Il caffè al ginseng fa male?
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Ecco un nuovo aggiornamento dal mondo dell'alimentazione e della salute, in cui apprendere cosa è meglio per il fisico e come tenersi alla larga da prodotti nocivi.
Il caffé al ginseng fa male alla salute?
Tra le mode degli ultimi tempi, in fatto di caffè, c'è sicuramente quella del caffè al ginseng, fatto con l'estratto della radice di una pianta proveniente dalla Cina, le cui virtù sono ampiamente conosciute soprattutto nei paesi orientali; ma vorrei mettere in dubbio la genuinità degli ingredienti che compongono la "paradisiaca" bevanda.
Ma il caffé al ginseng, fa male?
E' così innovativo e salutare questo prodotto, al punto da essere stato introdotto in migliaia di punti vendita, ristoranti BIO, e sale da the new age? Scopriamo di cosa è fatto!
Questa è la composizione del caffè al ginseng dei principali produttori:
Grassi vegetali non idrogenati polvere (Sciroppo di glucosio, grassi vegetali non idrogenati, proteine del latte, stabilizzanti:E331, E340, E452; emulsionanti: E471, E472e; antiagglomerante: E551; aroma, colorante: betacarotene); Caffè solubile (12%); Maltodestrine; Estratto di ginseng 1% (Panax ginseng, radice, ginsenosidi 5%); Correttore di acidità: sodio bicarbonato; Aromi (inclusa caffeina).
E' certamente una iniezione di energia, ma chimica, allora non è meglio "accontentarsi" del solito vecchio caffè, o meglio, orzo?
Come sempre il messaggio è incerto e serve a vendere. Mettiamo qualcosa di orientale in un prodotto chimico e ricco di agenti sintetizzati chimicamente e di cui non si conoscono a fondo le implicazioni biologiche, e diamogli un nome esotico. Qualcuno abboccherà e si lascerà trasportare dalla moda, senza notare che dell'estratto principale c'è solo il profumo e il nome nella lista degli ingredienti (5% un po pochino considerando che poi c'è la voce aromi, che come sappiamo, significa tutto e niente).
Un altro prodotto dell'era moderna da cui tenersi debitamente a distanza.
Mammut
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Ristorante I Mandriani all'Infernetto, Roma.
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Un ottimo ristorante all'Infernetto, Roma in cui andare a degustare piatti di cucina italiana tradizionale rivisitati. Oltre alla grande simpatia dello staff del ristorante e l'arredamento country decisamente caldo ed accogliente (non dipinto sulle pareti ma veramente sentito), la cucina regala portate incredibilmente succulente, dagli gnocchetti fatti in casa con tartufo e funghi porcini, al galletto ai ferri con il mattone sopra. Ebbene si, ci siamo chiesti molte volte quale fosse il senso del mattone coperto di carta stagnola depositato sopra i galletti aperti a quattro di spade sulla griglia (il ristorante ha uno splendido camino con grill al centro della sala).
La risposta è arrivata dal titolare, un uomo molto simpatico e affabile, che ci ha spiegato che il mattone serve a intostare la carne durante la cottura.
Ottime le pizze ed i vini, per un conto per niente salato.
I Mandriani - Via Licino Refice, 14
00124 - Infernetto - Roma
Tel. 06. 5053847
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Centro di raccolta materiali di scarto ISOLA ECOLOGICA dell'AMA di Roma
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L'isola ecologica del Tuscolano (Viale Palmiro Togliatti) a Roma.
Oggi ci siamo recati a consegnare antichi elettrodomestici, ombrelli rotti, televisori e diversi materiali oramai da buttare via per malfunzionamento o impossibilità di riparazione.
Per materiali che inquinano, si deve necessariamente abbandonare il cassonetto tradizionale dell'immondizia in strada, e recarci alle "isole ecologiche" che sono sorte sul territorio di Roma, e a quanto pare, anche molto frequentate (c'è un piacevole via-vai di automobili cariche di ogni materiale riciclabile e di scarto).
L'isola ecologica è composta da una serie di container di grandi dimensioni (che ricordano i cassoni dei camion che trasportano ghiaia, ma adagiati in terra), e numerati. All'entrata si chiede al vigilante "televisori dove vanno?" e lui vi risponderà "Al container 6" ecc...
In questo modo, si vanno a colmare i vari reparti legati alle materie prime che poi saranno recuperate dagli addetti ai lavori.
La lista delle isole ecologiche a Roma e dintorni
Roma offre una decina di isole ecologiche, fino ad arrivare a Ostia.
E' possibile consultare, sia la lista dei materiali e le modalità di deposito e scarico, sia la lista dei punti su Roma e relativi indirizzi, per raggiungere l'isola ecologica più vicina alla propria abitazone:
http://www.amaroma.it/raccolta-differenziata/centri-di-raccolta/
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Carpfishing nel fiume Tevere dentro Roma.
