Lecitina di Soia, un valido aiuto nell'alimentazione a basso colesterolo.
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La Lecitina di Soia è un complesso di fosfolipidi (fosfatidilcolina) che si ottiene dai semi di soia, una pianta originaria dell'Asia. Viene commercializzata sotto forma di granuli, compresse o capsule.
E' usata soprattutto nella lotta contro il colesterolo cattivo (LDL), responsabile di molte malattie cardiovascolari. Una riduzione della ipercolesterolemia del 5% comporta la riduzione del 10% di questo tipo di patologie.
La lecitina di soia fa bene?
I fitoestrogeni contenuti nella soia possono proteggere efficacemente gli uomini dal carcinoma della prostata e le donne dalle malattie legate alla produzione di estrogeni quali il carcinoma della mammella, l'endometriosi, la mastopatia fibrocistica, i fibromi dell'utero ed i disturbi della menopausa.
Nei paesi asiatici, dove si fa un largo uso della soia, sotto forma di tofu e altri prodotti derivati, il problema dei fastidi causati dalla menopausa, (vampate di calore) non esistono. Se ne deduce, quindi, che gli isoflavoni proteggono le donne da questo tipo di effetti.
I biochimici negli Stati Uniti hanno individuato come un ingrediente chiave nei fagioli di soia annienti il cancro. Hanno mostrato che il genistein, un estrogeno vegetale, gioca un ruolo chiave nel sopprimere la crescita di cellule cancerose. Le diete asiatiche ricche di soia sono state collegate a una bassa incidenza di cancri, particolarmente al seno, al colon e alla prostata.
La lecitina di soia è un emulsionante naturale che riesce a mantenere in sospensione il colesterolo presente nel sangue, impedendo così che si depositi sulle pareti delle arterie. Ha inoltre un'azione epatoprotettiva ed è indicata anche nel controllo dell'omocisteina. La lecitina rientra inoltre nella composizione della stessa bile e, insieme ai sali biliari, contribuisce a solubilizzare il colesterolo evitando che questo precipiti sottoforma di microcristalli; quindi previene la formazione dei calcoli alla cistifellea. A causa dello scarso uso dei vegetali che la contengono, la lecitina non viene assunta quotidianamente e la nostra dieta viene così privata della vitamina E, (tocoferolo) molto utile per contrastare l'invecchiamento e la formazione dei tumori.
Controindicazioni sulla Lecitina di Soia.
Sebbene i derivati della soia abbiano moltissime qualità salutari, è tuttavia possibile riscontrare delle controindicazioni nell'uso dei prodotti derivati da essa.
I fitoestrogeni possono interferire sulla fisiologia del ciclo mestruale e con le terapie ormonali.
Inoltre, le donne che hanno avuto un tumore mammario dovrebbero astenersi dall'assumere i fitoestrogeni contenuti nella soia, comunque si consiglia loro di consultare l'oncologo.
Ma tutte queste formidabili caratteristiche, che potrebbero venirci in aiuto nella prevenzione di malattie importanti quali sono i tumori e le cardiopatie, purtroppo possono essere messe in discussione, qualora le coltivazioni della soia non fossero effettuate in terreni privi di contaminazioni o, addirittura provenire da coltivazioni transgeniche.
Mammut
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I telefonini cellulari fanno male? Report racconta delle onde elettromagnetiche e del rischio cancro, e il passaparola genera allarmismo in Italia.
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La puntata di Report sui cellulari e sul cancro è solo il ripetersi di un film già visto. Tutti si allarmano, acquistano auricolari, si fa un gran parlare tramite passa parola "hai visto a Report ieri sera che il cellulare fa venire il cancro al cervello?"... ma dopo qualche giorno tutto torna alla normalità, e tutti tornano a sbattersi il dispositivo sull'orecchio, scordandosi della paura, perché l'essere umano è stupido. Se non vede, non crede.
E allora, dopo aver già trattato l'argomento cellulare e cancro al cervello, ci si ritorna con la solita enfasi su Report, spiegando a tutti che i ratti esposti alle onde dei cellulari per 12 ore hanno subito danni al DNA, e che le radiazioni di cellulari e wi-fi, fanno male.
I cellulari, il cancro e il governo che tace i risultati degli studi
Compare come sempre la solita cospirazione internazionale tra governi e multinazionali alle spalle del popolo ignorante delle conseguenze sulla salute umana, che le case produttrici di telefonini tacciono (o che invece, come si è visto su Report, scrivono nelle istruzioni, che puntualmente non legge nessuno).
