Torre medievale di Casalvento (case al vento)

  

Il nostro paese, come è noto, possiede il 60 per cento del patrimonio artistico mondiale, passiamo davanti ai nostri monumenti senza neanche più farci caso, frettolosamente e distrattamente, mentre nel mondo si organizzano viaggi anche da paesi lontanissimi, per poter ammirare ciò che noi consideriamo semplicemente pietre poste una sull'altra.

Ho sempre pensato che potremmo vivere di turismo, incentrando la nostra economia sui beni artistici e sul paesaggio, avvalendoci dell'energia solare ed eolica ma questa è solo utopia.

Quello per cui oggi sono qui a lamentarmi è la mancanza di rispetto della comunità tutta, nei confronti delle moltissime testimonianze di civiltà ormai dimenticate ma che fanno parte del nostro patrimonio culturale, storico e ambientale.
Sto parlando di una torre che si trova nel paesino di Casalvento, comune di Sassoferrato, che sta scomparendo per l'incuria e il disinteresse collettivo.

Sono andata, poco tempo fa, a vedere il posto su cui sorgeva questa antica costruzione cilindrica ma un abitante del luogo mi ha detto che è praticamente impossibile accedervi, per lo stato di degrado in cui si trova.
Così mi sono rassegnata, e messa una pietra sopra, letteralmente, ho deciso di rinunciare alla mia ricerca.

E pensare che all'estero una cosa di questo tipo sarebbe oggetto di visite guidate, souvenir ecc.

Per chi volesse saperne di più, grazie ad Alessia, posso fornire il link:
http://www.fabrianostorica.it/appello_casalvento.htm


   

  
  


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Osteoporosi e alimentazione.

  

Prima parte del video di intervista ad una 94enne in salute grazie alla dieta senza carne né latte.

Seconda parte del video di intervista ad una 94enne in salute grazie alla dieta senza carne né latte.


Qualche giorno fa ho raccontato i miei progressi riguardo alla prevenzione dell'osteoporosi, progressi determinati dal cambiamento dell'alimentazione con esclusione totale delle carni rosse e dei formaggi, latte e latticini. A conferma di quanto constatato su me stessa, gironzolando qua e là, ho trovato questo video con l'intervista ad una signora di 94 anni, da 10 anni vegana, che conferma quanto ho potuto testimoniare con le mie ultime analisi.

Chi legge e ascolta potrà pensare che questo modo di mangiare sia insipido e squallido, ma non è assolutamente così, la varietà è assicurata e l'uso delle spezie è un aiuto indispensabile nella preparazione di ricette veramente appaganti.

Guardate la signora com'è soddisfatta e non credo che tornerebbe al vecchio stile di vita, considerato il traguardo raggiunto. Facciamoci furbi!

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Ricostruzione di Onna, paese terremotato.

  

Beppe Grillo lancia l'iniziativa più strana. Ricostruire un paese intero con moderne concezioni e tecniche volte al risparmio energetico, proprio come fanno da vent'anni in Svizera, Germania e Svezia.

Onna.

Uno dei paesi rasi al suolo dal terremoto di aprile 2009. Ci riuscirà ?
Benchè non condividiamo in pieno tutto ciò che Grillo propone e dice, questa iniziativa popolare potrebbe far del bene e quindi, oltre a donare 20 € (non sono molti ma meglio di niente), vi invitiamo a visitare la pagina delle donazioni, sperando che si raggiunga il necessario per ricostruire il paese intero, e non soltanto una percentuale di abitazioni perchè non si è raggiunto l'importo prefissato. Immaginate cosa accadrebbe; una schiera di case supertecnologiche e di fronte delle roulottes. Diamo una mano a questa iniziativa quindi, indipendentemente dal credo nel comico brizzolato.

Ricostruiamo Onna


   

  
  


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Il principe della nebbia

  

Libro Il principe della nebbia di Carlos Ruiz Zafòn.

Se pensate si stia parlando del principe dei sogni, vi sbagliate di grosso, qui si parla del principe degli incubi, dei miei!! Sarebbe stato bello leggere tutto d'un fiato questo piccolo libro, che già dalle primissime pagine, riesce a creare una tensione nel lettore, tale da farlo sobbalzare per uno squillo del telefono, o per un cigolio dell'armadio e capace addirittura, di farci vedere con un occhio diffidente il nostro amato GATTO!

I protagonisti vengono scaraventati in un turbinio di eventi legati ad una figura demoniaca (legata fortemente al passato, come DEVE essere nelle intricate storie di Zafòn!), raffigurata come un mago o un pagliaccio (figure legate ai momenti di gioco dei bambini viste e riviste in altri libri o film, ma che hanno sempre una certa presa su una fifona come me!), sullo sfondo di una casa abbandonata dopo una tragedia familiare (già sentita?).
Nella seconda parte del libro c'è molta più azione, il maligno si manifesta e la tensione cala in un finale abbastanza scontato. Quindi se mi chiedessero di consigliarlo direi... Sì CERTO , perchè Zafòn ha la capacità di magnetizzare le lettere,di farle rimanere attaccate agli occhi dei lettori (che sanno apprezzarlo, ovvio) finchè non ne termina l'effetto, nell'ultima pagina del libro, vuota.


   

  
  


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Roberta Benetti scopre la molecola che blocca il cancro

  

A cura di Mammut

Stiamo vivendo un periodo burrascoso, difficile per la maggior parte degli italiani, tra, scandali politici e ladrocini vari, siamo tutti alle prese con il pensiero del futuro, più che mai incerto. Ma, nell'aria si avverte il profumo ancora appena accennato, della primavera, le giornate si allungano e, oltre alla voglia di uscire dall'inverno, c'è anche quella di uscire da questa grave crisi economica.

