No all'inceneritore di Albano ai Castelli Romani previsto in costruzione a Roncigliano (Albano)

  

Inceneritore ai Castelli romani ad Albano.

No all'inceneritore di Albano è il titolo e lo slogan del sito web http://www.noinceneritorealbano.it/ che lotta per evitare la costruzione di nuovi inceneritori ed incita alla raccolta differenziata, per ridurre il carico di rifiuti.

Il coordinamento contro l'inceneritore di Albano Laziale è un coordinamento composto dagli/lle abitanti di tutta la zona dei Castelli Romani, nato per opporsi alla costruzione di un nuovo impianto di incenerimento/gassificazione nel Lazio, previsto nella zona di Roncigliano (Albano).

Tuttavia, l'intera cittadinanza romana si dovrebbe interessare al problema, poiché le polveri sottili scenderanno sull'aria della capitale. Ciò non significa che ci si deve preoccupare dei veleni solo quando toccano il tuo orticello o quello prossimo alla propria abitazione. Per l'inquinamento degli inceneritori nel napoletano, la diossina finisce nelle mozzarelle che vengono portate a Roma, Milano e in tutta Italia.

La lotta per una civilizzazione maggiore è e deve essere di tutti, perché il territorio e le sue risorse sono comuni a tutta la nazione, e il veleno a Roma, a Taranto, a Venezia si ripercuotono sulla salute di tutti noi.

E'sempre il momento giusto per continuare a dire NO all'avvelenamento dell'aria e dell'acqua. La rete può aiutare a diffondere l'informazione libera e a spiegare ai cittadini i rischi taciuti dalle amministrazioni colluse con il mondo del denaro e della speculazione economica. Come nel caso dell'arsenico nell'acqua, i cittadini vengono informati dalla rete e non dalla televisione, troppo impegnata a rincoglionirci con i macabri dettagli degli omicidi italiani, o con la droga calcio.

Per conoscere lo stato della lotta contro l'inceneritore di Albano riferirsi a:

www.noinceneritorealbano.it


   

  
  


Informazione libera online.
Resta aggiornato cliccando su Mi Piace

Gli aromi nei cibi fanno male? Fanno venire il cancro? Come sono fatti gli aromi?

  


Alla fine di questo articolo direte addio alla scamorza affumicata, al salmone affumicato e a tutti i prodotti artificiali contenenti tra gli ingredienti la voce "AROMI".


Gli aromi artificiali fanno male e sono prodotti chimicamente.

Cosa sono gli aromi? Quella famosissima dicitura presente nella maggior parte dei prodotti confezionati e che dice tutto e niente allo stesso tempo? Ricordiamoci che, come nel caso dell'aspartame, non significa il fatto che sia menzionato tra gli ingredienti (e quindi approvato dal ministero della salute), che non sia nocivo o cancerogeno, come dimostrato nel caso dell'aspartame, il dolcificante presente in tutti i prodotti come gomme e caramelle, e che sostituisce il tradizionale zucchero, o sciroppo di glucosio.

Il problema degli aromi, è che se non c'è scritto espressamente "aromi naturali", questi sono SEMPRE artificiali, e quindi costruiti chimicamente in laboratorio, con ingredienti terribilmente lontani dal mondo alimentare e in molti casi nocivi.


Gli aromi artificiali ed i consigli del Dott. Berrino.

A cura di Mammut Elisa
Nel mio viaggio intrapreso recentemente alla riscoperta dei sapori autentici della nostra tradizione alimentare ma anche con l'apporto di preziose innovazioni e "contaminazioni" provenienti dal continente asiatico e non solo (vedasi cucina macrobiotica), non poteva mancare un cenno sui famigerati aromi.

Queste sostanze vengono usate nella preparazione degli alimenti che tutti noi consumiamo giornalmente e con grande appagamento del gusto, ma se ci fermassimo un attimo a controllare ciò che è scritto nelle etichette, a volte ci vuole veramente la lente di ingrandimento per capire, dovremmo farci venire qualche dubbio.

Il dott. F. Berrino sconsiglia, ad esempio, lo yogurt alla frutta, infatti la frutta per lo più è completamente inesistente, ma il suo aroma c'è tutto, e che aroma!
(ricordiamo invece che YOMO è uno yogurt naturale al 100% senza aromi, altro che Muller, fate l'amore con l'aroma!)

