Calamari e carciofi, ricetta aglio, olio sale e pepe.

  

Ingredienti per quattro persone: otto etti di calamari, quattro carciofi, uno spicchio d'aglio, un decilitro di olio, sale e pepe.

Pulire i calamari, lavarli e tagliarli a listarelle.

Far soffriggere in un tegame lo spicchio d'aglio con qualche cucchiaio di olio, unire i calamari e farli ben insaporire, salare, pepare, coprire a filo di acqua (o brodo di verdura) e cuocere per almeno tre quarti d'ora a recipiente coperto e a fuoco moderato.

Nel frattempo mondare i carciofi, tagliarli a piccoli spicchi e cuocerli in un'altra padella con poco olio e un pizzico di sale; durante la cottura, se necessario, bagnare con qualche cucchiaio di acqua. A cottura quasi ultimata dei calamari, mescolarvi i carciofi e far insaporire l'insieme per qualche minuto.

Servire ben caldi.

Il tempo necessario: circa un'ora e mezza.


   

  
  


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Calamari in umido con pomodoro, olio, olive snocciolate e vino bianco.

  

Ingredienti per quattro persone: otto etti di calamari, sette etti di polpa di pomodoro, un etto di olive denocciolate, trenta grammi di capperi, due spicchi di aglio, un mazzetto di prezzemolo, un decilitro di vino bianco secco, olio, sale, pepe.

Pulire i calamari, privarli della pelle esterna, lavarli ripetutamente e tagliarli a listarelle.

Scaldare in un tegame, preferibilmente di terracotta, un decilitro circa di olio, farvi soffriggere l'aglio ed il prezzemolo tritati, bagnare con il vino e lasciarlo evaporare completamente.

Aggiungere i calamari, la polpa di pomodoro passata al setaccio, le olive denocciolate e i capperi, salare poco (olive e capperi sono già di per sè salati), pepare, coprire a filo con acqua calda e cuocere a calore molto moderato per almeno un'ora.

Tempo necessario: circa due ore.


   

  
  


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Segnali dal futuro con Nicolas Cage. Film da perdere assolutamente. RESTATE A CASA !

  

Il film sconsigliato segnali dal futuro con Nicolas Cage.

Prologo:
State guardando perplessi e annoiati il soffitto. Vi voltate, sbuffando; la vostra attenzione si ferma sul giornale piegato malamente alla pagina degli spettacoli. Una locandina in bianco e nero vi fa l’occhiolino. Repentina e arrogante si fa largo l’idea del giorno: «Vado al cinema!». Allora, in preda ad un delirio mistico, agguantate quel quotidiano e cominciate a scorrere, famelici, i titoli dei film. Ma le stelle si allineano subito in modo perfetto: la locandina, quella locandina, vi promette "Segnali dal futuro". Il cerchio si chiude, il destino ha scelto la sua strada.

Azione:
Le luci scendono e la sala si fa buia.

Provincia americana, anno 1959. In una scuola elementare, gli insegnanti chiedono ai loro giovani studenti di immaginare il futuro e disegnarlo: i loro lavori saranno custoditi in una capsula del tempo per cinquant’anni e poi consegnati ai loro "futuri" coetanei. Passa mezzo secolo e finalmente il contenuto della capsula viene consegnato ai legittimi destinatari: tra tutti il più enigmatico - un foglio fitto di numeri scritto da Lucinda una altrettanto enigmatica e misteriosa ragazzina - finisce nelle mani del giovane Caleb Koestler.

Breve digressione:
Secondo la bibbia Caleb, fu uno dei due ebrei, assieme a Giosuè, ad attraversare il mar Rosso e a vedere, dopo lunghi anni, il compimento della parola di Dio, ossia entrare nella terra promessa.

Che c’entra questo? C’entra, c’entra...

Il padre di Caleb, il professore di astrofisica John Koestler (il mono espressivo Nicholas Cage), scopre che quella serie di cifre indica il giorno, il mese, l’anno, il numero di vittime e le coordinate GPS (!) di tutti i disastri verificatisi negli ultimi 50 anni e che, l'ultima di queste - 10192009EE dove EE sta per "everyone else", tutti gli altri - annuncerebbe per il 19 ottobre 2009 – udite udite - la fine del mondo!

