. É riscontrato che tra gli esquimesi, che assumono oltre 2.000 mg di calcio derivato dal latte al giorno, l'osteoporosi raggiunga livelli elevatissimi.

Ancora una volta Allen Car, dopo essere riuscito a salvare oltre 9.000.000 di fumatori, ha fornito un nuovo spunto di approfondimento su un argomento decisamente poco comune.

Un importante approfondimento ulteriore è quello legato al follow up di pazienti con osteoporosi che rimuovono il latte e latticini dalla propria alimentazione, mostrando come per la prima volta, si inverte il progredire dell'osteoporosi, proprio eliminando il latte dalla dieta.





   

  
  


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Comprare Samsung Galaxy S a prezzi bassi. Addio iphone.

  

E' finalmente uscito il grande telefono cellulare Samsung Galaxy S, che si prepara a dar fastidio all'iphone4 di apple (minuscolo non a caso). Dopo l'antenna gate, che ha reso inusabili gli iphone 4 (se si mette la mano sull'antenna-scocca mentre si telefona, si perde totalmente il segnale) il telefonino con la mela morsicata ha visto oltre 300.000 esemplari restituiti alla casa con richiesta di risarcimento a causa della perdita di segnale. In questo scenario si inserisce il rivale di iphone4, SAMSUNG Galaxy S, un serio prodotto realizzato con etica e con dei prezzi decisamente più abbordabili di iphone4.

Il Galaxy S ha un display più grande e luminoso dell'iphone, e l'Android market è pronto a regalare migliaia di applicazioni. La politica di rendere visionabile il formato FLASH sul browser è finalmente in grado di rendere l'esperienza web completa per i navigatori che usano smartphone per reperire informazioni in rete (ricordiamo che sia l'iphone che l'ipad non sono in grado di leggere i formati flash, presenti in quasi tutti i siti web).



E ora che abbiamo visto il video? Dove comprare il Samsung Galaxy S a prezzi imbattibili? Ancora non sono presenti shop online con offerte particolari. Il prezzo medio di acquisto il giorno in cui è uscito sul mercato era di 530 euro.

Lo shop online che al momento ha il prezzo più basso è nuovamente Aleph Tech.

Il negozio è affidabile e gestito da un team professionale, ed il Samsung Galaxy S si attesta come uno degli smartphone con Android più funzionali e performanti di sempre (e con una splendida targa Google sul retro).


   

  
  


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Che cosa succede quando fallisce uno stato?

  

Che cosa succede alla casalinga di Voghera, quando il suo stato fallisce? Per quanto possa sembrare una domanda strana, in questi giorni, in cui si paventa il fallimento italiano o della Grecia, la domanda è più che legittima.

In questi giorni è tutto in fermento dal punto di vista economico, e televisioni e giornali online parlano continuamente del rischio Grecia, e del tracollo conseguente italiano ed europeo.

Gli stati sull'orlo del Fallimento (termine tecnico "default"), e termini come lo spread, o i titoli di stato, anche se non bene compresi dai cittadini comuni, rivestono un ruolo di timore apocalittico e di disastro e catastrofe economica imminente.

In realtà, come per la politica, il suo lavoro è garantirsi i soldi in tasca e non l'interesse dei cittadini, per questi ultimi, l'unica reale perplessità e timore, è legata a ciò che accadrà alle proprie tasche, e non a quello che realmente il default è per la macro economia del proprio paese.

Ma cosa succede quando uno stato fallisce?

Lo spiega bene il professor Paolo Manasse, docente di Macroeconomia all'Università di Bologna, intervistato da Kataweb. Ecco in sintesi le principali conseguenze dell'ipotesi estrema - ma realistica di questi tempi - del fallimento di uno Stato.

Quando un paese fallisce e va in default

Anche uno stato come l'Italia, di oltre 55 milioni di abitanti può fallire, né più né meno di come fa un'impresa. Questo avviene, in economia, quando la nazione non ha più la capacità di ripagare i propri debiti verso i creditori. Debiti e interessi, uniti ad un trend negativo di sviluppo, non consentono più di avere credito dall'esterno, e quindi, nel caso di un'azienda, quello che è a rischio sono gli stipendi, mentre nel caso del fallimento di uno stato, la spesa pubblica va a morire, quindi scuola, assistenza sanitaria, pensioni ecc...)


Cosa accade quando fallisce l'Italia o uno stato?

Il fallimento dello stato quindi diventa a tutti gli effetti il momento di "morte organizzativa" di un paese. Quello che conforta in queste situazioni, è il fatto che il default, non è mai al 100% e quindi non è mai completo, poiché si struttura anche esso come una situazione a più livelli. Si arriva quindi ad un punto in cui (come avviene con gli enti pubblici o i comuni italiani), il debito dello stato viene "ristrutturato", quindi rispalmato in tempi più ampi, e con l'obbligo da parte dei creditori, di assumere un assetto completamente diverso e più affidabile rispetto all'attuale.

Uno stato come una famiglia in crisi

Come una famiglia italiana qualsiasi, che entra in crisi per problemi finanziari, lo stato italiano che non ha più liquidità può fare due cose:

  • aumentare le entrate e quindi i guadagni
  • diminuire le spese e risparmiare

Nel caso delle nazioni come la Grecia, sull'orlo del fallimento da diversi mesi, questo si tradurrà in un aumento delle tasse, aumentando l'IVA, e successivamente ridurre il costo degli stipendi dei dipendenti pubblici, i costi della sanità e modificando le pensioni.

