In gravidanza si può mangiare la Nutella?
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La risposta è che la Nutella fa male tanto in gravidanza quanto fuori la gravidanza. Qui un bell'approfondimento sulla nocività della Nutella.
I rischi dell'eccessivo uso di Nutella in gravidanza è principalmente quello di contrarre il diabete gestazionale, in caso di dosi elevate di cioccolata e dolci. Sicuramente, se volete approfondire il link sopra riportato, scoprirete i motivi per cui la Nutella non fa bene a voi e alla vostra gravidanza. Se proprio siete golose e volete rallegrarvi con dei dolci, fatelo con cioccolata biologica o merendine biologiche, in cui siano esclusi conservanti, coloranti e aromi non naturali.
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Il Test HIV Elisa Positivo? Cosa fare? Leggete le istruzioni!
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Un incredibile articolo che svela quanto i test dello screening del virus HIV non siano attendibili. Le stesse case farmaceutiche che li producono aggiungono un apposito disclaimer a riguardo. Eppure vengono usati per diagnosi di sviluppo dell'immunodeficienza e di sentenza di morte.
Qui si apre un capitolo lungo e interessante di quella che viene normalmente chiamata DISINFORMAZIONE, ossia di informazione alternativa (e spesso considerata anche errata) rispetto a quella proposta dai media tradizionali o dalla scienza ortodossa.
Esiste un gruppo nutrito di migliaia di dottori, medici e premi Nobel che combattono, con studi scientifici alla mano, il dogma dell'HIV come causa della malattia dell' Immunodeficienza umana.
Tra le tante affermazioni che i dissidenti mettono sul tavolo della discussione per contrastare la visione acquisita a livello mondiale, vi è il sistema di test di screening che viene applicato alla popolazione mondiale e che è il punto di partenza da cui l'intera truffa mondiale è partita.
Il sistema di diagnostica ufficiale funziona come di seguito:
Si svolge un primo test con la metodica Elisa, ossia la metodica che va alla ricerca di alcune proteine e anticorpi del virus HIV. Una volta fatto questo, se il test è positivo, si passa a fare un secondo test con un'altra metodica, il famoso test Western Blot, che viene usato per confermare l'eventuale positività del primo test.
Non entriamo nel merito tecnico, ma non possiamo NON riportarvi ciò che è scritto nei kit di analisi che vengono forniti ai laboratori di analisi.
Elisa Test
"Elisa testing alone cannot be used to diagnose AIDS, even if the recommended investigation of reactive specimens suggests a high probability that the antibody to HIV-1 is present" (Abbott 1997).
Tradotto: Il test Elisa da solo non può essere usato per diagnosticare l'AIDS,anche se la ricerca di elementi reattivi suggeriscono un'alta probabilità che l'anticorpo dell'HIV è presente (Abbott, casa produttrice del testkit Elisa, 1997).
Western Blot
"Do not use this kit as the sole basis of diagnosis of HIV-1 infection" (Epitope Organon Teknika)."
Tradotto: non usare questo kit come unica base della diagnosi dell'infezione da HIV-1.
Simpatico no? Ricorda la coppia in cui il marito dice alla moglie: "Le chiavi le avevi prese tu", e in cui lei per tutta risposta, "pensavo le avessi tu invece". Risultato: nessuno ha le chiavi.
Le diciture dei kit riportate in questo articolo sono tratte dallo studio dettagliato http://www.robertogiraldo.com/eng/papers/Farber_Reply_April_2006.html
Approfondisci la più grande truffa del secolo
NeverSleep continua a produrre informazione utile in rete per aprire gli occhi a tutti coloro che non vogliono diventare carne da macello alla mercé delle multinazionali. Questa di HIV e AIDS sembra essere la più grande truffa all'umanità; consigliamo a chiunque di approfondire l'argomento sulla pagina HIV/AIDS in cui potrete conoscere nel dettaglio le teorie dei "dissidenti", tra cui spuntano personaggi illustri come il premio Nobel Kary Mullis, o il microbiologo virologo Peter Duesberg, colui che scoprì i retrovirus prima ancora di Robert Gallo e Luc Montagnier.