Allora andiamo a vedere questo video, impareremo tantissimo sui profumi e gli allettanti aromi che ogni giorno inconsapevolmente ingurgitiamo, con quali danni?



Molti aromi per dare il gusto dell'affumicatura potrebbero essere cancerogeni

Cibi affumicati a rischio: secondo l'ultimo rapporto dell'Autorità Europea per la sicurezza alimentare (EFSA) molti degli aromi utilizzati per dare il gusto dell'affumicatura potrebbero essere cancerogeni. Primo indiziato, l'aroma conosciuto dagli esperti con il nome di 'AM 01' che si ottiene dal legno di faggio e raffinato chimicamente.

In questo caso l'analisi dell'Efsa parla di "possibile genotossicità" e di "effetti mutageni sul Dna delle cellule", fattori che sostanzialmente provocano il cancro. L'EFSA ha esaminato 11 tra i più comuni aromi utilizzati in Europa per l'affumicatura di carni, pesce e formaggi e ha dichiarato che per la maggior parte si tratta di sostanze con livelli di tossicità vicini a quelli considerati pericolosi.


Aromi affumicati cancerogeni fanno male alla salute.

In particolare, l'analisi ha determinato che due sugli 11 aromi sono sicuri, otto preoccupanti, uno sotto controllo e uno non valutabile per la mancanza di dati sufficienti. Partendo dai dati delle analisi Efsa la Commissione europea stilerà a breve un elenco di prodotti considerati sicuri. Gli aromatizzanti per affumicature sono solitamente aggiunti agli alimenti per dare loro il gusto di 'affumicato' in alternativa al fumo tradizionale. Klaus-Dieter Jany, presidente del Panel Efsa sugli aromi, ha spiegato che “il gruppo ha basato le sue conclusioni sui dati limiti attualmente disponibili e sulle stime di apporto di queste sostanze”.

Le preoccupazioni riguardano quegli aromi per cui questo apporto potrebbe avvicinarsi a livelli nocivi per la salute. Tuttavia, ha puntualizzato l'esperto, “ciò non significa necessariamente che le persone che consumano questi alimenti siano a rischio, poiché si prendono in considerazione stime superiori al reale consumo”.


   

  
  


Informazione libera online.
Resta aggiornato cliccando su Mi Piace

Acqua con arsenico - Scopri se il tuo comune ha l'acqua avvelenata.

  

SCARICA LA LISTA DEI COMUNI CON L'ACQUA ALL'ARSENICO (Documento presentato alla UE con la lista dei comuni).


L'acqua dei rubinetti italiani è avvelenata dall'arsenico, l'Unione Europea blocca l'Italia che aveva richiesto deroghe ai limiti per le acque di 128 comuni.

128 comuni in sei regioni hanno superato i limiti imposti dalla UE per la presenza di Arsenico (elemento della tavola periodica il cui elevato dosaggio porta l'essere umano a morte per avvelenamento).

Un rischio tenuto nascosto agli abitanti di oltre 120 comuni italiani, coinvolgendo oltre un milione di cittadini fino a oggi. Per fortuna Bruxelles ha detto basta. L'ennesima deroga italiana a scapito della salute dei cittadini questa volta non si farà. In una decisione datata 28 ottobre 2010, la Commissione Europea ha respinto la richiesta dell'Italia di ammettere come "normali" i valori di arsenico fino a cinque volte superiori alla norma nelle acque che escono attualmente dai rubinetti di 128 comuni in sei regioni del nostro paese. Questa negazione, scoperchia un rischio sanitario fino ad oggi offuscato e nascosto a oltre un milione di cittadini e che, da un momento all'altro, potrebbe obbligare molti sindaci a firmare ordinanze che dichiarano non potabile l'acqua in decine migliaia di abitazioni.


Arsenico nell'acqua nei comuni italiani.



