Il gatto fa la pipì sul prato e lo brucia. Cosa fare?

  

Cosa fare quando il gatto o il cane bruciano l'erba urinandoci sopra?
La pipì degli animali contiene ammoniaca, che brucia letteralmente l'erba uccidendola in tempi rapidissimi. Potrete notare, nelle zone scelte dagli animali per fare la pipì diverse chiazze gialle di erba morta, come quelle in questa fotografia.


Il gatto e il cane fanno pipì sul prato e lo bruciano.


Che fare allora contro la pipì di gatto e cane sul prato?

Non esistono agenti chimici da usare per convicere gli animali a non fare i bisogni (feci incluse) sull'erba del prato. Esistono dei ferormoni da utilizzare e spargere ai bordi del giardino, ma servono solo a non fare avvicinare i gatti all'abitazione, e di certo non vorrete far scappare via i vostri gatti dal giardino!

L'unica soluzione è educarli e fargli capire che devono fare i bisogni in una zona definita. Sempre la stessa. Il gatto deve farla nella lettiera, e il cane deve imparare a farla in un angolo.

Dovrete insegnare a fido e miao a fare la pipì lontano dal prato, risparmiando le anti estetiche chiazze gialle dell'erba morta. L'erba ricresce ma con tempi lunghi che possono essere abbreviati con i consigli di questo articolo sul prato che ricresce da solo con qualche aiuto.


   

  
  


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Le patatine di Mc Donald's non si decompongono MAI. Niente Muffa. Cosa c'è dentro?

  

Direttamente dall'attore del documentario Super Size Me su quanto fa male il cibo di Mc Donald, un nuovo strepitoso video sulle patatine fritte di Mc Donald, che se lasciate per mesi all'aria aperta non si decompongono MAI.


L'esperimento scientifico delle patatine Mc Donald's.

Il tipo torna a casa con una massiccia spesa fatta di panini e patatine di Mc. Per fare un paragone prende anche un panino con hamburger in un vero negozio di carne e pane, e passando ad un ristorante compra una porzione di patatine fritte NON Mc Donald's. Ogni elemento viene riposto in un contenitore stagno di vetro, e si osservano i risultati di muffa nelle diverse settimane dall'inizio dell'esperimento scientifico. I risultati sono estremamente divertenti, ma la cosa assurda è la durata oltre due mesi delle patatine fritte Mc Donald's, che rimangono tali e quali al primo giorno.


Perché le patatine fritte di Mc Donald's non si decompongono MAI?

Qualche splendido conservante o additivo magico che serve per mantenere le patatine di plastica durante i lunghi viaggi che fa il cibo di Mc Donald's? Il video mostra la decomposizione di Hamburgher, Big Mac, Filet 'o Fish, e altri panini di Mc Donald.



Vuoi saperne di più sul cibo di Mc Donald's?

Visiona il documentario Super Size Me, in cui l'esperimento su di un umano che mangia mc donald's per 30 giorni produce effetti devastanti.


Fa male mangiare al Mac Donald. Documentario Super Size Me.


   

  
  


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Operazione all'alluce valgo, quando la chirurgia fa miracoli senza chiodi ma con un piccolo buchetto.

  

A cura di Mammut

Il fatto di sapere che non avrei potuto mai più indossare scarpe che non fossero semplicemente contenitori deformati di plantari ortopedici, a causa del mio alluce valgo, proprio non mi andava giù. Non perché io avessi velleità di scarpe con tacchi vertiginosi, che non ho mai indossato, ma anche le semplici infradito per andare al mare o le ciabatte da piscina, questo no, non lo potevo tollerare.

Avevo sentito parlare dell'intervento chirurgico come alternativa alla scarpa ortopedica ma, a dire il vero, le persone che si erano sottoposte a questo tipo di soluzione me ne dicevano un gran male e spiegavano che non era poi un tipo di operazione così semplice. Così accantonai per un poco l'idea, ma con l'avvicinarsi dell'estate, al solo pensiero di andare in giro zoppa o con la scarpa "obbligatoria" anche per andare al mare o semplicemente per indossare una calzatura più in linea con la stagione calda, riconsiderai la mia rassegnazione e consultai un esimio professore ortopedico.

Il luminare, dopo aver visionato il mio piede e la mia cartella clinica comprendente tutti trascorsi (anamnesi), mi disse che avevo altro di cui preoccuparmi e mi consigliò di tirare avanti con i plantari e via. Ora, io non sono proprio una giovinetta ma non sono neanche una novantenne, ho tirato avanti con i plantari circa un anno ma poi ho voluto anche il parere di un altro ortopedico, questa volta nell'ospedale dove ormai sanno tutto di me e mi sono messa in lista per l'intervento da lì a otto mesi.

Ho fatto la prenotazione ma poi, quando ho saputo che l'intervento veniva effettuato secondo il metodo tradizionale (taglio di due centimetri, inserimento di un chiodo che poi andava rimosso, punti di sutura), ho sentito insinuarsi in me il dubbio, anche perché chi l'aveva già fatto, mi assicurava grandi dolori e lunga convalescenza. Ho lasciato il mio nome nella lista, ma poi ho cominciato a parlare con amiche, conoscenti e così via: il famoso "passaparola".