Tra i vari approfondimenti utili è interessantissima la marcia indietro sulla resistenza dell'HIV alle cure (motivo per cui ancora ad oggi secondo la scienza tradizionale si muore di AIDS senza possibilità di salvezza). L'affermazione della possibilità di sconfiggere il virus è uscita proprio dalla bocca di colui che ha dato vita nel 1983 all'associazione HIV=AIDS, ossia il dottor Luc Montagnier, che ha affermato che l'HIV può essere sconfitto con una dieta sana. Non è un pochino differente da quanto vi hanno insegnato a scuola e in televisione negli ultimi 20 anni?
Per chi volesse ulteriormente approfondire la questione, esistono grandi quantità di documentari consigliati, anche sottotitolati, su HIV e AIDS, come i seguenti:
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Che cosa succede quando fallisce uno stato?
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Che cosa succede alla casalinga di Voghera, quando il suo stato fallisce? Per quanto possa sembrare una domanda strana, in questi giorni, in cui si paventa il fallimento italiano o della Grecia, la domanda è più che legittima.
In questi giorni è tutto in fermento dal punto di vista economico, e televisioni e giornali online parlano continuamente del rischio Grecia, e del tracollo conseguente italiano ed europeo.
Gli stati sull'orlo del Fallimento (termine tecnico "default"), e termini come lo spread, o i titoli di stato, anche se non bene compresi dai cittadini comuni, rivestono un ruolo di timore apocalittico e di disastro e catastrofe economica imminente.
In realtà, come per la politica, il suo lavoro è garantirsi i soldi in tasca e non l'interesse dei cittadini, per questi ultimi, l'unica reale perplessità e timore, è legata a ciò che accadrà alle proprie tasche, e non a quello che realmente il default è per la macro economia del proprio paese.
Ma cosa succede quando uno stato fallisce?
Lo spiega bene il professor Paolo Manasse, docente di Macroeconomia all'Università di Bologna, intervistato da Kataweb. Ecco in sintesi le principali conseguenze dell'ipotesi estrema - ma realistica di questi tempi - del fallimento di uno Stato.
Quando un paese fallisce e va in default
Anche uno stato come l'Italia, di oltre 55 milioni di abitanti può fallire, né più né meno di come fa un'impresa. Questo avviene, in economia, quando la nazione non ha più la capacità di ripagare i propri debiti verso i creditori. Debiti e interessi, uniti ad un trend negativo di sviluppo, non consentono più di avere credito dall'esterno, e quindi, nel caso di un'azienda, quello che è a rischio sono gli stipendi, mentre nel caso del fallimento di uno stato, la spesa pubblica va a morire, quindi scuola, assistenza sanitaria, pensioni ecc...)
Il fallimento dello stato quindi diventa a tutti gli effetti il momento di "morte organizzativa" di un paese. Quello che conforta in queste situazioni, è il fatto che il default, non è mai al 100% e quindi non è mai completo, poiché si struttura anche esso come una situazione a più livelli. Si arriva quindi ad un punto in cui (come avviene con gli enti pubblici o i comuni italiani), il debito dello stato viene "ristrutturato", quindi rispalmato in tempi più ampi, e con l'obbligo da parte dei creditori, di assumere un assetto completamente diverso e più affidabile rispetto all'attuale.
Uno stato come una famiglia in crisi
Come una famiglia italiana qualsiasi, che entra in crisi per problemi finanziari, lo stato italiano che non ha più liquidità può fare due cose:
- aumentare le entrate e quindi i guadagni
- diminuire le spese e risparmiare
Nel caso delle nazioni come la Grecia, sull'orlo del fallimento da diversi mesi, questo si tradurrà in un aumento delle tasse, aumentando l'IVA, e successivamente ridurre il costo degli stipendi dei dipendenti pubblici, i costi della sanità e modificando le pensioni.
Le conseguenze del fallimento di uno stato
Quando la procedura di default viene attivata, immediato è il crollo del valore dei titoli di stato, e tutti coloro che avranno investito in tali titoli, vedranno lo stato che non sarà più in grado di pagare le cedole periodiche di interessi ai proprietari dei titoli. La cosa peggiore, è che al termine del periodo di scadenza, non saranno restituiti ai titolari. Avendo investito ad esempio 10.000 euro in titoli di stato, si rischierà di perderli interamente.
Ecco quindi che interviene la ristrutturazione del debito.