Purtroppo (o per fortuna), i risultati degli studi esistono e basta cercarli, per scoprire le possibili problematiche dell'esposizione alle onde.
L'OMS e i cellulari causa del cancro
I campi elettromagnetici creati dai telefoni smartphone e cellulari rientrano nella categoria dei fattori possibilmente cancerogeni. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha finalmente preso una posizione sulle onde elettromagnetiche impiegate dai dispositivi cellulari, affermando che possono causare tumori cerebrali. Come sempre, il "possono" non è risolutivo, e non aiuta governi e ministeri a prendere contromisure adeguate (ma guarda un po'... che peccato). La "decisione" viene da un incontro a Lione (Francia) ed è stata rilasciata a maggio 2011 da un'agenzia dell'OMS, l' International Agency for Research on Cancer (Iarc).
Il video esperimento su topi esposti a cellulari
Topi coltivati e cresciuti in un laboratorio belga sono stati esposti per due ore al giorno 7 giorni a settimana alle onde dei cellulari. Il risultato è che il tasso di mortalità è superiore due volte al tasso di mortalità dei ratti non esposti alle radiazioni. Invecchiamento precoce, aumento dei globuli bianchi (a dimostrare l'aggressione percepita dall'organismo). Il topo condivide il 90% del suo patrimonio genetico nell'uomo. Questo significa che molto probabilmente l'esperimento può essere con alta probabilità riportato ed adattato sull'uomo.
Ecco un video che spiega che le radiazioni artificiali delle iperfrequenze a microonde pulsate di tutte le trasmissioni senza fili provocano alterazioni fisiologiche del corpo umano, difficilmente misurabili e contrastabili dalle autorità sanitarie mondiali.
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Chi è Giorgio Napolitano?
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Ci siamo stancati di parlare male delle persone. Ecco quindi la scheda di Giorgio Napolitano, attuale presidente della repubblica italiana, raccontata dalla stampa online.
Chi è Giorgio Napolitano?
27 novembre 2011
Il Fatto Quotidiano su Giorgio Napolitano e il figlio Giulio
Acqua pubblica, ecco come i gestori hanno disinnescato 27 milioni di Sì. Subito dopo il referendum del 12 e 13 giugno, l'Acea ha chiesto una consulenza a Giulio Napolitano, avvocato, esperto del settore e figlio del presidente della Repubblica. Secondo il documento il voto non ha effetti sugli interessi delle società idriche. In attesa dei ricorsi, che dureranno anni.
La piazza non basta, tantomeno il voto. Il Sì all’acqua pubblica uscito dalle urne rischia di vedere i suoi effetti allontanarsi nel tempo, imprigionando la volontà popolare nelle pastoie giuridiche della giustizia amministrativa. E’ questa la tattica che i gestori privati dell’acqua hanno messo in campo subito dopo il voto del 12 e 13 giugno scorsi.
La mossa avviata da Acea - primo operatore idrico e società quotata in Borsa – è arrivata immediatamente dopo le urne. Un parere - contenuto in un documento di sedici pagine firmato dall’avvocato Giulio Napolitano - che fino ad oggi è circolato riservatamente tra i gestori dell’acqua. Tra cavilli, eccezioni e norme, il testo dice sostanzialmente una cosa: il Sì di 27 milioni di persone non è sufficiente ad intaccare profitto e gestione dell'acqua. Per gli amministratori delle società idriche è abbastanza per difendere lo status quo, e aspettare anni di ricorsi per adeguarsi ad eventuali sentenze amministrative.
Articolo di Andrea Palladino
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Cos'è la colla di pesce
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Tra gli ingredienti che un bravo pasticciere è abituato ad usare comunemente, c'è senza dubbio, la colla di pesce o gelatina. Questo utilissimo ingrediente funge da addensante in tutte quelle preparazioni che necessitano di tenere assieme vari elementi, come nelle torte con decorazioni a base di frutta fresca e molte altre bontà.
Come è fatta la colla di pesce?
In origine la colla di pesce veniva estratta proprio dai pesci ma ora la sua composizione è molto diversa. Viene infatti, preparata con ossa e cotenne di maiale, perciò è una proteina animale.