Le conseguenze del fallimento di uno stato

Quando la procedura di default viene attivata, immediato è il crollo del valore dei titoli di stato, e tutti coloro che avranno investito in tali titoli, vedranno lo stato che non sarà più in grado di pagare le cedole periodiche di interessi ai proprietari dei titoli. La cosa peggiore, è che al termine del periodo di scadenza, non saranno restituiti ai titolari. Avendo investito ad esempio 10.000 euro in titoli di stato, si rischierà di perderli interamente.

Ecco quindi che interviene la ristrutturazione del debito.

La soluzione a questo momento di difficoltà arriva quando lo Stato propone un allungamento dei tempi di restituzione del valore dei titoli di stato; una parte nell'immediato, mentre la restante parte a data da destinarsi. E' ovvia la conseguenza di questa scelta, ossia il crollo totale del valore dei titoli, con la seria impossibilità a rivenderli nel mercato azionario.

Le conseguenze del debito sulle banche

Il primo effetto a cascata del fallimento di uno stato, è immediatamente esteso al sistema bancario, che essendo un grande possessore dei titoli di Stato, si trova a corto di liquidi e con un incredibile valore economico andato in fumo. Considerando che molte banche hanno oltre il 50% dei propri titoli e investimenti nei titoli di stato, alcune banche, avviano loro stesse le procedure di fallimento.

Quando anche questo avviene, ossia quando le banche (che nell'immaginario collettivo sono la prima colonna portante dell'economia, anche se in realtà le banche sono le prime cause del debito pubblico), si innesca l'effetto psicologico di reazione a catena, in cui tutti i clienti delle banche si precipiteranno a ritirare i depositi prima che sia troppo tardi. Ecco quindi che le banche finiscono per fallire, poiché grazie al concetto di "riserva frazionaria", un malato meccanismo che le banche americane hanno negli anni esteso a tutto il resto del mondo, non esiste banca che può restituire tutti i soldi ai propri correntisti, semplicemente perché non li hanno.

Come vi chiederete voi? Approfondite il funzionamento della Federal Reserve Americana per conoscere meglio le basi del sistema bancario.

In teoria esisterebbe un sistema, che permette ad una banca di fallire, e di restituire i soldi a tutti i correntisti. Si chiama Fondo di garanzia sui conti correnti, che opera in tutti i paesi dell'unione europea. Questo fondo permette a tutti i proprietari di conti correnti in una banca fallita, di avere una copertura fino a 103.000 euro per singolo conto, che vengono restituiti ai titolari dei conti in caso di fallimento di una banca.

Peccato però che questo sistema, non funzioni in caso di fallimento dell'intero sistema bancario, ma solo nel caso in cui a fallire, sia una singola banca.


   

  
  


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Prefabbricati e case prefabbricate

  

I prefabbricati rappresentano una valida alternativa al cemento. Perchè dico questo? Ho un'amica che vive in un prefabbricato da anni con tutta la sua famiglia e, considerando la qualità dei prodotti prefabbricati di oggi, (e a detta sua soprattutto) mi ha trasmesso il concetto che viverci non è cosa così impossibile o negativa.

Questo post non vuole essere uno schiaffo a chi non ha una casa o non ha più una casa, ma la considerazione che la vecchia casa sull'albero che sognavamo da bambini, nella sua semplicità si ritrova nei prefabbricati, alcuni dei quali veramente molto carini, che oggi si trovano sul mercato.

Non voglio suscitare la sensazione di sdegno che sfocia nella provocazione "se li ritieni tanto carini vacci tu no?", ma semplicemente fare la seguente considerazione.

Devo comprare casa. Non ho una lira. Decido di accendere un mutuo per 300.000,oo € per poi passare la vita a lavorare giorno e notte per pagarlo, oppure cerco un terreno su cui poggiare un prefabbricato da 40.000,oo euro? Sicuramente la prima soluzione non è fattibile, mentre la seconda si. Soprattutto, sono rimasto incredulo dal fatto che tale soluzione non è adottata soltanto per i "rifugiati" delle zone terremotate, ma è di fatto, nei più evoluti stati europei quali Germania e Austria, una soluzione considerata ECOLOGICAMENTE VALIDA. Il prefabbricato non si impianta nel terreno come il cemento, che in eterno rimarrà li dov'è, ma si smonta e si rivende quando invece nei casi delle case in cemento, interi paesi rimangono disabitati, con case in rovina che deturpano il paesaggio.

Oggi i prefabbricati non sono più quelle scatole ricche di spifferi che tutti siamo portati a pensare quando ne sentiamo pronunciare il nome. Conosco diversi mie compaesani marchigiani che si sono abituati così tanto a viverci (dopo il terremoto della marche del 1997) che ad oggi, con tutto che le loro abitazioni sono tornate funzionanti e operative, preferiscono rimanere nei prefabbricati dotati di ogni comfort. Queste soluizioni sono inoltre antisismiche e ultraresistenti: non c'è terremoto che tiri giù una di queste strutture leggere e resistenti come il cemento.

Per chiunque volesse approfondire ecco una valida gamma di Case prefabbricate di PREFAB.


Casa prefabbricata per vivere in un prefabbricato.


   

  
  


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