La soluzione a questo momento di difficoltà arriva quando lo Stato propone un allungamento dei tempi di restituzione del valore dei titoli di stato; una parte nell'immediato, mentre la restante parte a data da destinarsi. E' ovvia la conseguenza di questa scelta, ossia il crollo totale del valore dei titoli, con la seria impossibilità a rivenderli nel mercato azionario.
Le conseguenze del debito sulle banche
Il primo effetto a cascata del fallimento di uno stato, è immediatamente esteso al sistema bancario, che essendo un grande possessore dei titoli di Stato, si trova a corto di liquidi e con un incredibile valore economico andato in fumo. Considerando che molte banche hanno oltre il 50% dei propri titoli e investimenti nei titoli di stato, alcune banche, avviano loro stesse le procedure di fallimento.
Quando anche questo avviene, ossia quando le banche (che nell'immaginario collettivo sono la prima colonna portante dell'economia, anche se in realtà le banche sono le prime cause del debito pubblico), si innesca l'effetto psicologico di reazione a catena, in cui tutti i clienti delle banche si precipiteranno a ritirare i depositi prima che sia troppo tardi. Ecco quindi che le banche finiscono per fallire, poiché grazie al concetto di "riserva frazionaria", un malato meccanismo che le banche americane hanno negli anni esteso a tutto il resto del mondo, non esiste banca che può restituire tutti i soldi ai propri correntisti, semplicemente perché non li hanno.
Come vi chiederete voi? Approfondite il funzionamento della Federal Reserve Americana per conoscere meglio le basi del sistema bancario.
In teoria esisterebbe un sistema, che permette ad una banca di fallire, e di restituire i soldi a tutti i correntisti. Si chiama Fondo di garanzia sui conti correnti, che opera in tutti i paesi dell'unione europea. Questo fondo permette a tutti i proprietari di conti correnti in una banca fallita, di avere una copertura fino a 103.000 euro per singolo conto, che vengono restituiti ai titolari dei conti in caso di fallimento di una banca.
Peccato però che questo sistema, non funzioni in caso di fallimento dell'intero sistema bancario, ma solo nel caso in cui a fallire, sia una singola banca.
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Cosa è lo Spread?
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Ne leggete tutti i giorni ma non sapete ancora cos'è lo spread?
Nei titoli dei quotidiani di questi giorni, allarmati per la speculazione finanziaria che in questi giorni affligge l'Europa, compare spesso un termine, usato quasi in modo minaccioso, ossia lo “spread” il cui valore al momento è al massimo storico da quando è stato introdotto l’euro.
Spread dalla lingua inglese significa “larghezza”, “apertura” (ma anche “espansione”, e “forbice” in senso figurato inteso come "divario") e viene impiegato oggi nel glossario finanziario per spiegare la differenza tra la resa dei titoli di stato italiani e quelli della Germania, benché possa applicarsi a diverse coppie di valori paragonabili e misurabili nel tempo.
Quando si dice quindi che lo spread si alza, significa che il valore dei titoli di stato italiani vanno a picco rispetto al valore dei corrispettivi tedeschi (di norma si prende a riferimento per la Germania il titolo BUND dei buoni del tesoro).
Come funzionano i titoli di stato e lo spread?
Tutti gli stati mondiali immettono sul mercato, con aste eseguite con cadenza periodica, un certo numero di titoli obbligazionari, per acquisire liquidità dai mercati finanziari e potere così finanziare il debito pubblico nazionale. Si vende praticamente un pezzo di stato, a investitori esterni, che comprano quindi una porzione del valore dell'azienda Italia.
Nel caso italiano, i titoli di stato sono rappresentati dai BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) che, due volte al mese, vengono posti all’asta dalla Banca d’Italia (Bankitalia S.p.A.).
I BTP hanno scadenza a 3, 5, 10, 15 e 30 anni. Ma cos'è questa scadenza? In pratica, lo stato promette a chi investe acquistando i buoni del tesoro poliennali, che al termine del periodo, se avrà investito sul suo debito pubblico (se gli presterà quindi i propri soldi), riceverà indietro il proprio capitale investito, mentre durante il periodo di attesa fino alla scadenza, riceverà periodicamente le cedole di interessi.
