L'equazione da un milione di dollari, recensione del libro di enigmi matematici.

  

Cinque settembre duemiladieci.


E dopo aver letto con immenso piacere ed interesse il libro Zio Petros e la congettura di Goldbach, piccolo romanzo affascinante, ho deciso di recensire il libro di Marcus du Sautoy "L'equazione di un milione di dollari, E altri enigmi matematici che rifiutano di lasciarsi risolvere", in una modalità nuova. Una recensione LIVE capitolo per capitolo.

L'equazione da un milione di dollari, enigmi matematici e numeri primi.

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Data la forte passione per l'argomento, ma soprattutto, la felicità di avere tra le mani nuovamente delle pagine scritte da du Suatoy (che dopo "L'enigma dei numeri primi" ha acquisito una collocazione d'onore tra i miei libri) ho deciso di non limitarmi ad un consuntivo del piacere narrativo o delle nuove nozioni apprese. Preferisco piuttosto, considerando la premessa del libro, ossia che i grandi problemi saranno affrontati separatamente, uno per capitolo, e data l'attenzione dei lettori di NeverSleep per le recensioni matematiche e i numerosi commenti ad ogni post che abbiamo ricevuto, ho intenzione di segare questo nuovo volume e descriverlo in dettaglio.

6 settembre 2010, capitolo 1

Il primo capitolo è ovviamente e palesemente dedicato ai numeri primi, ripercorrendo interessantissimi sistemi di calcolo dai babilonesi agli egiziani e ad altre civiltà, fino ai greci (i primi ad osservare estasiati i numeri primi e a cercare di comprenderne la struttura). Rapidamente si giunge al termine con l'ipotesi di Riemann, che ad oggi (2010) vale un milione di dollari. Benché il capitolo sia terminato già con l'ultimo passo compiuto dall'umanità nel tentativo di comprendere i numeri primi, tutto fa presagire che l'argomento si riproponga nei capitoli successivi...

11 settembre 2010, capitolo 2

Il secondo capitolo già mostra una diversa conformazione. Si abbandonano i numeri primi e si passa ad una spiegazione di tutte le forme tridimensionali con lati uguali, dal tetraedro (piramide a base triangolare con 4 facce composte da triangoli equilateri), al cubo e tutte le figure con facce composte da un numero di lati crescente (3, 4, 5, 6...), analizzando la forma delle bolle per finire con uno splendido esempio di giochino per il computer degli anni 80 in cui l'astronave scompariva dallo schermo sulla destra per ricomparire sulla sinistra, così come da sopra a sotto e viceversa, e la traslazione di questo piano connesso nella creazione della figura della ciambella (o toro). Interessantissime elucubrazioni sulla forma dell'universo e sulla topologia terrestre e di un ipotetico pianeta a ciambella (a toro). Un capitolo decisamente interessante e che apre la mente dei NON matematici verso argomenti di cui raramente si sente parlare nella vita di tutti i giorni.


Il resto del libro, non riassunto come nei precedenti, si alterna tra geniali sfide a cui ancora si deve dare risposta (immancabile ipotesi di Riemann), e riesce a raccontare in modo semplice e comprensibile i limiti della conoscenza umana e come questi limiti siano stati anche definiti matematicamente. Un libro che vi appassionerà come il precedente titolo di Du Suatoy, e che rileggerete più volte per l'emozione che trasmette di suspance durante la lettura.

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Pesce fritto a Fiumicino nel ristorante in una barca ancorata sul fiume.

  

Pesce fritto a Fiumicino sul battello.

Sabato scorso, con due amici, sono andata alla ricerca di un localino caratteristico dove poter mangiare un ottimo fritto di pesce, a Fiumicino, poco distante dalla darsena, avevo già assaggiato questa pietanza servita in un cartoccio di carta paglia e l'avevo trovata gustosissima, ma sfortunatamente era chiuso per ferie.

A questo punto, non avendo altri punti di riferimenti, stavamo per tornare a casa a farci il solito piatto di spaghetti ma guardandoci intorno mi cadde l'occhio su un barcone ancorato sul canale, una scritta ci catturò: PESCE FRITTO. Siamo immediatamente saliti a bordo, nello sfavillio di luci che ne delineavano i contorni, barcollando leggermente sulla passerella ondeggiante.

A ricevere gli avventori c'era un personaggio pittoresco che ricorda il noto Braccio di Ferro, ma senza la pipa in bocca. Molto sorpresi dell'ambiente che ci circondava, abbiamo preso posto ad un tavolo e, molto semplicemente, abbiamo ordinato e gustato un ottimo fritto di paranza, innaffiato di buon vino e altre specialità quali fiori di zucca, polpette di tonno, filetti di baccalà e, dulcis in fundo, un assaggino di squisiti moscardini, sempre rigorosamente fritti.

Non so se il fegato abbia gradito ma noi si, e ci siamo ripromessi di tornare, per il cibo, l'ambiente e l'insolito dondolare dovuto al beccheggio della barca.
Il cibo ed il conto niente affatto salati, 58 euro in tre.

A volte un locale chiuso per ferie consente di fare nuove simpatiche scoperte.


   

  
  


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Zio Petros e la congettura di Goldbach, libro consigliato.

  

Zio Petros e la congettura di Goldback, copertina del libro.

La congettura di Goldback afferma che ogni numero pari maggiore di due è la somma di due numeri primi. Questa congettura, ossia teorema non dimostrata, è da centinaia di anni un vero rompicapo per i matematici, poiché malgrado sia stata empiricamente (Sperimentalmente) osservata e confermata per tutti i numeri conosciuti, non è stata prodotta una dimostrazione matematica che sia in grado di assicurare che, qualsiasi numero si decida di analizzare, esso sia sempre e comunque costituito dalla somma di due numeri primi.