Non voglio annoiarvi più di quanto il regista Alex Proyas (quanto sono lontani i fasti de "Il corvo"...) abbia fatto con me e allora tiriamo velocemente le somme: la sceneggiatura è per lo meno frammentaria; i dialoghi, spesso banali, virano verso l’aridità di un certo insopportabile teatro sperimentale; la regia finisce per essere talmente bloccata da ricordare in alcune inquadrature le strip dei fumetti Marvel o Dc Comics degli anni ’50; non si salva nemmeno il commento musicale, accademico e ridondante.

E poi uno spruzzo di horror gotico, religione, fantascienza, un tocco di undicisettembrismo sempre attuale, delle tracce di new age, e chi più ne ha più ne metta. Menzione d’onore per gli alieni (eh si, ci sono anche gli alieni) che se non lo sono, ricordano molto da vicino i Rammstein, la band industrial-rock-techno-gothic tedesca.

Passiamo direttamente al finale.
Delle astronavi (che ricordano i cristalli del pianeta Krypton in Superman I) lasciano la terra prima della fine e... No, davvero non posso. Ve lo devo risparmiare; non fosse altro perché magari qualcuno si lascia irretire dal trailer e, giustamente, non si fida di me.

Epilogo:
State guardando perplessi e annoiati il soffitto? Vi voltate, sbuffando? la vostra attenzione si ferma sul giornale piegato malamente alla pagina delle previsioni astrologiche:

Toro: Mettete da parte tutti i vostri deliri mistici, il vostro senso di onnipotenza, l’allineamento degli astri: qualcuno ha avuto quella visione prima di voi, i "segnali dal futuro" non sono davvero un granché; a volte guardare il soffitto può rivelarsi un piacevole impegno pomeridiano, lo svago migliore per la vostra mente in tumulto. La luna consiglia: statevene a casa!


   

  
  


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Baarìa di Giuseppe tornatore con Francesco Scianna e Margareth Madè

  

BAARìA

Il film Baarìa di Giuseppe Tornatore nella recensione di Neversleep.



"Un tempo località di villeggiatura per le classi agiate di Palermo, oggi è poco più di un quartiere satellitare(...). Il paese è stato rovinato dallo sviluppo urbanistico moderno, ma se volete ammirare un edificio veramente straordinario, dirigetevi a villa Pelagonia".

Una frase, o poco più, è quello che si dice di Bagheria in una guida turistica del 2002.
Forse per questo nel corso dei miei viaggi in Sicilia,è stata sempre scartata tra le varie tappe. Peccato davvero!

Perchè adesso, se fosse estate e se fossi in Sicilia, correrei veloce lungo quel corso
che porta alla piazza dove una chiesa regna sovrana, chiuderei gli occhi e proverei ad immaginare quello che non c'è più, ma che è stato rievocato magistalmente da Tornatore.

Baarìa è il film che il regista avrebbe voluto girare compiuti i 60 anni, ma che alla fine, ha presentato allo scorso festival del cinema di Venezia (non vincendo nessun premio!) e racconta la vita del paese e dei suoi abitanti, a partire dagli anni '30 fino agli anni '60.

Le case erano poco più che stalle, le condizioni igieniche ed il cibo scarsi, eppure la dignità era enorme:
"Morti sì ma sparlati MAI!". Proprio dalla bis-nonna del regista inizia il racconto, disoccupata vedova, con una figlia da crescere. In reatà la situazione di quasi tutti i compaesani.

La figlia troverà lavoro, si sposerà e darà alla luce la madre del regista, Mannina, rappresentata in tutto il suo splendore ( e in tutta la sua magrezza!!) dall'attrice Margareth Madè. La sua bellezza sarà presto notata da Peppino, pastore con forti aspirazioni politiche. Peppino è un personaggio chiave: ragazzo e uomo dal carattere docile, si sforzerà per tutta la vita di ottenere dei riconoscimenti in ambito politico che arriveranno
solo sul finire della sua esistenza (diventerà sindacalista della CGIL). Dall'unione della coppia nasceranno 4 figli.

Francesco Scianna veste il ruolo di Peppino rendendolo molto credibile, crescendo con lui nel corso degli anni, mostrandosi stanco, deluso e disilluso attraverso sguardi e parole catturati e conservati dal futuro regista della sua vita, suo figlio.

Ogni immagine di Baarìa è, per me, un quadro.

E' così difficile pensare che in realtà, la sabbia che avvolge i protagonisti per gran parte del film, sia una sabbia africana! Il set infatti è stato completamente ricostruito a 20 km da Tunisi.
Ogni singolo mattone, ogni oggetto in casa, tutto ciò che si vede, è stato preso da foto dell'epoca.
Anche gli scorci di vita sono tipici di quegli anni ed è questa la forza del film.

