Terra reloaded, il film sul pianeta terra.

  

Salvare il pianeta dal surriscaldamento dalla maggior parte degli agenti inquinanti e dalle emissioni di co2 e dall'impiego di energie non rinnovabili è l'obbiettivo del film Terra reloaded, realizzato con il supporto di Greenpeace ed in collaborazione con decine di esperti mondiali in fatto di clima, energie rinnovabili e di sviluppo sostenibile, in prenotazione presso il blog di Beppe Grillo e acquistabile a partire dal giorno 15 settembre 2009 direttamente sul suo sito web.

Consigliamo la prenotazione a tutti coloro che hanno voglia di conoscere meglio il problema e di fare passaparola della lezione imparata per sensibilizzare la coscienza di amici, parenti e conoscenti per arrivare al fine ultimo di migliorare l'approccio verso l'energia e la politica che sceglie in campo di energia.

Per ulteriori informazioni visitare la pagina dedicata a Terra Reloaded sul sito ufficiale
http://grillorama.beppegrillo.it/terrareloaded/

Sul post di Grillo ci sono una serie di considerazioni sul clima mondiale e sul rapporto tra i paesi per così dire "civilizzati" che fanno parte del G8 e che ad ogni incontro fanno finta di aver trovato un accordo per ridurre le emissioni di pochi spiccioli da qui al 2050. Sembra che ancora non sia chiaro quanti anni dureranno ancora i danni che stiamo facendo in questi giorni e tra quanto si manifesteranno. Non hanno ancora capito che quanto osserviamo oggi è il danno fatto 10 anni fa, non quello che stiamo facendo ora al pianeta. Questo significa che anche invertendo la rotta immediatamente azzerando le emissioni e spostando il tiro energetico sulle rinnovabili (eolico, solare) e su quella parte di geotermico che non produce aumento di co2, dovremo ancora aspettarci peggioramenti del pianeta a causa degli ultimi 30 anni di inquinamento, che ancora non si sono manifestati a pieno sul pianeta e sull'ecosistema intero.

Non c'è capacità di guardare oltre il proprio naso, sia perchè manca un reale organismo di osservazione e rispetto delle regole (l'onu è una barzelletta, oramai è assodato), sia perchè chi governa e prende le decisioni in merito, nella maggior parte dei paesi, ha un'età tale che non si preoccupa minimamente delle conseguenze dell'inquinamento sul globo e soprattutto, fa prima di tutto gli interessi dei petrolieri e dei grandi gruppi di smercio di questa materia maledetta, che quelli del pianeta e dei suoi cittadini.

Noi muoriamo di cancro e distruggiamo l'unico pianeta che abbiamo e loro diventano miliardari e se ne infischiano delle generazioni future.

Informarsi gente è la cosa da fare, e cambiare il nostro stato di consumatori dormienti in quello di persone che scelgono a chi dare i propri soldi sulla base dell'informazione e dell'etica.

L'alternativa è la fine per tutti.


   

  
  


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E dopo il gelato di soja, il gelato alla sojola.

  

Ricetta:

Gelato al limone e sogliola fresca, per un soave mix di sapori nostrani. Consigliato l'abbinamento con fruttati e vaniglia. Ottima la sogliola cruda o leggermente scottata con una fetta di gorgonzola.

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Gelato alla sogliola


   

  
  


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Salvare il pianeta terra con la dieta vegana. Video "Salviamo il salvabile".

  

Salvare il pianeta, obiettivo necessario.

La scelta vegana di non mangiare prodotti animali salva il pianeta.

Oggi voglio sottoporre un video all'attenzione di tutte le persone che hanno a cuore questo nostro sfortunato pianeta, caduto nelle mani di insensibili esseri, cosiddetti umani, i quali, nel breve tempo di un secolo, hanno devastato, inquinato e depredato terra, cielo ed acqua.

Ora bisogna riparare, per quanto possibile, ai danni fatti, con comportamenti più responsabili, volti a cambiare le nostre cattive abitudini, per la salvaguardia della terra e di ciascuno dei suoi abitanti.



Ogni altro commento mi sembra superfluo.
Ai posteri...

