Studio internazionale consulenza amministrazione tributaria contabile commerciale.

  

Presentiamo in esclusiva lo Studio Internazionale, il sito dello Studio Internazionale, costituito interamente da professionisti di qualifica interdisciplinare: Dottori, Commercialisti, Avvocati, Consulenti del Lavoro e Docenti Universitari, tutti dotati di almeno un titolo post laurea, così da garantire un livello di formazione e di capacità elevato.

L'alta specializzazione in campo internazionale dello studio consente allo staff di supportare ed assistere i propri clienti nella totalità di mercati, supportando a 360 gradi qualsiasi necessità o problematica del cliente.

Lo Studio propone la Consulenza legata all'Assistenza Tributaria, Contabile, Societaria, Aziendale, Commerciale, del Lavoro e Legale, sia a livello locale della singola nazione, nel rispetto della legislatura e del diritto nazionale, che a livello internazionale ed in tutte le necessità di interoperazione tra il diritto societario e tributario di diversi paesi. La consulenza è svolta anche nella lingua francese, inglese, tedesco, spagnolo, farsi e giapponese.

La forza dello studio internazionale è il poter offrire un servizio totalmente integrato tra le varie sfere d'azione, così da permettere al cliente di rivolgersi ad un unico soggetto per ottenere ciò che normalmente si ricava interagendo con una pluralità di soggetti, sempre slegati tra loro.
Il principale vantaggio nell'avvalersi della consulenza dello studio internazionale, comporta naturalmente, oltre a dei vantaggi economici ingenti, elevato risparmio di tempo, di organizzazione della propria attività, e di coordinazione del lavoro da svolgere e delle informazioni da distribuire per il raggiungimento dell'obiettivo, oltre ad una più efficace e redditizia gestione delle problematiche per cui il cliente chiede aiuto.

Lo Studio collabora quotidianamente e attraverso procedure ufficiali con il Dipartimento di Studi sull'Impresa della Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", in cui è presente la Cattedra di Gestione delle Imprese Internazionali e dei Processi Produttivi Globali nello svolgimento di ricerche in ambito internazionale (Prot. del 21/07/2008 DSI).


   

  
  


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L'equazione da un milione di dollari, recensione del libro di enigmi matematici.

  

Cinque settembre duemiladieci.


E dopo aver letto con immenso piacere ed interesse il libro Zio Petros e la congettura di Goldbach, piccolo romanzo affascinante, ho deciso di recensire il libro di Marcus du Sautoy "L'equazione di un milione di dollari, E altri enigmi matematici che rifiutano di lasciarsi risolvere", in una modalità nuova. Una recensione LIVE capitolo per capitolo.

L'equazione da un milione di dollari, enigmi matematici e numeri primi.

Il libro L'equazione da un milione di dollari è acquistabile online QUI

Data la forte passione per l'argomento, ma soprattutto, la felicità di avere tra le mani nuovamente delle pagine scritte da du Suatoy (che dopo "L'enigma dei numeri primi" ha acquisito una collocazione d'onore tra i miei libri) ho deciso di non limitarmi ad un consuntivo del piacere narrativo o delle nuove nozioni apprese. Preferisco piuttosto, considerando la premessa del libro, ossia che i grandi problemi saranno affrontati separatamente, uno per capitolo, e data l'attenzione dei lettori di NeverSleep per le recensioni matematiche e i numerosi commenti ad ogni post che abbiamo ricevuto, ho intenzione di segare questo nuovo volume e descriverlo in dettaglio.

6 settembre 2010, capitolo 1

Il primo capitolo è ovviamente e palesemente dedicato ai numeri primi, ripercorrendo interessantissimi sistemi di calcolo dai babilonesi agli egiziani e ad altre civiltà, fino ai greci (i primi ad osservare estasiati i numeri primi e a cercare di comprenderne la struttura). Rapidamente si giunge al termine con l'ipotesi di Riemann, che ad oggi (2010) vale un milione di dollari. Benché il capitolo sia terminato già con l'ultimo passo compiuto dall'umanità nel tentativo di comprendere i numeri primi, tutto fa presagire che l'argomento si riproponga nei capitoli successivi...