Nei supermercati la possiamo trovare in fogli o in polvere, di solito sugli scaffali che espongono i prodotti per preparazioni dolciarie, ma si può farne uso anche per cibi salati.
La colla di pesce si presenta come una gelatina essiccata in fogli, normalmente impiegata in cucina per addensare gli ingredienti, in particolare per la preparazione di dolci.
Il nome della colla di pesce è legato dalla procedura di realizzazione originaria impiegata in Russia, dove viene prodotta utilizzando come ingrediente di base la vescica natatoria dello storione o di pesci affini e anche usando la cartilagine del pesce; conosciuta quindi come "ittiocolla" viene lasciata ad essiccare alla luce del sole. E' considerata una grande fonte di proteine, considerando che è principalmente costituita da tessuto connettivo, anche se il valore biologico alimentare è scarso (simile a quello del tessuto osseo).
Il Maiale, un finto pesce!
Oggi sul mercato la colla di pesce è stata sostituita, quando si parla di "gelatine alimentari", dalla cotenna del maiale, e dalle ossa e cartilagini provenienti dal mondo bovino. Il vegetariano che mangia una torta alla frutta con sopra gelatina alimentare, in realtà sta mangiando brandelli di maiale e mucca.
Anche in questo caso, il contenuto proteico è elevato: 86 g per 100 g di gelatina. L’80% della gelatina alimentare (leggete gli ingredienti di caramelle e dolci e vedrete che è onnipresente) è di origine animale e viene prodotta in Europa utilizzando la cotenna del maiale. Il 15% viene prodotto dal bifido bovino, ossia quello strato fine ubicato sotto la pelle.
Il rimanente 5% viene ricavato completamente da ossa di maiali e bovini, quindi... addio colla di pesce!
Come sostituire la colla di pesce in cucina?
Per i vegetariani, l'alternativa di tutto rispetto nelle proprie ricette, è costituita dall'agar agar, un preparato a base di alghe molto utile per le sue proprietà nutritive, contiene iodio ed oligoelementi e non fornisce calorie, è un addensante e conservante e molto utile per l'intestino, inoltre ha un alto potere saziante e questo è ottimo nelle diete dimagranti.
L'agar agar non si trova comunemente nei supermercati ma nei negozi specializzati in prodotti bio ed è disponibile in fiocchi, polvere o barrette.
Mammut
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La storia dell'acqua in bottiglia. Quando scegliere tra l'acqua in bottiglia e quella del rubinetto significa scegliere di inquinare ancora.
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Dopo l'articolo di Mammut "E' meglio l'acqua in bottiglia o quella del rubinetto?", che termina con l'ovvia conclusione che per non inquinare, non spendere soldi inutili e soprattutto, usare la testa quando si beve, ecco un nuovo spunto di riflessione per continuare a scegliere di non comprare l'acqua in bottiglia, e se proprio vogliamo avere dell'acqua a portata di mano, in auto o sul tavolo da lavoro, utilizziamo una bottiglia di plastica da riepire con l'acqua del rubinetto.
Non è vero che l'acqua del rubinetto fa male
La paura che l'acqua del rubinetto possa fare male da dove nasce? Dal fatto che l'informazione deviata martella l'umanità con l'acqua del rubinetto sporca, da filtrare, con l'arsenico o con altre pericolose sostanze, che invece vengono depurate nelle centrali in cui si produce acqua in bottiglia.
L'acqua in bottiglia fa male? Di sicuro inquina. Altro che fotografie di ruscelli di montagna
La pubblicità ingannevole stampata sulle etichette stesse delle bottigliette d'acqua di plastica ingannano. Non vi è alcun ruscello di montagna da cui viene "estratta" la pura acqua che finisce sugli scaffali dei supermercati. Spesso, come indica il video, in America, l'acqua delle bottigliette viene presa dai rubinetti e filtrata dalle aziende, che la rivendono a circa 2000 volte il prezzo di acquisto imbottigliata in plastica inquinante.
Ecco quindi che nasce San Rubinetto
E' una follia, uno degli scherzi della rete, che ironicamente consiglia di bere solo acqua sostenibile, proveniente dalla rete idrica nazionale. Qualora per motivi di "sopravvivenza" si dovesse optare per una bottiglia di plastica, informatevi almeno sull'acqua a chilometri zero, per cercare di bere acqua proveniente da fonti vicino alla propria abitazione, evitando inquinamento.
Lo Spot dell'acqua di rubinetto contro l'acqua in bottiglia
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