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Abitando a Roma ed essendo un grande appassionato di pesca alla carpa, ho trascorso anni sulle sponde del biondo Tevere praticando il carpfishing, ossia la pesca alle grandi carpe utilizzando le boilies come esca (palline di farine, proteine, vitamine e aromi bollite al punto di renderle inattaccabili ai piccoli pesci).
Il fiume tevere è decisamente pieno di pesci, anche se le sue acque sembrano suggerire proprio l'opposto. Forse è proprio per queste acque rinomatamente inquinate, che i pesci hanno trovato la casa perfetta, in cui nessuno osa e si azzarda a pescarli con l'intento di mangiarli per paura di prendere malattie strane.
Cavedani, carassi, barbi e lucci (luccio classico e luccio perca o sandra) invadono le acque del fiume romano, tra anguille e nutrie, per la felicità dei pescatori di canna.
Mentre i pescatori al colpo (ossia quelli che vanno in cerca di pesci sotto il chilo) sono abbastanza felici di trovarsi davanti chili e chili di pesce pronto a mangiare l'esca, gli amanti del carpfishing, che sono abituati normalmente a due, tre catture al giorno, letteralmente sballano per la quantità di grandi carpe che si trovano ad incontrare durante una semplice battuta di pesca di poche ore.
In particolare, tutto il tratto cittadino offre ottime aree di pesca proprio in prossimità delle sponde, previa una pasturazione che più lunga è meglio è (si usa infatti tenere lo spot attivo tutto l'anno pasturando costantemente una o due volte a settimana con granturco e un paio di etti di boilies.
Importante è ricordarsi che la variabile importante nella pesca alla carpa nel Tevere è la stabilità delle condizioni meteo, qualsiasi esse siano. Qualsiasi piccola pioggia modifica il livello dell'acqua e la sua trasparenza, inducendo le carpe a fermarsi, per poi riprendere dopo alcuni giorni in cui le condizioni sono stabili; può infatti piovere per trenta giorni di fila, ma solo dopo il quinto o il sesto giorno dall'inizio delle pioggie i pesci tornano a mangiare.
Il resto, come sempre lo fa l'esperienza e la capacità di individuare posti con pochi incagli (il Tevere è disseminato di ogni sorta di ostacolo sul fondo, dalle automobili rubate a lavatrici e ogni sorta di ferraglia).
Il fiume regala molte carpe di grandi dimensioni, ma soprattutto, come nel carpfishing nel laghetto dell'EUR, grandi quantità di pesci da stancare l'avambraccio.
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Comprare Ipad a prezzi bassi online?
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Comprare un ipad in Italia è possibile principalmente negli applestore, ossia quei luoghi in cui l'atmosfera di adulazione ecclesiastica per il marchio della mela marcia, studiati nei minimi dettagli dagli architetti della Apple, che a Londra, hanno ideato una copertura in vetri che lascia entrare la luce soffusa, i cui raggi di luce sono resi visibili da pulviscolo artificiale immesso nell'aria da appositi diffusori elettronici, rendendo l'atmosfera mistica aumentando le endorfine nei malcapitati portandoli all'acquisto (tratto da studi scientifici di Neuromarketing).
Ma DOVE Comprare un ipad a prezzi bassi?
Non è facile come comprare un nexus one, un iphone o un Samsung Galaxy S. L'ipad al momento è reperibile nei grandi megastore come mediaworld, saturn, euronics, e ovunque al medesimo prezzo imposto da Apple. Non è quindi possibile acquistare ipad a prezzi bassi, se non usato o da rivenditori poco seri.
Inutile arrovellarsi il cervello, al momento non esiste luogo in cui acquistare un ipad a prezzi bassi o con vantaggi rispetto al pacchetto di offerta tradizionale.
Sicuri di voler comprare un ipad, indipendentemente dal prezzo?
Siete comunque sicuri che ipad sia utile? Spendere settecento euro per avere cosa? Un computer portatile senza tastiera, con il quale vi stancherete presto di scrivere a causa della scomodità della tastiera, dell'impossibilità di usare l'altra mano (una scrive ma l'altra lo deve reggere).
- Non è un telefono
- Non è una cornice digitale
- Non è un navigatore satellitare (provate a usarlo guidando... vi servirà un autista)
- Non supporta Adobe Flash
- Non è un portatile, né un netbook (assenza della tastiera e dei dispositivi di connessione esterna, come il cavo LAN o la presa USB).
Sono validi motivi per dire "non comprerò mai un ipad"?