11 settembre 2010, capitolo 2

Il secondo capitolo già mostra una diversa conformazione. Si abbandonano i numeri primi e si passa ad una spiegazione di tutte le forme tridimensionali con lati uguali, dal tetraedro (piramide a base triangolare con 4 facce composte da triangoli equilateri), al cubo e tutte le figure con facce composte da un numero di lati crescente (3, 4, 5, 6...), analizzando la forma delle bolle per finire con uno splendido esempio di giochino per il computer degli anni 80 in cui l'astronave scompariva dallo schermo sulla destra per ricomparire sulla sinistra, così come da sopra a sotto e viceversa, e la traslazione di questo piano connesso nella creazione della figura della ciambella (o toro). Interessantissime elucubrazioni sulla forma dell'universo e sulla topologia terrestre e di un ipotetico pianeta a ciambella (a toro). Un capitolo decisamente interessante e che apre la mente dei NON matematici verso argomenti di cui raramente si sente parlare nella vita di tutti i giorni.


Il resto del libro, non riassunto come nei precedenti, si alterna tra geniali sfide a cui ancora si deve dare risposta (immancabile ipotesi di Riemann), e riesce a raccontare in modo semplice e comprensibile i limiti della conoscenza umana e come questi limiti siano stati anche definiti matematicamente. Un libro che vi appassionerà come il precedente titolo di Du Suatoy, e che rileggerete più volte per l'emozione che trasmette di suspance durante la lettura.

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Sindrome di Quirra, tumori e malformazioni tra bestiame e abitanti del paese in Sardegna accanto al poligono interforze.

  

Sindrome di Quirra da uranio impoverito?

Dopo la presentazione della relazione dell'ASL sarda di Cagliari sull'aumento vertiginoso di casi di tumore fra gli allevatori della zona e dei casi di malformazioni del bestiame (agnelli a sei zampe o senza occhi), la procura di Lanusei ha aperto un'inchiesta per capire il reale impatto del poligono militare interforze nel sud della Sardegna sulla popolazione circostante.

Un poligono interforze in cui si testano armi sperimentali.

Stop ai bombardamenti. Da una settimana non si spara più nel poligono interforze Salto di Quirra, che è ad oggi la più importante base in tutta Europa di sperimentazione di nuove armi belliche, sita a nord est della città di Cagliari.

Stop agli esperimenti e ora si passa ad indagare per omicidio plurimo, omissione di atti di ufficio e per il reato di inquinamento ambientale. Ma soprattutto si sta cercando finalmente la verità sull'impatto complessivo per la popolazione e l'ambiente circostante legati alla presenza del centro militare dove esercito italiano e aziende private collaudano armamenti, mezzi e dispositivi bellici utilizzati in diverse guerre svoltesi ed in corso in tutto il pianeta. Alla base dell'indagine della magistratura, un fascicolo aperto contro ignoti dal procuratore capo di Lanusei, Domenico Fiordalisi, in seguito alla pubblicazione, lo scorso 13 gennaio, di una relazione della Azienda Sanitaria Locale di Cagliari sull'aumento pesante dei casi di tumore fra gli allevatori della zona e sulle gravi malformazioni dei neo nati loro animali.

“Il 65% del personale, impegnato con la conduzione degli animali negli allevamenti ubicati entro il raggio di 2,7 km dalla base militare di Capo San Lorenzo a Quirra, risulta colpito da gravi malattie tumorali” si legge nella relazione dell’azienda sanitaria locale, la prima che ha monitorato tutti gli allevamenti della zona. “Si evidenzia una tendenza all’incremento, negli ultimi due anni sono quattro i nuovi casi di neoplasie”. La “sindrome di Quirra”, come ormai è stata rinominata da cittadini e le associazioni locali che da anni lottano per conoscere quale è il reale prezzo da pagare per ospitare la struttura nelle vicinanze e conoscere l'eventuale contaminazione della loro terra.

Malformazioni nel bestiame e negli umani. Uranio impoverito? Armi chimiche?

Agnelli nati con sei zampe o senza occhi, innumerevoli malformazioni fetali, e un numero anomalo di casi di tumori e leucemie fra gli abitanti dei piccoli paesi a ridosso del poligono che si estende per 120 chilometri quadrati in aree naturali aperte al pascolo oltre che sul mare. Tutto fa pensare all'impiego di armi chimiche per sterminare le popolazioni.

A quanto pare nessuno sembra ad oggi conoscere la tipologia delle armi che vengono sperimentate nella base militare, ma gli avvenimenti lasciano intendere la presenza di armi estremamente pericolose, e di cui la popolazione è tenuta all'oscuro sin dagli inizi degli esperimenti.

