Esperimento seo

  

Siamo tutti d'accordo che il SEO è l'ottimizzazione sui motori di ricerca? Siamo tutti concordi nel dire che questo esperimento SEO, nasce per migliorare la qualità di questa pagina web in accordo con le linee guida dettate da Google (il principale motore di ricerca almeno in Italia)?

Ecco quindi il mio esperimento

L'esperimento nasce perché leggendo in rete ho trovato diversi siti web che fanno la seguente prova, proprio per vedere a che punto di posizionamento e punteggio sono su Google con i propri siti. Ho notato addirittura che l'attuale primo in classifica per questa parola chiave, è un account di Google +, su cui sembra sia stato eseguito un redirect 301 da un vecchio sito web che si chiamava guarda un po'... proprio... esperimentoseo.qualcosa!

Quindi? Qual'è la conclusione?

Apparentemente nessuna. Pubblicherò a breve questa pagina, scritta in fretta e furia mentre sorseggio un caffé a lavoro e discuto con la mia collega Laura di quale possa essere la strategia migliore per eseguire test efficaci sui motori di ricerca, per comprendere come effettivamente rispondere alle linee guida per siti web di qualità (argomento che ci vede felicemente in disaccordo).

Perché un test sul SEO?

Nel tempo gli algoritmi cambiano, e gli esperimenti SEO sono fondamentali per capire come e cosa va a modificarsi e quali "certezze" invece rimangono al loro posto. Capire come, un singolo post come questo, possa competere invece con la pagina web "Esperimento SEO, uno scandaloso esperimento", di Newsbuzz.info, dichiarato dall'autore come "esperimento basato sul link building", ci farà capire la stoffa del nostro saper o non saper scrivere in accordo con le guidelines della grande G.


Aggiornamenti

Aggiornamento di fine agosto 2013:
Il post si è posizionato all'ottavo risultato della prima pagina di Google.it. Il post continua a non prendere link dall'esterno né ad avere condivisioni sui social network (G+ compreso). Intendo ancora evitare di prendere link dall'esterno, e allo stesso tempo, evitare di fornire link verso siti esterni o risorse in tema con l'esperimento. Come in tutti gli esperimenti che si rispettino, va eseguito anche questo con un monitoraggio del risultato a seguito di una sola variabile introdotta. Oggi a fine agosto è stata creata la zona degli Aggiornamenti. Tra un mese (fine settembre 2013) vedremo se eventualmente avremo incrementato la visibilità per tale parola chiave.


   

  
  


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MARINA di Carlos Ruiz Zafòn

  

Libro Marina, di Carlos Ruiz Zafòn.

Dopo la premessa dello srittore, "Fra tutti i libri che ho pubblicato... Marina è uno dei miei preferiti", mi aspettavo davvero molto.

Niente da dire sul modo di scrivere di Zafòn che, come avevo scritto in merito al "Il principe della nebbia", nel giro di poche righe immerge il lettore (predisposto) in una Barcellona che non esiste più. Nessuno di noi turisti, affannati in cerca di TANTE emozioni in POCHI giorni, potrà mai scorgere tra i palazzi di Gaudì, o nella grande giostra notturna di gente in cerca di divertimenti e sballi di ogni genere, l'intimità della città descritta nei romanzi dell'autore.

Lui la sua Barcellona la conosce benissimo, palazzo per palazzo. Ed è proprio sbirciando in uno di questi, solo apparentemente, abbandonato, che inizia l'avventura del protagonista, Oscàr. La storia richiama moltissimo il romanzo scritto successivamente (anche se pubblicato 8 anni fa) "L'ombra del vento" del quale però non ne rappresenta che una bozza. Tutto ciò che si discosta è eccessivo ed estremamente triste.

Non c'è un personaggio simpatico (come Fermìn) e sono rarissime (forse una) le situazioni piacevoli che possano creare distacco da una storia di morti, resurrezioni, odori fetidi, donne violentate, ferite, deturpate, corpi divelti e riattaccati come capita.

Ed in nome di cosa? Non si è capito. Oscàr era triste all'inizio del libro, orfano in un collegio, ma molto, molto più triste alla fine del libro. Forse per l'autore Marina è realmente vissuta o forse, è solo una metafora della vita. Ma se così fosse, lasciate ogni speranza o voi che iniziate a leggere...


   

  
  


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Aromi per boilies da carpfishing.

  

Gli aromi per boilies servono sostanzialmente ad attrarre le carpe. Esistono due tipi di aromi per realizzare boilies in casa: gli aromi che servono a prendere il pescatore, composti sostanzialmente da profumi conosciuti agli umani, e gli aromi che servono realmente ad attrarre più carpe, che normalmente puzzano assai.

Normalmente le case produttrici di aromi per carpfishing non se la rischiano a produrre roba puzzolente che il pescatore annusa sugli scaffali dei negozi di carpfishing. In effetti pensateci bene; per quale motivo un pescatore apre una boccetta di aroma e se la passa sotto al naso? Perché conosce i gusti delle carpe, o perché conosce quelli della moglie, a cui dovrà appestare la cucina nel tentativo di produrre esche efficaci?

I pesci, carpe comprese (anche quelle da 30 chili), non mangiano forse lumachine, larve e pesci morti (esperimento svolto in acquario che ha visto una carpa affamata mangiare un pesce rosso morto)?