Oggi un miliardo di persone muoiono di fame (1 su 6).
Se consumiamo più di quanto ci spetta, sottraiamo agli altri e alle generazioni future. Oggi, in un mondo di abbondanza, è difficile capire perché in tutto il pianeta quasi un miliardo di persone soffrano la fame, e perché 40.000 persone muoiano di fame ogni giorno. Ciò non accade perché non c'è abbastanza per tutti. Accade perché mentre molti muoiono di fame, noi sprechiamo un'enorme quantità di cereali per nutrire mucche, maiali, pollame ed altri animali solo per soddisfare il nostro desiderio di carne, latte e uova. La Terrà può produrre solo una certa quantità di cibo. La popolazione umana cresce sempre di più, ma la quantità di terra coltivabile NO.

Allevare animali richiede molta terra, acqua e risorse. Per questa ragione la terra può sostenere solo due miliardi di persone che seguono una dieta a base di carne e latticini. Con una popolazione che ha raggiunto quasi sette miliardi di persone, è facile immaginare come sia necessario trovare un modo migliore di andare avanti. Le scelte vegane contribuiscono a creare un mondo in cui si possano nutrire tutti.

Approfondimenti:


   

  
  


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Le due bambine ed il ritorno.

  

... continua da "Le due bambine, la gioia e il dolore."

Trascorsi gli anni della fanciullezza, le due bambine continuarono a vivere in quel luogo triste che era il collegio, piano piano si adattarono a quel tipo di vita fatta di regole, impegni scolastici e mansioni ma soprattutto di preghiere.

Dopo le ore dedicate al sonno, quelle impiegate a pregare o ad ascoltare messe erano certamente le più numerose, e le ore di svago erano veramente scarse. Anche così trovarono la forza di andare avanti, infatti la loro mamma continuava a promettere loro che l'anno successivo le avrebbe riprese con sè e loro le credevano, non sapendo che questa era solo una pietosa bugia.

Ma poi, fortunatamente e puntualmente arrivava l'estate ed allora la loro clausura si tramutava in libertà assoluta. Finalmente avevano la possibilità di tornare al loro amato paesello, ma essendo ancora piccole e poichè la mamma non poteva stare con loro neanche nel mese di agosto, venivano affidate ad una zia molto buona che se ne prendeva cura come se fossero sue figlie, tanto ne aveva già altre due che vivevano con lei.

Arrivando al paesello, nella cornice stupenda delle montagne che tanto amavano, la città sembrava non essere mai esistita e le due sorelline facevano tutto il possibile per non ricordare il luogo da dove provenivano e dove sarebbero tornate di lì a poco.

Ma un mese era un'infinità di giorni e se li godevano tutti facendo quelle semplici cose come andare in montagna a controllare le pecore che pascolavano o guardare i contadini che mietevano il grano. Poi la sera si cenava tutti insieme e prima di andare a dormire c'era la "veglia".

Era questo un modo di stare insieme, dopo cena ci si radunava in una casa se era freddo, oppure all'aperto, sui gradini delle case se faceva caldo.
Nelle sere in cui non si poteva stare all'aperto ci si radunava accanto al fuoco e le bambine, assieme agli altri amichetti, si infilavano sotto la tenda che circondava il camino, sedute sulla panca ad ascoltare i racconti degli anziani.

Restavano lì in silenzio, quasi senza fiatare, cullate dalla voce del narratore che con enfasi esagerata decantava racconti di guerre e di migrazioni. Molti di loro erano stati a lavorare nei paesi del nord Europa, nelle miniere di carbone, o erano scampati alle guerre mondiali.

Era bello per loro quando, durante queste veglie, si facevano cose come sgranare granturco, per togliere i gialli chicchi che sarebbero poi stati macinati per farne farina per la polenta.
Ma il momento più emozionante era quello della trebbiatura. Si attendeva con ansia di vedere spuntare dalla curva sotto la chiesa, il lungo veicolo di colore arancione che con gran fracasso emergeva in tutto il suo splendore.

Si faceva fatica a distinguere l'uomo che guidava quel grande trabiccolo e ci si affollava correndo per capire in quale campo sarebbe andato ad insediarsi.

Iniziava così una settimana movimentata, i bambini erano sempre lì attorno a curiosare e ad ascoltare il rumore ritmico della macchina che divideva il grano dalle spighe e alla sera tornavano a casa per la cena tutti ricoperti di un giallo strato di pula, polvere che penetrava anche nelle case.