A Quirra, frazione di appena centocinquanta residenti, dal 2001 gli abitanti hanno contato più di 30 casi mentre almeno la metà sono stati registrati nei limitrofi centri di Villaputzu, Muravera e San Vito. Emblematico secondo le autorità locali sanitarie, il caso di una famiglia di allevatori nella zona di Tintinau, tre dei quali hanno sviluppato un tumore a pochi anni di distanza, mentre a Escalaplano, paese di 2.500 anime nell'entroterra, ci si interroga ancora sulla causa della nascita, nel corso degli anni ottanta, di nove bambini con gravi malformazioni.

Una sindrome che colpisce indistintamente giovani e anziani e che presenterebbe somiglianze con le patologie contratte dai militari di ritorno dai Balcani, i militari impegnati nelle guerre in Afghanistan o in Iraq, alimentando il sospetto che l'elevato tasso di malattie fra la popolazione possa essere riconducibile all'impiego, nella base, di munizioni contenenti uranio impoverito o alla presenza di grandi quantità di nano particelle di metalli pesanti, rilasciate nell'ambiente circostante in seguito alle sperimentazioni di razzi, missili e altri dispositivi sulle quali la base garantisce il segreto militare e industriale.

L'ennesimo esempio di fatturato e business sulla pelle dei poveracci.

Lo sapevate? Che in Italia abbiamo la più grande base di sperimentazione di armi di tutta EUROPA?

Ovviamente no, ma a noi non è dato sapere...


Video inchiesta sulla sindrome di Quirra, parte uno di tre.


   

  
  


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Ministeri separati nella disinformazione via spot televisivo. Sale e cellulari.

  

Sembra proprio che il ministero della salute sia leggermente fuori forma. In un nuovo spot firmato proprio dall'ente nazionale di salvaguardia della zalute pubblica, presentato in anteprima in data 5 agosto 2009, alle ore 10.22 su RAI UNO, si affronta il tema del sale negli alimenti.

Fin qui, nulla da ridire; sono felice che ci sia una spiegazione chiara, al pubblico italiano del fatto che il sale in cucina sia un reale rischio per la nostra salute. Basti pensare (E questa è una mia semplice considerazione che non si evince dallo spot) che il sale nasce originariamente per conservare gli alimenti, cosa che oggi, grazie alle celle frigorifere non è più necessario.

Il problema di fondo è che lo spot dura circa 5 minuti, in cui non viene fatto altro che far vedere cinque donne di mezza età sedersi a tavola e parlare dei fatti propri. Solo alla fine, dopo circa 4 minuti di telenovela inutile e sicuramente costosa (e chi paga come sempre?) una delle signore prende la saliera e fa nevicare sul proprio piatto. Al chè una delle altre non fa altro che dirgli "ma lo sai che troppo sale fa male a questo quest'altro e quello?". Lo spot finisce così, con il classico logo del ministero.

La cosa che preoccupa, non è soltanto il fatto che non esiste alcuna spiegazione o approfondimento sui danni del mangiare salato, ma il fatto che una delle cinque signore del pranzo, arriva sulla sua porsche fiammante mentre parla al cellulare (senza auricolare). Parcheggia l'auto a finestrino aperto e ad evidente cellulare sorretto presso l'orecchio con mano sinistra.

Il tutto è confermato, e non è stata una mia visione, dal fatto che quando scende dall'auto è ancora al cellulare, e che tutte le amiche esclamano "sta sempre al telefono".

Non si capisce come uno spot firmato dal ministero della salute e della sicurezza sul lavoro (SICUREZZA soprattutto), possano mettere la firma sul benestare di una pubblicazione INUTILE, COSTOSA e DISEDUCATIVA.

Complimenti ancora una volta alla nostra classe politica, che sperpera soldi nostri in spot demenziali e diseducativi.


   

  
  


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Narni Sotterranea, visita guidata

  

Narni è una bella cittadina, piccina quanto basta per girarla tutta a piedi, e ricca di ottimi posti in cui mangiare e dormire, a due passi da Roma. Narni sotterranea è l'associazione di volontari che oggi si prende cura delle attività nei ritrovamenti del sottosuolo, dalle visite guidate, alle iniziative di preservazione e ampliamento delle ricchezze artistiche e architettoniche della zona.

Quando si parla di Narni sotterranea si intende principalmente l'acquedotto romano (visitabile solo in alcuni periodi dell'anno e consigliato a chi non soffre di claustrofobia) e i più accessibili sotterranei della vecchia abazia, quelli di cui vi parleremo in questo articolo.