Tratto da Acque avvelenate de Il Fatto Quotidiano:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/23/acqua-con-arsenico-lue-blocca-litalia-aveva-richiesto-deroghe-ai-limiti/78402/


In una lettera del 2 febbraio 2010, l’Italia faceva richiesta di una terza deroga ai parametri definiti dalla direttiva 98/83 del Consiglio Ue sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, chiedendo di innalzare la soglia massima autorizzata di arsenico nell’acqua di rubinetto dai 10 μg/l consentiti dalla legge fino a a 20, 30, 40 o addirittura 50 μg/l. Seppur considerata legittima perché motivata da una contaminazione di origine naturale e dal fatto che la fornitura di acqua nei comuni coinvolti non può essere garantita con mezzi alternativi, l’eccezione italiana non può essere tollerata perché troppo pericolosa, secondo Bruxelles, per la salute dei cittadini. “Le prove scientifiche nei documenti indicati in riferimento negli orientamenti dell’Organizzazione mondiale della sanità e nel parere del comitato scientifico dei rischi sanitari e ambientali consentono deroghe temporanee fino a 20 μg/l – si legge nel documento – mentre valori di 30, 40 e 50 μg/l determinerebbero rischi sanitari superiori, in particolare talune forme di cancro”.

Una doccia fredda per il Ministero della Salute, che ottiene la deroga solo per 8 comuni (i cui valori rientrano entro la soglia dei 20 μg/l) sui 130 oggetto della richiesta e che deve ora fare i conti con un inquinamento degli acquedotti di proporzioni inquietanti. Se Campania, Lombardia, Toscana, Trentino-Alto Adige e Umbria sono le regioni che contano comuni inseriti nella lista nera di Bruxelles, la situazione più critica è nel Lazio, dove sono in totale 90 le municipalità coinvolte nelle province di Latina, Roma e Viterbo, con picchi di utenze interessate che vanno dagli oltre 66mila abitanti di Aprilia ai 115mila del capoluogo di provincia dell’agro pontino, passando per gli oltre centomila residenti della Tuscia dove l’acqua di rubinetto è considerata pericolosa in quasi tutti i comuni della zona. Otto i comuni lombardi in provincia di Mantova, Sondrio e Varese dove l’arsenico supera il valore di 30 μg/l mentre anche fra le Dolomiti non mancano le situazioni a rischio con 26mila abitazioni a Trento e centinaia di famiglie coinvolte in provincia di Bolzano. In Toscana, con 11 comuni è la provincia di Livorno ad essere più esposta ai pericoli dell’arsenico mentre in Umbria è Orvieto con 21 mila case a rischio la città più colpita.

Dopo tre settimane di silenzio da parte del Ministero della Salute e di fronte alla minaccia dell’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per la mancata comunicazione alla popolazione dei pericoli legati al consumo delle acque contaminate, oggi il ministro Ferruccio Fazio ha affermato che “il ministero della Salute sta avviando alle Regioni la comunicazione che abolisce la deroga che portava a 50 milligrammi per litro la concentrazione massima di arsenico nelle acque destinate al consumo”. “L’ordinanza di deroga – ha aggiunto Fazio – era stata fatta perché si prevedeva che non ci fosse alcun parere negativo da parte della Comunità europea”.

“Dopo la decisione dell’Ue è nostra intenzione attivare una procedura sospensiva urgente dinanzi al Tar, finalizzata a ottenere il blocco immediato delle fonti d’acqua i cui parametri sulle sostanze tossiche non rispettino la normativa – è la risposta del Codacons attraverso le parole del presidente Carlo Rienzi – Ciò significa che le acque contenenti arsenico in misura superiore ai 20 microgrammi al litro dovranno essere vietate e, quindi, non potranno essere consumate dai cittadini”.

“Ci troviamo tra l’incudine e il martello – dichiarano i sindaci della Tuscia sottolineando come il problema sia noto da tempo nel viterbese -. Da un lato dobbiamo evitare gli effetti dannosi che potrebbero essere causati dall'elevata concentrazione di arsenico, come tumori alla pelle e malattie incurabili per i bambini sotto i tre anni; dall'altra dobbiamo garantire l'approvvigionamento idrico alle nostre popolazioni. Per questo chiediamo che vengano attuati provvedimenti immediati".

IN QUALI COMUNI E' PRESENTE L'ARSENICO NEGLI ACQUEDOTTI?