Situazioni quali: un cinema muto ed uno "speaker" in sala capace di interpretare le frasi scritte sullo schermo che NESSUNO, altrimenti, saprebbe leggere!

L'intera famiglia che si sdraia nuda sul pavimento (pulitissimo) per trovare un po' di sollievo dalla calura estiva! La mancanza di coraggio di Peppino che lo porta a chiudersi nella casa della sua amata, invece di organizzare la più comune fuitina, aspettando l'aiuto del padre! La loro prima notte d'amore in una camera bordo strada con l'acqua che penetra da ogni minima fessura del tetto! La soluzione? Aprire l'ombrello sopra il letto!

Geniale poi e veramente emozionante, l'incrocio finale nella loro corsa di padre e figlio ancora bambini.
Una corsa nel tempo che perde la sua cronologia e li fa incontrare a pari livello, solo per un istante.
Mentre l'orribile Bagheria di adesso chiassosa, violentata e grigia, torna nel suo color sabbia delle case basse, della terra senza asfalto alzata da gente che dà VITA alla STRADA.

Non so se questo film meriti l'Oscar o no. So che la fotografia lascia senza parole e che il regista ci ha messo il cuore: un bambino che cresce in tale povertà e riesce a credere che dentro una trottola possa sopravvivere una mosca viva, per me, ha già vinto!

P.S. Bravissimi e davvero non l'avrei mai detto, Ficarra e Picone. Non mancano camei di diversi attori famosi e la SISA della Bellucci, senza la quale non potremmo vivere!

NOTE STRETTAMENTE PERSONALI

- So di una polemica riguardo la cruenta scena di un bovino sgozzato realmente e ripreso durante il film. Ovviamente mi dissocio da questa decisione. Durante certe scene porto sempre le mani agli occhi quindi non so dire altro!

- Mi chiedo se un giorno un film italiano "esportato" potrà essere un po' più internazionale e originale, o dovrà SEMPRE parlare del tempo di guerra, di Mussolini e di povertà (vv Ciociara, La vita è bella etc.)

- Una triste consapevolezza mi ha assalita dopo qualche ora: i nonni contemporanei e quelli futuri (non tutti ovvio) frequentano palestre, hanno i SUV o le Smart, vanno in vacanza in Sardegna e si sforzano di rimanere giovani. Cosa ne sarà della figura che la parola NONNI ci evoca? Chi porterà avanti i ricordi negli anni futuri? QUALI saranno le cose da ricordare?
Chi si sdraierà per terra invece di accendere l'aria condizionata? Chi ci dirà che un tempo si andava dal macellaio per chiedere gli avanzi per il gatto che invece erano destinati a saziare una famiglia intera? Dove finiranno queste voci? Come possiamo tenerle con noi?
Come abbiamo fatto ad arrivare a questo vuoto emotivo?


Il film Baarìa di Giuseppe Tornatore nella recensione di Neversleep a cura di Roby.


   

  
  


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Nasce il portale turistico di Fiumicino, Afiumicino.com.

  

Nasce ufficialmente il progetto Fiumicino Rebirth 2010, con l'obiettivo di incentrare su un'unica infrastruttura informatita, tutte le risorse online del Comune e del territorio che vede ad oggi oltre 55.000 abitanti per un'estensione territoriale elevatissima; il territorio infatti è quello di uno dei comuni più grandi di Italia.

La struttura conterrà informazioni utili sul territorio e sulle iniziative dell'amministrazione comunale e la lista completa delle attività commerciali (ristoranti, stabilimenti, alberghi e bed & breackfast) corredate da tutta una serie di parametri etici quali il rispetto dell'ambiente e l'accessibiltà dei siti ai diversamente abili.

Il portale si pone l'obiettivo di occupare il centro dell'informazione turistica, culturale ed abitativa di uno dei comuni più visitato di Italia. Il vicino aeroporto internazionale Leonardo Da Vinci traghetta quotidianamente migliaia di passeggeri che cercano pernottamenti e occasioni di svago nel territorio limitrofo, così come il lungomare di Fiumicino è quotidianamente invaso da centinaia di persone (e il week end migliaia) che cercano ristoranti di qualità in cui andare a mangiare pesce fresco.

Il progetto è ambizioso e lo Staff che lo porta avanti è composto da un team rodato e di grande esperienza comunicativa e di visione d'insieme.

Per maggiori riferimenti sul progetto http://www.afiumicino.com


   

  
  


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