La storia

Perdoniamo le eventuali inesattezze, ma in questo caso ci piace raccontarvi quel che ci è rimasto dai racconti della guida, e come nel gioco del telefono, qualcosa può finire in buona fede, distorto dalla memoria.

Nel 1976 un gruppo di ragazzi chiese un prestito alla banca per acquistare attrezzature speleologiche e calarsi giù dalle pendici dei costoni dell'altura su cui giace Narni. La banca concesse il prestito, e i sei amici con la passione per la speleologia iniziarono la ricerca del tesoro perduto. Un giorno scesero con le corde nell'orto del compaesano Ernani Proietti che, dopo un'infuriata per le verdure calpestate, iniziò a parlare con i ragazzi, spiegando loro che tempo addietro aveva murato, dietro alla baracca dell'orto, un buco da cui usciva aria.

Quale migliore inizio per il gruppo di giovani minorenni alla ricerca di avventura?

L'apertura, rivelò quella che sarebbe diventata Narni Sotterranea, ossia un complesso di stanze, cisterne e celle di prigionia nascoste sotto l'abazia di Santa Maria Maggiore dei frati dell'ordine domenicano. L'orto del signor Ernani Proietti era effettivamente collocato sopra alla cappella di un complesso sotterraneo costruito del 1303, e in cui i frati rimasero fino al 1809, quando furono cacciati dagli abitanti di Narni i quali, presi dall'onda Napoleonica, non vedevano l'ora di disfarsi dell'egemonia ecclesiastica dello stato pontificio, trasformando il convento in un deposito.

Presto il luogo venne dimenticato, anche per il fatto che porte e finestre vennero murate dagli abitanti della città, che volevano a tutti i costi dimenticare l'inquisizione che tanti morti e prigionieri aveva portato tra i cittadini.

Roberto Nini e i suoi amici proseguirono a scoprire nuove aree della struttura sotterranea, ma furono impossibilitati a continuare gli scavi per la mancanza di un'autorizzazione importantissima: quella di Alberto e Rosita, i proprietari dello sgabuzzino vicino alla presunta porta di ingresso del resto del sotterraneo. L'autorizzazione non arrivò.

Si trovarono di fronte al bivio: "rinunciamo a scavare, vista la negata autorizzazione, o ci inventiamo qualcosa?"

Fu così che la sera del 3 maggio, alla festa del Patrono, proprio nel momento in cui gli abitanti di Narni scendono in piazza assieme alla banda munita di forti tamburi, i sei si recarono davanti alla parete da demolire e, al passaggio dei tamburi, coperti dal fracasso della festa, buttarono giù la parete, accedendo ad un corridoio e poi ad una stanza più ampia (la sala delle torture), da cui trovarono accesso ad un'ulteriore stanza, una cella colma di incisioni sulle pareti.

Divulgata la scoperta, presto iniziarono gli studi per meglio comprendere l'entità del ritrovamento. Gli studi proseguono tutt'oggi, al punto in cui le guide, una volta terminata la visita, invitano tutti i presenti a fornire qualsiasi tipo di aiuto, qualora si fosse in possesso di accessi privilegiati a informazioni riservate sul luogo o sui personaggi che in esso sono transitati.

Del resto, quel che oggi si conosce dei sotterranei, è stato acquisito in questo modo, grazie alla presenza tra i visitatori di archivisti vaticani o studiosi del settore, bendisposti ad aiutare i membri dell'associazione a dare volti e nomi alle persone legate ai sotterranei.


La cappella

La prima sala scoperta, quella attigua all'orto, è ricca di affreschi e ospita al suo centro una cappella rupestre (ossia scavata nella pura roccia). La guida spiega che all'epoca della scoperta, dal soffitto grondava l'acqua del giardino sovrastante, dove il vecchietto innaffiava quotidianamente le piante (e con abbondanza, utilizzando l'acqua della fontana comunale).

La sala era quindi ricca di infiltrazioni e la volta invasa dalle radici delle piante del giardino sovrastante.
Questa stanza, dalle dimensioni generose, ha avuto diversi tipi di impiego nei secoli, da cantina per i vini, a rifugio per le truppe, fino a venire murata e dimenticata.

La cappella rupestre.


La stanza di fianco

La stanza di fianco, la seconda scoperta non sembra avere grandi storie alle spalle; oggi viene usata per la proiezione di alcuni interessantissimi filmati sull'acquedotto e sugli strumenti utilizzati per la costruzione dello stesso, realizzato con somma bravura dagli antichi romani, con una pendenza dello 0,05% costante in tutti i 13 chilometri della sua lunghezza, a dimostrazione della precisione della realizzazione.