L'adige.it scrive:

TRENTO - C'è dell'arsenico nell'acqua che beviamo. In particolare è presente in discreta quantità nell'acquedotto Laste-Cantanghel, che serve 26.500 utenti della collina est. Nulla di allarmante nell'immediato, ma proprio questa concentrazione superiore alla media potrebbe costringere il Comune a emettere un'ordinanza di divieto dell'uso potabile dell'acqua dei rubinetti serviti da quell'acquedotto. Laste-Cantanghel è infatti una delle quattro località trentine a cui la Commissione Europea ha negato la deroga ai limiti per uso alimentare. Le altre tre sono Canal San Bovo, per un'acquedotto che serve 120 utenti, Fierozzo con 441 allacciamenti e Frassilongo con 357.

La concentrazione di arsenico in questi acquedotti raggiunge un valore di circa 40 microgrammi per litro, molto più alto del limite europeo fissato a 10. In passato però erano state concesse delle deroghe, in considerazione del fatto che si tratta di una presenza naturale. Una presenza che secondo il Ministero della salute non comporta rischi per l'uomo. L'Unione Europea, che in passato aveva sposato questa linea, alla terza richiesta di deroga ha detto «no». Il diniego porta la data del 28 ottobre scorso ma non è ancora stato trasmesso alle amministrazioni interessate. L'assessore all'ambiente di palazzo Thun, Michelangelo Marchesi, non ne sa nulla e si riserva di approfondire la questione nelle prossime ore.
F.G.


   

  
  


Informazione libera online.
Resta aggiornato cliccando su Mi Piace

Il riso scotti va boicottato. Inceneritori tossici della Riso Scotti Energia avvelenano l'ambiente.

  

Articolo interamente tratto dal post originale di Beppe Grillo: Riso Scotti Energia

La società "Riso Scotti Energia" è nata per bruciare gli scarti del riso, la cosiddetta "lolla". In tre anni, dal 2007 al 2009, ha bruciato fanghi, cadmio, polveri provenienti dai fumi, arsenico, nichel, piombo. I guadagni erano garantiti dagli incentivi per l'energia rinnovabile, 30 milioni di euro (attraverso il CIP6), dai soldi ricevuti per smaltire rifiuti tossici nocivi delle aziende e dalla vendita dell'impasto residuo come lettiera a allevamenti zootecnici di Lombardia, Piemonte e Veneto. L'impianto di 17.000 metri quadri, appena fuori Pavia, è stato sequestrato, i dirigenti arrestati. I pavesi hanno pagato tre volte: con la quota CIP6 nella bolletta dell'ENEL, con l'aria tossica e con l'assorbimento di sostanze nocive da parte di maiali e pollame. Quanti impianti non a norma esistono in Italia? Chi li controlla? Nessuno. Mereu, capo per la Lombardia della Forestale, ha detto: "E' la prima inchiesta di questo tipo su una centrale a biomasse, Ci vogliono più controlli...". E, soprattutto, vanno eliminati i contributi CIP6, senza i quali non esisterebbero gli inceneritori.
"Caro Beppe,
ti scrivo da Pavia, finalmente da due giorni l'aria della mattina e della sera è respirabile, non si sente più quell'odore acre che era ormai diventato tipico da almeno 3 anni (se non anche 4) il motivo c'è: la Polizia e la Forestale hanno sequestrato l'inceneritore di Riso Scotti Energia che era stato costruito sulla carta per bruciare solamente la lolla, poi non riuscendo "a starci dentro" hanno iniziato a bruciare anche rifiuti. Sui giornali c'è scritto che la Procura stima che abbiano bruciato almeno 40.000 tonnellate di rifiuti tossici. Ne hanno arrestati solo 7, il gran capo naturalmente no, strano che non potesse non sapere, non li firmava i bilanci? Come potevano stare in piedi solo con la lolla? Che schifo! Il bello è che, è riportato sempre nei giornali, gli allevatori di maiali della zona comprassero quella lolla in cui venivano occultati i rifiuti, come se poi nessuno di loro mangi mai un salame, un prosciutto, una coppa. Che idioti. Ma la gente non si rende conto che ci stiamo distruggendo? Nessuna TV nazionale ha parlato del sequestro. Tutto ciò è causato dall'ingordigia di queste bestie di persone, i profitti non bastano mai, sono degli squali. Perchè tramite il tuo blog non facciamo partire una campagna per boicottare i prodotti della SCOTTI? Spero onestamente per mio figlio che l'inceneritore non venga più aperto. Saluti." Leonardo P.


