Server dedicati in America o in Italia? Dove costa meno la banda a parità di servizio?

  

Server dedicati OpenHousing, banda stabile e a prezzi interessanti.

Oggi forniamo una risposta tecnica a tutti coloro che posseggono un sito web o che necessitino di informazioni su come gestire il proprio spazio hosting in modo professionale. Avendo esperienza nel campo dell'housing e dell'hosting, sappiamo che in moltissimi casi, aziende e privati cercano di acquistare i servizi di hosting all'estero, e spesso in America. Questo per il semplice motivo che le attività commerciali di giorno in Italia operano quando in America è notte. Questo genera un vantaggio ipotetico, ossia il fatto di poter acquistare la connettività a prezzi bassi, poiché le Server Farm offrono pacchetti appositi per l'estero e quindi vendono a prezzi scontatissimi una connettività che la notte non erogano. E' un po come l'energia elettrica che durante la notte viene utilizzata dagli stati per innalzare il livello dell'acqua di bacini artificiali, per poi riutilizzare il giorno seguente l'energia così accumulata.

Conviene effettivamente l'hosting notturno in America?

In molti forum e siti web vengono decantati i vantaggi della connettività americana per il mercato italiano. Quello che non viene detto è il ping elevato in termini di millisecondi di risposta, fino a 20 volte più ampio rispetto al ping verso una server farm Italia su Italia, e soprattutto, che gli orari Americani si sovrappongono spesso a quelli italiani, soprattutto per alcune fasce di mercato. Prendiamo ad esempio il caso dei game server, in cui il traffico massiccio è svolto in Italia la sera dalle ore 16:00 alle ore 24:00, quando in america sono le ore 18:00 e le attività online sono a pieno ritmo. Questo shift di sole sei ore non è assolutamente sufficiente e spesso l'hosting condiviso o i server dedicati acquistati in America si trovano affogati nella connettività venduta all'estero a prezzi bassi e concorrenziali anche per la farm più economica italiana.

Qual'è la soluzione allora?

La soluzione è spostarsi dove il fuso orario è -12, aumentando i tempi di latenza di risposta dei server e quindi offrendo un servizio sempre più scadente soprattutto in caso di giochi online real time. Senza contare che acquistare questo servizio all'estero genera notevoli problematiche in caso di necessità di supporto tecnico ed assistenza, sia per ovvi motivi di lingua che di orari.

Il consiglio è quello di rimanere in Italia, presso le server farm più accreditate, e acquistare servizi di qualità.


   

  
  


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Come togliere il calcare con l'anticalcare ecologico a base di aceto di mele.

  

Aceto di mele, aceto ecologico

Alla ricerca quotidiana di metodi più o meno vecchi, per la pulizia della casa, senza troppo danneggiare la natura che ci circonda, sono andata nel mio negozio preferito di cibi naturali che propone anche la mescita di detersivi alla spina.

Mi sono messa a leggere l'etichetta del liquido anticalcareo, e con mia grande sorpresa, ho visto che la composizione è davvero tutta naturale, infatti il principio attivo è l'aceto di mele, fatto con quelle mele che, non potendo essere vendute per qualche imperfezione, vengono lavorate e rese utili per la pulizia della casa.

Allora mi sono ricordata che per una vita ho usato l'aceto, di vino naturalmente, per lucidare rubinetti e parti metalliche ostruite dal calcare. Per disincrostare ingranaggi vari e comunque evitare di immettere nel circuito ecologico altre sostanze chimiche.

Non c'è verso, qui bisogna tornare indietro, altro che crescere nei consumi, dobbiamo ridurli i consumi, o ci ritroveremo in pochi decenni in una grande, immensa discarica. Mi pare di vedere le città del futuro: Via delle batterie esauste, Via delle lattine di birra, Via del flacone di bagnoschiuma ecc.

Poveri posteri!

Mammut


   

  
  


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Crostata biologica macrobiotica al posto del panettone di natale. Dolci sani.

  

Non ho mai capito perchè nel periodo che precede il Natale, ma anche un mese prima della festività, la gente affolla i supermercati come in previsione di una guerra imminente. Non capisco la tempestività nel comperare prodotti di consumo quotidiano, quasi che arrivando alla vigilia si smettesse di produrre panettoni, torroni, pasta, pelati ecc.

Invece, immancabilmente, i dolci natalizi continueranno ad assillarci fino a Pasqua, con il tre per due e via dicendo.
Allora io voglio andare contro corrente, complice questa mia "svolta" alimentare, mi sono messa alla ricerca di un dolce, antico ma anche nuovo per me, poichè l'ho cercato su Veganblog, tra le ricette strane ma salutari che vado ormai sperimentando ogni giorno.

Ho trovato la crostata, l'ho riveduta e corretta, aggiungendo farina del mio sacco, ma cercando di rispettare la semplicità degli ingredienti, vorrei riproporla alle mie amiche, come alternativa al gustoso ma grasso panettone.

Ingredienti

350 gr di farina semintegrale (tipo 2)
120 ml di latte di riso alla vaniglia
70 ml di olio di mais
3/4 di bustina di lievito per dolci
2 cucchiai di zucchero di canna
1 uovo bio

Impastare i vari ingredienti e, dopo aver lasciato riposare l'impasto in frigo per una mezz'ora, metterlo in teglia su carta da forno e, dopo aver messo la marmellata, decorare con strisce di pasta.
Cuocere in forno preriscaldato per circa 30 minuti.