La sala delle torture

Questa sala fu trovata vuota nel momento della scoperta. Solo successivamente, grazie al grandissimo lavoro di ricostruzione storica basato su carte, lettere e accesso ad archivi storici del Vaticano, fu identificata la sua funzione di sala delle torture, utilizzata dalla Santa Inquisizione (la Chiesa Cattolica che oggi tanto è amata nel mondo), per torturare e uccidere coloro che venivano identificati come streghe, adoratori del diavolo, e peccatori in generale. Gli strumenti di tortura sono visibili in una sala dedicata e lasciano l'amaro in bocca quando si pensa che venivano ideati e utilizzati da coloro che dovrebbero "insegnare a perdonare", "amare il prossimo" e "non uccidere".

La sala delle torture.


La cella

Dalla sala delle torture si accede a questa piccola cella, completamente buia se non fosse per una piccola finestra nella parete opposta alla porta. Tutte le pareti sono ricoperte di iscrizioni, realizzate scavando nella roccia.

Le incisioni di Narni Sotterranea.

Diverse storie vi verranno raccontate, tutte emozionanti. La storia del prigioniero per eccellenza, che fu rinchiuso per ben tre mesi al suo interno, è ricca di alchimia, magia e solitudine, e noi ora, su questo blog, non possiamo raccontarvela: è una storia che va ascoltata all'interno delle mura delle segrete, spostando gli occhi da iscrizione a iscrizione, anno di prigionia dopo anno, respirando l'atmosfera e l'umidità costante degli ambienti, con la magia narrativa della guida.

Narni sotterranea è un'esperienza importante; l'associazione ha il privilegio di avere delle guide capaci di farvi sognare a occhi aperti, che vale veramente la pena ascoltare.

La cella del prigioniero.

La nostra guida è stata Aroti, una simpaticissima e preparatissima ragazza di Narni che fa parte dell'associazione e che come dice Roberta, è la classica persona che "fa il luogo", che "è parte integrante del luogo in cui vive" e che non può essere tolta da quel luogo, poiché Lei, insieme agli altri... è il luogo!

Una narrazione coinvolgente, soprattutto delle difficili vicende che si sono trovati ad affrontare Roberto Nini e il Team di Narni Sotterranea per chiudere il cerchio sui misteri dei sotterranei. Per gli amanti di film come Angeli e Demoni, quello che sentirete raccontare è un misto tra ricerche di biblioteca che hanno spinto i protagonisti fino al Trinity College di Dublino, missive all'allora Cardinale Ratzinger per tentare di accedere agli archivi vaticani, e casse di documenti sull'inquisizione bruciati e persi per sempre.


Curiosità

I sotterranei furono chiusi e sigillati nel periodo dell'unità di Italia. Si persero completamente le tracce e tutta la popolazione dimenticò il luogo sotterraneo, che fu quindi scoperto dopo un secolo, quasi si trattasse di un luogo dimenticato un millennio prima.


Periodo di apertura

L'inverno solo la domenica, da aprile a novembre anche il sabato. Per essere sicuri, è bene consultare il sito www.narnisotterranea.it e fare comunque un colpo di telefono prima di partire. L'associazione è gestita dai volontari, quindi qualche contrattempo è possibile.

Consigliamo vivamente questa esperienza, a due passi da Roma, con guide simpatiche e preparate, e consigliamo anche di lasciare una buona mancia per aiutare i locali a preservare il posto (il biglietto di ingresso ha un costo di soli 6 euro a persona, quindi accessibilissimo, e proprio per questo, integrabile con un piccolo extra da lasciare nella cassetta delle offerte, mi raccomando, con il sorriso!).


Vietato fotografare

Non è possibile fare foto e non per motivi di copyright, ma per motivi che hanno più a che fare con brutte esperienze passate dell'associazione con foto utilizzate per scopi non proprio culturali (il motivo non è stato spiegato nei dettagli). Le guide rimangono a disposizione per tutti coloro che volessero ricevere delle immagini dei sotterranei, che potranno essere quindi richieste via e-mail.


Letture

Roberto Nini racconta in "Alla ricerca della verità", le vicissitudini del periodo di ricerca di informazioni, per dare un volto storico alla vicenda, trasformando delle mura e degli affreschi in una storia coinvolgente, ricca di avventura e di ricerca da biblioteca, tra poteri forti e informazioni difficili da reperire.

Roberto Nini e il suo libro Alla ricerca della verità.


   

  
  


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