Ma la macchina diventava ancor più affascinante la notte, al calar del sole accendeva i grossi fari che illuminavano i campi e i bambini non volevano lasciare quell'attrazione, quasi fosse una giostra, ma poi dovevano andare a letto e si addormentavano con il rumore della trebbia nelle orecchie.

Accadeva che al mattino, alzandosi dal letto ed affacciandosi alla finestra l'incanto era sparito completamente, l'unico segno del passaggio della trebbiatrice era la scomparsa dei covoni di grano e l'apparizione delle balle di paglia, ma altre volte, quando il lavoro terminava nel pomeriggio, gli operai ed i contadini facevano festa sull'aia con cene, canti e balli, accompagnati dalla fisarmonica.

Le due sorelline non soffrivano per la mancanza della mamma perchè erano abituate a vivere senza di lei e, quelle poche volte che le raggiungeva per stare con loro per qualche giorno, sconvolgeva la loro vita con premure e attenzioni a cui loro non erano abituate e questo non veniva apprezzato dalle bambine.

Ma poi c'era un altro evento che si profilava all'orizzonte: la festa del patrono del paese. Le massaie cominciavano a cucinare una settimana prima per essere sicure che ci fossero abbastanza cibi per il grande pranzo. Venivano accesi i forni a legna e si cuocevano i dolci, poi si uccidevano i polli ed i conigli destinati alla grande scorpacciata. La mattina della festa tutti si agghindavano con il vestito migliore e cominciavano a sfilare per recarsi nella chiesetta antica dove il prete scalpitava suonando le campane.

Intanto nelle case si imbandivano i banchetti e cominciavano ad arrivare gli invitati dagli altri paesi, per prendere parte all'evento.
Finalmente ci si metteva a tavola e dopo la grande abbuffata qualcuno si concedeva un pisolino in attesa della funzione religiosa del pomeriggio che culminava con la processione.

Questa era una sfilata che piaceva molto ai bambini, tutti in fila dietro alla statua della santa, portata a spalle dai rudi contadini per l'occasione agghindati come sacerdoti.
Si tornava poi verso casa per la cena, a base di "avanzi" sempre molto graditi e poi c'era la grande festa da ballo. I grandi si cambiavano e si dirigevano al punto di ritrovo, di solito era un'aia con il terreno accidentato su cui era difficile mantenersi in equilibrio ma la voglia di ballare fa miracoli.

Le due bambine si tenevano per mano e tornavano con la mente ai ricordi parzialmente cancellati della loro prima infanzia, quando era il loro papà a suonare la fisarmonica e a guidare le danze. Qualche lacrima scendeva dai loro occhi, ascoltando le vecchie canzoni che avevano accompagnato i loro primi felici sonni.

I giorni trascorrevano allegramente, con i loro amici di sempre, correndo appresso alle pecore o ammirando una cucciolata, la sera andavano sopra i covoni di paglia a guardare le stelle e le lucciole, ma poi inevitabilmente, i giorni finivano, restavano solo quelli per prepararsi al ritorno e l'umore delle bambine scendeva sempre più giù.

All'improvviso dovevano riprendere contatto con la realtà e la tristezza raggiungeva il suo culmine quando il treno cominciava la sua corsa verso il grigio, tetro destino.

Ma il momento più terribile era davanti al cancello del collegio, la bimba più grande si aggrappava ad una grossa pietra per non entrare, sperava di riuscire a vincere con la forza delle sue esili braccia, l'inesorabile ritorno alla vita di sempre.


   

  
  


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La sagra della ranocchia e dello gnocco di Molina Aterno rinviata.

  

L'elevata solidarietà degli abbruzzesi per i terremotati aquilani ha spinto il sindaco di Molina Aterno a rinviare all'anno prossimo la sagra e festa della ranocchia e dello gnocco che ogni anno, i primi giorni d'agosto, si tiene a Molina Aterno. Non possiamo che rattristarci per la notizia e contemporaneamente esprimere la nostra solidarietà con le popolazioni terremotate, che speriamo potranno presto ospitarci in tutto lo splendore delle organizzazioni di paese di sagre, feste e manifestazioni.

Sagra e festa della ranocchia di molina aterno 2008


   

  
  


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