Approfondimenti sul tema: http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/21/traffico-di-rifiuti-tossici-e-truffa-allo-stato-ecco-chi-si-dimentica-del-dottor-scotti/78096/



NON COMPRARE PIU' IL RISO SCOTTI.

Non crediamo che Beppe Grillo sia il Messia. E' un uomo come tanti altri, che lavora molto per informare i cittadini, ma non significa che qualsiasi richiesta di boicottaggio faccia presente alla comunità di internet sia da prendere come esempio. La domanda però ce la dobbiamo sempre porre. Quanto cancro ci becchiamo (e malattie di altro genere) grazie a questo gruppo di bastardi che inquina e ruba in barba alle leggi e alle regolamentazioni sanitarie etiche ed ecologiche? Siamo sempre più convinti che sia necessario impugnare il coltello dalla parte del manico che abbiamo NOI consumatori. Se domani il fatturato della RISO SCOTTI crollasse fino a rasentare lo zero, sarebbe da esempio e monito a tutte le aziende che ad oggi stanno avvelenando cibi, acque, terreni e aria.



Il riso scotti va boicottato. Inceneritori tossici della Riso Scotti Energia avvelenano l'ambiente.


Boicottaggio immediato del Riso Scotti.

Come sempre, con la politica che sta a guardare e l'informazione (televisione e giornali) assenti, e non per semplice distrazione...

Questo il motivo per cui NeverSleep supporta il lavoro e l'informazione libera di Beppe Grillo e il lavoro di Il Fatto Quotidiano.


   

  
  


Informazione libera online.
Resta aggiornato cliccando su Mi Piace

Elicottero telecomandato PILOT facile da far volare a 17 euro

  

Ho acquistato un elicottero telecomandato da risparmio casa, un supermercato ricco di chincaglierie a due spiccioli. L'elicottero è costato infatti solo 17 euro. Ben fatto, anche nei dettagli, il primo pinfallacchio (giallo, modello 1) ha avuto una vita breve. La sua bassa stabilità e l'incapacità e inesperienza del primo pilota hanno portato il velivolo ad un crash spettacolare nel centro di Roma da un'altezza di oltre 20 metri. Oggi ci riproviamo con il pinfallacchio numero due, rosso, e dalla forma diversa dal precedente, che da molti più risultati in quanto molto più stabile nel volo acrobatico.

Acceso, vola e si stabilizza molto più rapidamente e semplicemente del modello giallo numero 1. Eccovi quindi un video tratto dall'esperienza di NeverSleep con il piccolo velivolo a doppia elica che esplode

La difficoltà maggiore è quella di stabilizzare la rotazione della fusoliera che rende ingovernabile l'elicottero. Questo si effettua con una piccola rotellina sul telecomando, che regola la potenza tra le due eliche al punto in cui in fase di mantenimento dell'altezza, si riesce a governare facilmente il velivolo in qualsiasi direzione.

Quando un giorno abbiamo deciso di acquistare il PILOT da 19 euro, mimetico, militarizzato, più grande e potente, abbiamo scoperto che con un unico telecomando si possono comandare due elicotteri in contemporanea, ovviamente con risultati disastrosi dovuto al fatto che ognuno dei due necessita di trim differenti non applicabili da uno stesso centro di controllo. Il risultato è stato che uno dei due si è irrimediabilmente intrecciato contro un nastro ornamentale.

Elicottero Pilot incastrato sul nastro col rotore bloccato.


Il video seguente mostra le dinamiche dell'avvio multiplo dal tavolo di decollo e l'incidente con imprecazioni dalla platea per l'incastro con una splendida orchidea. Attenzione sempre a non far volare l'elicottero giocattolo sopra a matasse di capelli o di polvere, perché vi assicuriamo che rimuovere i capelli arrotolati intorno al doppio rotore di questo giocattolo è cosa molto difficile viste le dimensioni del piccolo volatile.


   

  
  


Informazione libera online.
Resta aggiornato cliccando su Mi Piace

<< 1 ... 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 ... 156 >>

.