Lo spread in finanza
Lo spread è un valore che sta a rappresentare una differenza (in gergo, "un differenziale"). Si tratta a tutti gli effetti di una differenza numerica. Nel gergo finanziario e soprattutto in Italia, tale termine è impiegato per rappresentare la differenza dei titoli di investimento BTP (Buoni pluriennali del tesoro) e i Bund tedeschi (l'alter ego tedesco dei BTP). Il raffronto è fatto sul tasso di interesse decennale del rendimento dei due investimenti.
Come si calcola lo spread?
Si esegue il calcolo dei BTP decennali ipotizzando il rendimento al termine del periodo decennale per un'unità di investimento e si affianca al risultato della stessa operazione effettuata sui Bund. La differenza tra il più alto e il più basso determina lo spread tra i due rendimenti (la differenza tra i due rendimenti)
Che significa avere uno spread alto o basso?
Come in tutti gli investimenti economici, quando un titolo ha un forte rendimento finanziario, anche il rischio ad esso associato è elevato. Minore è il rischio dell'investimento, maggiore è la tranquillità di avere il pagamento al termine del periodo di vincolo.
Ecco quindi che quando lo spread sale, il rischio dei titoli di stato italiani aumenta, aumentando anche il rendimento degli stessi, mentre nello stesso momento gli investimenti sul Bund sono meno redditizi ma sicuramente più solvibili da parte dello stato tedesco.
Gli impatti sui mercati
Quando lo spread aumenta il nostro paese viene visto come "maggiormente a rischio" e i nostri titoli di stato diventano più rischiosi, perdono valore e non vengono acquistati sul mercato internazionale; lo stato italiano incassa meno liquidità e il tutto contribuisce alla riduzione del capitale statale, oltre che contribuire all'aumento dell'immagine negativa e poco affidabile del nostro sistema economico/societario.
Consigli finanziari per investimenti legati allo spread (mutui ecc...)
Poiché lo spread è sinonimo di capacità dello stato italiano di restituire i prestiti che prende dai cittadini mediante i BTP, e poiché viene considerato un indicatore della capacità di uno stato di onerare i propri debiti, è il criterio di valutazione utile che va analizzato prima di effettuare investimenti di cifre ingenti. L'Italia di recente è stata degradata dalle agenzie di rating (di valutazione) proprio per la ridotta capacità a lungo termine di onerare i prestiti richiesti agli investitori (che acquistano BTP), visto l'enorme debito pubblico e la crescita importante, anno dopo anno, del debito stesso. Grazie a questa dinamica, le aste BTP che avvengono semestralmente, devono allettare gli acquirenti, che a parità di interessi, preferirebbero i BUND tedeschi. Lo stato italiano, deve quindi offrire prestiti con tasso di interesse più alto, esponendo però i propri correntisti all'acquisto di titoli di alto rischio. Per meglio capire questa dinamica, proprio di recente in Grecia un'asta di titoli di stato è andata completamente deserta, poiché né i greci, né gli investitori esteri (privati, fondi, banche ecc...) hanno deciso di rischiare acquistando titoli da uno stato a rischio fallimento. Nel caso dei mutui invece il ragionamento da fare è legato principalmente alla variabilità di questo indicatore, che va preso in esame nel caso dei mutui a tasso variabile. Si tratta infatti di un indicatore che crescendo porterà la rata del mutuo a salire poiché gli interessi (di norma aggiornati semestralmente) sono calcolati sulla base dello spread stesso.
Approfondimenti sullo Spread
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Problema Chrome Helvetica Neue font
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Se avete il problema per cui su Chrome non vedete i siti che hanno il font Helvetica Neue, allora la soluzione, rapida è la seguente:
andate in C:\Users\YOURUSERNAME\AppData\Local\Google\Chrome\User Data\Default\User StyleSheets\Custom.css
Aprite questo file con notepad e inseritevi dentro le due seguenti righe.
@font-face { font-family: 'helvetica'; src: local('Arial'); }
@font-face { font-family: 'helvetica neue'; src: local('Arial'); }
Salvate il file e vedrete tutti i siti web che contengono l'helvetica o l'helvetica neue, tramutati in Arial, risolvendo il problema di codifica di Google Chrome, che dopo 3 anni ancora permane e sembra non trovare soluzione in nessuno degli aggiornamenti del browser.
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