Per la marmellata ci si può regolare a piacere, esperimento riuscito benissimo, pochissimo zucchero e niente burro.

Mammut


   

  
  


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E la vita continua, in un pomeriggio piovoso di novembre.

  

Questo articolo ha atteso fino ad oggi per essere pubblicato, per motivi privati e non precisati (Nota di Squid).

In questi pomeriggi piovosi di novembre, non avendo nessuna voglia di mettere il naso fuori di casa, al massimo mi fermo davanti alla finestra ad apprezzare il giallo delle foglie cadute e di quelle che ancora, tenacemente, resistono sul pergolato davanti alla mia casa.

Cosa inventare per trascorrere un'ora, malinconicamente e pigramente? LA SOFFITTA. Questo luogo in cui si accantonano ricordi di una vita, oggetti dimenticati che, tornati tra le dita fanno riaffiorare teneri momenti o dolorosi brandelli di una vita trascorsa, bene e male a seconda dei periodi e delle vicende.

Ho trovato, sotto un cumulo di scatole, una vecchia valigia di legno, del periodo dell'ultima guerra, in cui sono custodite le lettere che mio padre e mia madre, allora fidanzati, si scambiavano amorevolmente. Mi sono immersa avidamente, nella lettura di quelle vere e proprie poesie, dalle grafie svolazzanti, come se ogni lettera fosse il prodotto di un attenta composizione grafica oltrechè poetica.

Non ho potuto fare a meno di commuovermi nel cogliere la delicatezza del loro rapporto d'amore, il rispetto reciproco e quello verso le rispettive famiglie, la timidezza che affiora nel trattare il tema della lontananza e la concretezza nel progettare il futuro. Ma poi, improvvisamente, a causa dello scarso rispetto della cronologia, mi sono trovata tra le mani una delle lettere provenienti dall'ospedale in cui mio padre fu ricoverato per una malattia grave.

Per chi avesse letto, in questo sito, il racconto "le due bambine, il pettirosso e la neve" e gli episodi successivi, forse comprenderà meglio quello che sto raccontando. Ho iniziato a leggere, la grafia bellissima pian piano, al progredire della malattia, diventava sempre più irriconoscibile, finchè un giorno, smise di produrre rassicuranti bugie.

Mi ha sopraffatto la tenerezza quando ho letto che dall'ospedale dirigeva la conduzione dell'economia familiare, dettando raccomandazioni a mia madre sul raccolto e sulla vendemmia e lei gli rispondeva con tutti i dettagli scrupolosamente.

Vi è anche un cenno alla mia salute, chiedeva a mia madre se avessi ancora la febbre, raccomandava di non prendere freddo e di mangiare abbastanza per essere forti nel gelo invernale.
Mia madre, dal canto suo, si rammaricava di non potergli essere vicina, essendo lui a Roma e noi in un piccolo paese delle Marche, e comunque, con l'aiuto di parenti caritatevoli, si riusciva a fargli avere un pò di conforto e compagnia.

"E' bene che tu stia tranquilla che, speriamo in un periodo non lungo, la nostra famigliola sarà di nuovo riunita per non dividersi mai più per queste ragioni". Questa è una delle frasi che conclude una delle lettere inviate a mia madre dall'ospedale. Purtroppo le sue e le nostre speranze sono naufragate in un inesorabile addio.

Questo è quello che ho fatto in un piovoso, malinconico pomeriggio di novembre.

E la vita continua.
Mammut


   

  
  


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Macroricetta "Miglio al forno", ricetta macrobiotica

  

Dal libro "Prevenire i tumori mangiando con gusto" della Dott.ssa Anna Villarini e dello chef della "Cascina Rosa" Giovanni Allegro, con la prefazione del Dott. Franco Berrino, ho tratto qualche ricetta da sperimentare. Tra quelle che preferisco c'è il MIGLIO AL FORNO che vorremmo consigliare ai nostri amici.



Ingredienti per 4 persone:

240 gr. di miglio
1/2 litro di brodo vegetale
200 gr. di verza a listarelle sottili
1/2 cipolla tritata
1 carota a dadini
2 cucchiai di pangrattato
2 cucchiai di tamari
2 cucchiai di fiocchi di lievito maltato
2 cucchiai di olio extravergine di oliva

Lavare il miglio e metterlo a scolare in un colino a maglia fine. Saltare le verdure in una casseruola con 1 cucchiaio di olio, unire il miglio e continuare a rimestare per qualche minuto.

Misurare una quantità di brodo vegetale o di acqua pari a due volte e mezza il volume del miglio. Versarlo sulle verdure assieme a un cucchiaio di tamari e portare a bollore. Coprire e far cuocere per 25 minuti a fiamma bassa, ponendo sotto la pentola una piastra rompifiamma.

Ungere una teglia, spolverizzarla con pangrattato e stendere in modo uniforme il miglio con le verdure. Spennellare la superficie con un'emulsione di un cucchiaio di olio e un cucchiaio di tamari e spolverizzare con il lievito maltato. Infornare e porre sotto il grill fino a formare una crosticina dorata.

Servire caldo.

Per chi non sapesse dove trovare gli ingredienti meno conosciuti, consiglio negozi come PIU' BIO in via Marco Papio n. 82-84 a Roma, zona Tuscolano.

Ricette con miglio


Miglio al forno, ricetta macrobiotica.


   

  
  


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