A quanto pare no. Ne vengono venduti uno ogni tre secondi, a conferma che, compromessi a parte, la strategia commerciale di Apple questa volta (come per iPhone ma non per Apple TV o MacBook) ha funzionato.
SEI MOTIVI PER NON COMPRARE IPAD
1) Manca il multitasking.
Se l'impossibilità di avere attive più applicazioni si fa sentire come un grande limite già su un prodotto di punta di Apple come iPhone e l'iPod touch, in questo caso diventa fondamentale e non avere il multitasking assume un ruolo determinante. Non è una pecca indetta dalla volontà di avere contemporaneamente in funzione decine di applicazioni tra quelle installate, ma potere ad esempio gestire due o tre finestre aperte, magari per fare anche un semplice copia e incolla sembra essere il minimo per un prodotto che sostiene di sostituirsi ai netbook. Questa mancanza importante lo colloca decisamente più nella categoria degli smartphone che in quella dei computer.
2) Non c'è una videocamera (webcam).
Gli utenti sono rimasti a bocca aperta nello scoprire che ipad non ha una webcam. L'esperienza di internet tanto decantata da Jobs senza una parte fondamentale dell'esperienza stessa: il video. Era davvero una delle aspettative forti di molti utenti, che invece Apple ha tradito pesantemente, innescando anche voci di considerazioni di natura commerciale, ossia tenere la webcam nel cassetto per le prossime release, e motivo per rivendere ipad2 agli utenti apple-dipendenti. Di nuovo, ci sembra una decisione piuttosto strana e contro logica, trattandosi di un prodotto con le ambizioni che ha l'iPad in termini di comunicazione e comunicabilità. Per altro si sta parlando di una funzione basilare ormai presente in tutti i dispositivi mobili e gli smartphone. Dovrebbe essere comunque disponibile come accessorio opzionale. I sospetti della volontà di tenerlo come opzione per costringere gli apple dipendenti a comprare la versione 2 di ipad sembrano sempre più fondati.
3) Assenza del supporto di Flash.
Sembra proprio che da questo orecchio ad Apple non ci voglia sentire, almeno per quanto concerne i suoi dispositivi mobili. E per poter avere realmente "Internet in mano", come ha coloritamente annunciato Jobs durante la presentazione di ipad, non riteniamo si possa prescindere dal supporto di Flash.
Per quanto possa essere corretto affermare che riprodurre un filmato swf può richiedere un impiego rilevante delle risorse di calcolo dei dispositivi hardware, tuttavia crediamo che un prodotto come l'iPad non possa far mancare l'applicazione che eroga la maggior parte dei video e delle animazioni sul Web di oggi; permettere all'utente di attivare e disattivare il supporto flash a propria scelta potrebbe ad esempio essere una scelta eticamente corretta per lasciare la scelta all'utente. Bloccarla ed inibirla alla fonte sembra l'ennesima trovata commerciale per vendere più apps dall'appstore (i giochi costituiscono la maggiore entrata economica per Apple dal suo Appstore, e il principale concorrente è sicuramente Flash e i milioni di giochi online gratis disponibili in rete).
Certo è che messe assieme la mancanza del multitasking, di una videocamera e di Flash può indurre in più di una occasione a riporre l'iPad e ricorrere al computer.
4) Manca una porta Usb.
Come nel caso di iPhone e iPod, anche l'iPad si collega e opera la sincronizzazione con il computer tramite il cavo connettore Apple standard a 30 pin. Ogni altro tipo di connessione avviene in modalità wireless. E' possibile acquistare come opzione un accessorio che dota l'iPad di una porta Usb addizionale (accrocco con cavo penzolante), ma questa può essere usata solo ed esclusivamente per scaricare le foto presenti all'interno di una fotocamera digitale e non per connettere device di alcun tipo, poiché non sarebbero riconosciute da un sistema operativo chiuso su se stesso.
5) Manca uno schermo widescreen 16:9.
Andando contro ogni tendenza del mondo dei prodotti che vogliono erogare servizi video, nell'iPad Apple ha optato per il formato 4:3, oramai fuori ogni standard, proponendo una risoluzione di 1024 x 768 pixel. Inoltre, pur potendo riprodurre filmati in formato 720p, il dispositivo consente di avere in "uscita" un segnale solo di 576p x 480p.
6) Il prezzo di ipad.
Se si desidera disporre di 64 GB di memoria (che possono non essere moltissimi se si devono gestire foto, musica, film e documenti) e il GPS, si devono spendere in america ben 829 dollari, perché il sistema GPS è presento esclusivamente sui modelli con il 3G, che costano 130 dollari in più delle equivalenti versioni solo wi-fi. A questa cifra, la lista delle carenze sopra menzionate ci sembrano assumere rilevanza ancor più marcata.
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