Questo sistema di comunicazione, vecchio come il mondo, integrato con i sistemi moderni come internet, mi ha consentito di farmi un'idea delle alternative in materia. In effetti l'unica che ho trovato, ma grandiosa, è l'intervento ancora poco conosciuto e praticato in poche strutture, di chirurgia mini-invasiva. Consiste in una nuova tecnica che non prevede tagli e punti ma soltanto un piccolo foro nel quale viene introdotta un mini-fresa che toglie le protuberanze e restituisce la forma iniziale al piede ma soprattutto, la funzionalità.

Non sono sicura di aver spiegato bene il metodo ma poi darò maggiori chiarimenti con informazioni utili sui contatti che si volessero avere, io nel mio piccolo, ogni qualvolta mi trovi a parlare con qualcuno di questa mia scelta, ricevo continuamente richieste di delucidazioni, tanto che sono arrivata a pensare che moltissime persone che incontriamo per strada con le scarpe con i tacchi più o meno alti, pur sembrando felici non vedono l'ora di tornare a casa e lanciare gli odiati strumenti di tortura il più lontano possibile.

Ecco il motivo per cui, dopo la mia esperienza personale, ho pensato di raccontare a tutti coloro che hanno questo problema, e che ci troveranno via Google, la mia esperienza, su un fatto fondamentale e che se non risolto, genera seri problemi di deambulazione in chi ne soffre.

Per maggiori informazioni non esitate ad utilizzare i commenti.


   

  
  


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Zuppa di Miso, dalla cucina tradizionale giapponese, ricetta macrobiotica.

  

Zuppa di Miso, il Misoshiro, ricetta giapponese per lunga vita.

Dopo la grande abbuffata arriva il giorno del pentimento, è inevitabile, ed allora vediamo come ci si può disintossicare dall'accumulo di grassi e zuccheri con intelligenza.
Rifacendomi al grande "maestro" il Dott. Berrino e ai suoi saggi consigli, voglio proporre un suggerimento utile improntato alla pratica dell'alimentazione macrobiotica. Dal libro "IL CIBO DELL'UOMO traggo di volta in volta preziosi insegnamenti.

Voglio parlare oggi del MISO e della ZUPPA DI MISO prezioso alimento di cui non potrei più fare a meno.

Miso: il miso preparato in modo tradizionale e naturale è uno straordinario
alimento/condimento fermentato, ricco in proteine ed enzimi vitali. Prodotto ora anche
in occidente, è un alimento naturale sviluppato in Giappone già nel 600 a.C. a partire
da altri condimenti fermentati importati allora dalla Cina. È costituito da soia gialla,
sale koji, riso e orzo; è lasciato fermentare dai 18 ai 24 mesi in grandi barili di cedro.
Essendo ricchissimo di aminoacidi liberi, completa le proteine meno ricche e le rende
più utilizzabili. Quando viene utilizzato senza essere bollito, come nella Zuppa di Miso,
diventa una fonte importante di enzimi che stimolano la digestione di proteine, grassi e
carboidrati. Il miso arricchisce inoltre la flora batterica intestinale di lattobacilli,
migliorando in tal modo l’assimilazione dei cibi e potenziando le difese contro le
malattie intestinali

ZUPPA DI MISO "CLASSICA"

Ingredienti necessari per fare la zuppa di Miso per 4 persone:

  • Alga wakamè da 3 a 6 cm;
  • cipolla 1;
  • carota 1;
  • miso 2/3 cucchiaini;
  • acqua 5 tazze.

Mettete a bagno l'alga wakamè in acqua a temperatura ambiente per 5 minuti e tagliatela finemente; nel frattempo, mettete a bollire l'acqua (compresa quella di ammollo dell'alga). Mettete tutto a cuocere, per 10 minuti, e nel seguente ordine, inserite i seguenti ingredienti:

  • wakamè
  • cipolla tagliata a mezza luna
  • carota tagliata a fiammifero

Trascorsi i 10 min, sciogliete, aiutandovi con un poco di acqua della zuppa, il miso. Aggiungetelo alla zuppa e lasciate sobbollire per altri 2 minuti. Potete servire con qualche foglia verde tagliata finemente.

Nella variante originale giapponese della cucina tradizionale, la zuppa di Miso, altresì nota come "Misoshiro", si serve con dadini di Tofu (5 o 6 da aggiungere a zuppa completata).

Buon appetito con questa splendida ricetta invernale macrobiotica.


   

  
  


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Carpfishing di Neversleep, dove non si dorme mai.

  

Dato l'elevatissimo numero di appassionati di carpfishing che ci seguono quotidianamente su questo sito, abbiamo deciso di aprire una nuova rubrica del nostro sito web NeverSleep (dove non si dorme mai) proprio su questa meravigliosa tecnica di pesca che ha oramai oltre 30 anni ma che non finisce mai di stupire in quanto a catture che regala e luoghi che dal nulla iniziano a divenire popolari come il mitico Rainbow Lake (il lago arcobaleno, che detiene record mondiali di carpe).

Approfondiremo quindi tutto il mondo del carpfishing sulle pagine di http://carpfishing.neversleep.it , il sito destinato a trattare canne da carpfishing e recensioni di tutte le migliori marche, boilies da innesco, ready mades e boilies fatte in casa ed infine tutti i migliori luoghi del mondo in quanto a pesca al ciprinide.

Ben venuti su CARPFISHING, il sito gestito da appassionati di carpfishing da oltre 15 anni.


   

  
  


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