Il consiglio vivo quindi, avendo lavorato 6 anni nel mondo del carpfishing insieme al Guru delle esche da carpfishing Kevin Nash, è quello di acquistare aromi che prima di tutto siano totalmente naturali, e non composti chimici realizzati in laboratorio o acquistati da produttori di aromi chimici. Secondo poi, è bene utilizzare i "puzzoni" piuttosto che gli aromi che piacciono alle nostre donne. Gli aromi al pesce e allo squid (seppie calamari) associati con aromi altamente alcolici e dotati di immediata dispersione una volta in acqua, sono i migliori. Soprattutto, cercate sempre di acquistare aromi che contengano anche estratti e sostanze nutrienti e stimolanti, affinché non acquistiate soltanto "odori" senza spessore alimentare.


   

  
  


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I Goonies, scene tagliate dal lontano 1985. Il grande film di Richard Donner

  

Leggete qui sotto soltanto dopo aver visto il video.

Per tutti i nostalgici dell'avventura The Goonies, mitico film degli anni '80, ecco gli inediti spezzoni sottotitolati in italiano, del grande film che avremmo voluto non finisse mai. Ecco quindi qualche scena in più.

Si tratta in particolare di tre momenti, uno dei quali (l'ultimo) è decisamente poco credibile, sia nella plastica usata per l'animazione del pupazzo della piovra, sia per come i ragazzi l'allontanano salvando alcuni elementi del gruppo, ossia facendola ballare con un mangiacassette infilatogli in bocca (tra l'altro sott'acqua, dove si sà che i mangiacassette funzionano meglio).

Ora posso finalmente capire per quale motivo Chunk alla fine del viaggio, sulla spiaggia di Astoria di fronte a polizia e genitori felici per aver ritrovato i loro figli scomparsi, dica la frase "La provra era terribile", con la risposta di uno dei genitori "La piovra?". Per anni mi sono chiesto a cosa cavolo alludesse il ciccione del gruppo e la mia mente ha dovuto lavorare molto per trovare alcune singolari soluzioni a tale quesito, come ad esempio quella che "la piovra" era la mafia della Banda Fratelli.

Rimane uno dei più geniali e affascinanti films di avventura per bambini e per ragazzi che siano mai stati prodotti... soprattutto senza la scena della piovra!


   

  
  


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Il Vino e le Viole: nuovo sito su scrittura e comunicazione. Dall'uso del "piuttosto che", a come si scrive un Curriculum Vitae.

  

Il sito, seppur relativamente giovane, ha già un pagerank di 3 punti su 10. Un risultato ottimale per un sito ancora acerbo ed in via di sviluppo.

Forse tra gli algoritmi segretissimi di Google c’è anche quello della creatività e dell’entusiasmo che vede le sue giovani creatrici ed ideatrici sempre attive con nuovi post e contenuti di spessore e divertenti.

Il sito ha una chiave di interpretazione: la parola. Le categorie sono “Parole creative”, “Parole a lavoro”, “Parole&Psiche”, “Dillo con parole tue” e il blog vero e proprio, che si chiama “In altre parole”, in cui le due riflettono sull’evolversi del blog e dove postano temi marginali. Attraverso il filo conduttore delle parole le due autrici, Helios e Petra - nomi d’arte ispirati alle viole – riescono a parlare in maniera trasversale di lingua, usi scorretti, varietà dialettiche, comunicazione, pubblicità e linguaggi. Ne il Vino e le Viole non mancano né spazi “creativi” dedicati alla poesia, all’analisi dei sogni, a monologhi interiori, né spazi dedicati a tematiche più empiriche: la differenza tra viaggio e vacanza, il mestiere di scrivere, l’analisi del curriculum vitae e dell’uso scorretto del piuttosto che con valore disgiuntivo.
I consigli su come si scrive un Curriculum Vitae proposti da Petra vengono resi chiaramente ed in maniera frizzante e divertente. I 10 consigli utili per scrivere un Curriculum Vitae offrono, da un lato, il supporto a chi vuole apprendere a scrivere un Cv, dall’altro, una lettura gradevole per chiunque.

Il vino e le viole

Esilarante anche la guerra che le due fanno all’uso improprio del piuttosto che. Un’analisi linguistica ed una profonda riflessione sulla normale evoluzione linguistica sono utilizzate come supporto per rispondere e contrastare l’uso invalso nelle classi agiate e medio alte del settentrione: l’uso del piuttosto che con valore disgiuntivo, appunto. Le due con ironia riportano esempi e discutono con i lettori sulle motivazioni che le spingono a contrastarlo. Non escludo che, se mai l’uso del piuttosto che improprio sarà sconfitto definitivamente, non sia anche merito delle due peperine autrici e amiche.

Il sito non è mai noioso, ripetitivo o lento, ma sempre pieno di energia e positività. Lascia uno sguardo aperto alle nuove idee, alle nuove proposte e alle riflessioni che continuamente le due autrici lanciano ai lettori e a loro stesse. Come citato nella Homepage la ricetta è sempre “leggerezza, ironia ed appena un pizzico di serietà! ”, l’unica formula per “ condividere anni di pensieri e riflessioni sul tema della scrittura, sul testo (scritto o parlato) e sul modo in cui comunichiamo con noi stessi e con gli altri”.
Interessantissima anche la (non)spiegazione che danno del nome. Perché il Vino e le Viole? Perché è un’etichetta, un nome che suonava bene.

Ai lettori più acuti però si lascia intuire quel sottile parallelismo con il famoso slogan femminista degli anni 70: “vogliamo il pane e anche le rose!”.


   

  
  


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