Forse però, una speranza si intravvede, la voglia di cambiamento si fa strada dentro di noi e, chissà se tra qualche tempo, non riusciremo ad uscire da questo tunnel stretto e buio.
Ma, al di là di tutte queste considerazioni, sulla politica, sulla crisi economica, negli ospedali e nelle case ci sono persone che ancor di più cercano la speranza, giorno dopo giorno, notte dopo notte, vivono e soffrono, invischiate in malattie gravi come il cancro.

Ciò che loro chiedono è capire, perché non si trovano cure alternative alla chemioterapia? Perché non si mettono i ricercatori in condizione di sperimentare e andare avanti nella ricerca? Si sente spesso parlare di grandi progetti, sulla terra ma anche attorno alla terra, nello spazio, per questo i soldi si trovano, e così si spendono miliardi per costruire attrezzature che andranno a formare, dopo qualche anno, spazzatura celeste, che prima o poi ci pioverà addosso.

Ma, proprio nel nostro paese, vive una ricercatrice che sta pensando a noi, al prolungamento della nostra vita, non è bellissima come le donne che siamo abituate a vedere in TV, non è famosa (non ancora) ma dedica le sue giornate e, mi viene da pensare, forse anche le nottate, allo studio dei meccanismi della proliferazione del cancro.

Il suo nome è Roberta Benetti ed ha scoperto le molecole che bloccano la proliferazione tumorale e che aggrediscono solo le cellule malate; questo potrà rappresentare l'alternativa alla chemio e alla radioterapia.

Allora, per tutte quelle silenziose, sofferenti persone che vedono nero il proprio futuro, divulghiamo questa grande notizia, parliamone, facciamo conoscere un'italiana vera, seria, che forse non sarà mai una diva, ma che può dare la speranza a chi l'ha perduta e tanto lustro al nostro paese.

Grazie Roberta



Roberta Benetti e la cura contro il cancro.


Roberta Benetti parla dello stato della sua ricerca

La ricercatrice risponde così alle richieste di informazioni sullo stato della sua ricerca:

"Le notizie che girano in internet recentemente (ma che in realtà fanno riferimento ad una pubblicazione del 2010) si sono amplificate con un sensazionalismo giornalistico incontrollabile che in primis non garantisce il rispetto ai pazienti colpiti da questa terribile malattia.

In termini di applicabilità terapeutica lo studio sul miR-335 è ancora molto lontano dalla clinica e nessuno di noi ricercatori si è mai
permesso di affermare che possa SOSTITUIRE la chemioterapia.

I passi per valutare i suoi effetti sono davvero lunghi e li stiamo ora studiando sperimentalmente anche sul topo. Certo, abbiamo dato seguito alle scoperte del 2010, approfondendo anche il suo ruolo nelle cellule staminali e pubblicando un recentissimo paper in cui troviamo assiociata a questo miRNA una nuova pathway che sembra anche attiva al momento soprattutto nei tumori di origine germinale. Speriamo davvero di continuare nella direzione giusta ma non siamo assolutamente arrivati al punto di poter promettere nulla.

Un aspetto critico per i tumori è al momento la loro classificazione e l'identificazione attraverso biomarcatori specifici dei casi a elevato rischio, requisito fondamentale questo per poter migliorare le strategie di cura e per guidare le scelte terapeutiche. Il nostro lavoro cerca di fornire un contributo di base proprio in questo ambito. Noi stiamo cercando di chiarire l'importanza di determinati componenti molecolari, per capire (in ottica ambiziosa) se essi possano risultare associati all'andamento della malattia e, quindi, per poter fornire interessanti futuri bersagli terapeutici.

Come certo capirà, vogliamo dare speranza alla gente (e per questo le forze di tutti noi ricercatori, di cui la mia è parte milionesima, sono sempre unite e stimolate) ma anche assolutamente evitare false illusioni.

La ringrazio per avermi dato la possibilità di chiarire e La prego laddove possibile di contribuire a questo chiarimento.

Cordiali saluti
"


Ulteriori informazioni sul mIR-335

La facoltà di Medicina dell'Università di Udine, dove la Benetti ha portato a compimento lo studio, aggiunge parole interessanti riguardo la scoperta : "In particolare, la ricerca ha per la prima volta dimostrato che una delle molecole microRna, precisamente la miR-335, è direttamente responsabile nel controllo, della generazione e delle funzioni dell’oncosoppressore Rb, gene coinvolto nella protezione dello sviluppo dei tumori. Inoltre, nello studio si evince che l’espressione della miR-335 influisce in modo diretto nel bilanciare il delicato equilibrio di protezione contro lo sviluppo tumorale, perché intacca attraverso l’indiretta influenza anche sull’oncosoppressore p53, gli effetti di due fondamentali proteine note per essere deregolate nella genesi dei tumori".


Roberta Benetti

La trentasettenne Roberta Benetti, originaria di Monfalcone, dopo la laurea in Biologia a Trieste con tesi sperimentale al Cib, dove ha continuato a operare come borsista grazie all’Airc-Firc, ha conseguito il dottorato di ricerca alla Sissa. Attratta dall’esperienza di ricerca all’estero, Benetti si trasferisce quindi in Spagna, al Centro di ricerca nazionale sul cancro di Madrid, guidato da Maria Blasco. Vincitrice di un concorso per ricercatore all’ateneo friulano, Benetti rientra nel 2007 in Italia, cogliendo al volo l’occasione di poter guidare un piccolo gruppo di ricerca.


   

  
  


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