Questa è la base di un romanzo matematico splendido, troppo breve per le emozioni che trasmette, e con un finale decisamente originale e degno di un grande libro. Così affascinante che appena finito viene voglia di rileggerlo, sperando di essersi scordati della sua trama per riassaporarla nuovamente.

Il libro narra la storia dello zio Petros, visto dagli occhi del nipote, che narrerà l'asocialità dello zio, che a differenza dei suoi fratelli, tutti provenienti da buona famiglia e con l'eredità della grande azienda del nonno, "sperpererà" la propria vita con l'unico scopo di immortalare il proprio nome nella storia della matematica dimostrando la congettura di Goldback.

Per chi non fosse esperto del mondo dei numeri primi, questo libro non crea alcuno scompenso. Ogni teoria matematica è spiegata in modo da essere comprensibile da qualsiasi lettore, mentre per gli appassionati della materia che cercano nuove idee per allenare la mente, questo romanzo compensa la freddezza dei numeri creando uno splendido thriller-commedia sulla propria materia preferita, che ci immerge in una storia estremamente verosimile, impreziosita dalla presenza di personaggi come Hardy e Littlewood o del grande Ramanujan, matematici famosissimi e che hanno contribuito alla crescita della materia negli ultimi secoli, e che prendono parte come personaggi nel romanzo, integrando quanto storicamente veramente accaduto all'interno del percorso che porta lo Zio Petros, dai suoi primi passi della ricerca alle fasi finali e i tumulti psicologici che rendono il personaggio un'altalena tra follia e illuminazione.

Consigliato. Bel libro ma soprattutto, troppo breve (130 pagine che scorrono via in troppo poco tempo).

Altri libri consigliati sui numeri primi sono L'enigma di Fermat e il grandioso libro di Marc du Sautoy L'enigma dei numeri primi, la vera bibbia di questa materia.


   

  
  


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Smashing Cafè a Ostia, locale bar pub estivo all'aperto e scortese.

  

Smashing Cafe Ostia, pub birreria locale SCORTESE !

Ostia è ricca di locali importanti, ristoranti e pub, in cui è possibile trascorrere una serata tra amici. Gli stabilimenti balneari la sera offrono una gran varietà di intrattenimento, dal Vittoria Beach che offre sdraio comode su cui bivaccare, al Faber Beach e ad altri luoghi di culto per i romani e per gli abitanti del lungomare di Roma.

Tra i tanti, lungo la strada principale del lungomare, all'altezza dello storico Invisible Sun, locale principalmente invernale di Ostia, c'è anche lo Smashing Cafè, un "locale" all'aperto ricavato su di un'aiuola che costeggia la strada principale.

Nulla di male, una piccola band, che suona all'angoletto (piacevolmente acustica), ampi tavolini con ombrelloni che recano il brand di una nota birra. Niente da dire neanche sul servizio al bar, lento ma economico (un drink 7 euro mentre il resto del mondo si muove intorno ai 10).

La sconcertante successione di eventi ci ha portato a considerare però questo luogo come "scortese"; 12 persone sedute al nostro tavolo, 6 drink sul tavolo (presi al bancone poiché l'unica frase che la cameriera è stata in grado di dire per un'ora circa è stata "arrivo subito"), e la scena più bella...

...Girarsi di colpo per sentire uno sgarbato signore sui 50 gridare "O ORDINATE O ME LASCIATE ER TAVOLO E' !!!", e successivamente scoprirlo essere il titolare.

Ovviamente non lasciamo né indirizzo, né numero di telefono, né altro che possa portarVi allo scortese cafè di Ostia (dal quale siamo scappati, spostandoci in massa al Vittoria Beach per una bella partita a calcio balilla sulla spiaggia).


   

  
  


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I ristoranti turistici in centro città, sempre da evitare. Fregature e qualità scadente.

  

Tutti noi prima o poi siamo vittime della terribile categoria dei "ristoranti turistici", quella cerchia di ristoranti scadenti e incapaci di proporre piatti di qualità e che hanno fatto della loro pessima cucina il modo migliore per abbattere i costi, poiché tanto, i malcapitati turisti, ignari della scarsa qualità del cucinato, finiscono sempre nella tela del ragno.

Il ragionamento è semplice e confermato nel 99% dei casi (la percentuale in questo caso è d'enfasi e non rappresenta di certo una misurazione statistica basata su grandi numeri); per quale motivo, io ristoratore del centro storico di Roma, Gallipoli, Firenze, dovrei spendere molti soldi per produrre cucina di qualità quando tanto i turisti "e chi li rivede più?"

E "tanto se hanno mangiato male il problema è il loro".

Questo ragionamento ci porta a preferire di gran lunga i posti di periferia, che invece devono lottare quotidianamente contro il mercato per conquistare e mantenere una clientela che ritorni periodicamente nel luogo a pranzo o cena. In questi posti la sopravvivenza del locale passa attraverso più qualità e maggiore cortesia, prezzi più onesti (e non da rapina, come i reportage delle Iene ci mostrano nei ristoranti turistici).

Ogni volta che, per necessità o presi dall'estro di qualche tavola esteticamente ben imbandita, ci siamo recati a mangiare nei ristoranti de centro storico di borghi turistici spinti come Gallipoli o i centri città storici italiani, la fregatura non si è fatta attendere.

Il consiglio è quindi sempre quello di girare la periferia e soprattutto di chiedere agli abitanti del posto dov'è che veramente si mangia bene. La risposta sarà quasi sempre "fuori porta".


   

  
  


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